Archivio mensile:Dicembre 2010

PD Latina – Prima direzione provinciale

Logo_PD_Latina_2Ieri prima riunione del direttivo del PD provinciale di Latina. Un appuntamento interlocutorio, un ordine del giorno "formale", ma gli spunti interessanti non sono mancati. Il Segretario si è mostrato saggio e soprattutto mi è piaciuta la formula dell'esecutivo aperto alla collaborazione di quella parte del partito che ha deciso, per ora, di non collaborare con la maggioranza uscita vincitrice dal congresso. Ma ho colto nelle parole di Salvatore La Penna uno spiraglio che spero si trasformi quanto prima in una porta spalancata, perchè il PD ha bisogno dell'apporto di tutti per non sprofondare in un coma politico irreversibile. Certo un riequilibrio della rappresentanza, nelle unioni di circolo, rispetto ai risultati dei congressi potrebbe essere poco opportuna, perchè implicherebbe, in alcuni casi, una imposizione dall'alto che contrasterebbe non poco con il principio di autonomia  dei circoli e di salvaguardia della volontà degli iscritti. Confido nel desiderio di vedere superati i contrasti emersi nel congresso e spero solo che non si resti in attesa dell'esito delle primarie di Latina per provare definire, o imporre, o chiedere, nuovi equilibri. Perchè, di questo passo, rischiamo di celebrare una ulteriore coda di un congresso che è già il più lungo del mondo. Unica nota dolente, per ora, l'inadeguata presenza di donne nell'esecutivo. Forse Enrico poteva osare di più, ma il mancato apporto di una parte del partito e quindi delle democratiche che in questa si riconoscono, non ha aiutato ad ampliare il campo delle scelte. Comunque di lavoro, per l'esecutivo fin qui varato, non ne mancherà, così come evidenziato dalla relazione del segretario ma anche dagli interventi di alcuni dei membri del direttivo.
Claudio Cappelli ha ricordato a tutti, se ce ne fosse stato bisogno, la situazione drammatica dell'industria pontina. Occorre quindi che il partito si dedichi con efficacia ad imbastire una nuova politica industriale che sopperisca in maniera credibile all'incapacità del centrodestra, che governa da vent'anni e può vantare di aver portato la nostra provincia a conseguire, nel corso dell'anno, il peggior PIL tra tutte le province laziali (- 6% a fronte di un decremento medio del 2,8%).

Giuseppe Pannone ci ha evidenziato altri problemi che attanagliano la nostra provincia per i quali il PD deve offrire proposte convincenti alla cittadinanza: sicurezza, legalità, giustizia, immigrazione, ambiente. Sono i temi presenti trasversalmente nelle differenti aree della nostra vasta provincia e sui quali il Partito Democratico deve trovare una sintesi che  offra risposte quanto più univoche e concordanti. Su tutto ciò si gioca la credibilità del partito ma soprattutto la possibilità di governare pezzi sempre più consistenti del nostro territorio, possibilità che non appare remota come un tempo dinanzi all'evidente crisi politica del centrodestra, anche nella provincia di Latina.

p.s. nota personale a margine della serata. Un colloquio personale con Sesa. Guardarsi reciprocamente negli occhi, quando si parla, è sintomo di grande franchezza. E dal confronto, che spero sia solo agli inizi, abbiamo da guadagnarci tutti. Sempre. Ho un grande rispetto per la sua storia politica e credo che la sua esperienza non vada persa, ma vada messa a disposizione del partito. Se i nostri dirigenti più navigati hanno davvero a cuore le sorti del Partito Democratico ma soprattutto del Paese, devono interrogarsi sul perchè della disaffezione di molti nei riguardi della politica e, in particolare, nei riguardi del PD. Devono chiedersi perchè questo fenomeno riguardi schiere crescenti di giovani elettori. E devono infine chiedersi se siano in grado di mettere in campo strumenti politici ma anche comunicativi e linguistici per relazionarsi efficacemente con  le nuove generazioni. Secondo me la rappresentanza della fascia più giovane della popolazione, alle prese con la scuola che non insegna, l'università che non funziona, il lavoro che manca e quando c'è non ti consente di programmare il tuo futuro, non può che essere delegata a chi è in grado di interpretare tali paure e tali problemi in quanto portatore di un vissuto comune. Per questo ritengo che il compito dei dirigenti di lungo corso del PD sia quello di favorire, incentivare, aiutare la crescita di una nuova classe dirigente che abbia piena e consapevole autonomia di pensiero. Un investimento sul futuro che, colpevolmente, negli ultimi anni, il PD non ha fatto. Per paura. Per istinto di autoconservazione. Si è preferito allevare delfini che hanno finito con l'essere delle pallide imitazioni dei loro padrini politici. Ma un partito che non diventa l'arco attraverso il quale nuove frecce possano solcare il cielo della politica è un partito perdente per definizione. 

Poche idee, ma confuse.

Io non so più se piangere o ridere. Però credo che piangerò.
Modem.
Un apparecchio obsoleto per comunicare, per accedere alla rete.
Anzi, no.
Modem è il nome della corrente di Uolter +75.
Una scelta sbagliata, già nel nome. Nell'era del wireless, il modem ormai non lo usa più nessuno o quasi.
Come nessun politico con un minimo di senso di responsabilità, o quasi, dovrebbe alimentare la confusione che regna sovrana nel PD.
Veltroni affila le armi in vista della direzione del 23? Si, ma anche. Per Fioroni il partito deve fare chiarezza: "L'alleanza va fatta solo con il Terzo Polo e individuando un nuovo Prodi che parli agli elettori moderati delusi".
Io non ho capito se le primarie vanno fatte o meno. Non ho capito che cazzo dirà Veltroni il 23.
Voi?

veltroni-fioroni

Un appello per salvare le primarie (e il PD)

Sottoscrivo l'appello rivolto a Pierluigi Bersani da Prossima Italia.

Caro Segretario,
abbiamo letto con molta preoccupazione la tua intervista a Repubblica in cui dici che il Partito Democratico sarebbe disposto a rinunciare alle primarie in nome di un’alleanza con il nascente Polo della Nazione.
Credevamo che, pur nelle differenze talvolta aspre che convivono nel Partito Democratico, due elementi ci unissero tutti senza distinzioni: l’essere il PD un partito sempre e comunque alternativo alle destre (a tutte le destre) e che il metodo del PD per scegliere le candidature fosse quello delle primarie aperte ai nostri elettori.
Il tuo proposito smentisce entrambi questi minimi comuni denominatori, senza peraltro che sia stato possibile su questo consultare la base o almeno discuterne nelle sedi opportune, in modo trasparente.
Inoltre, il tuo ragionamento contiene una vistosa mancanza, un tema che sembra non interessarti affatto: la disaffezione delle elettrici e degli elettori del centrosinistra per il nostro Partito Democratico e per la coalizione di cui dovrebbe fare parte. Nelle elezioni del 2008 più di due milioni di persone che nel 2006 avevano votato per l’Unione hanno preferito restarsene a casa e non votare. Una tendenza confermata oggi da alcuni istituti di ricerca secondo cui quasi il 40 per cento degli elettori è intenzionato ad astenersi. Di fronte a questa crescente disaffezione, il PD e il centrosinistra dovrebbero cercare un’alleanza col proprio popolo prima che con qualsiasi altra forza in campo.
E invece no.

Le primarie le avevamo pensate e volute proprio per coinvolgere i nostri elettori, per costruire consenso intorno alle nostre idee, per mobilitare quegli astensionisti e quei disillusi che altrimenti finirebbero per ribadire la loro scarsa fiducia nella proposta politica attuale. Con le tue ultime parole, invece, sembra che il Partito Democratico preferisca la manovra di palazzo, la strategia fine a se stessa che fino ad oggi non ha pagato, il politicismo che scoraggia ulteriormente il nostro elettorato e sembra peraltro non suscitare molto interesse nella controparte, come continuamente si pregiano di ricordare il leader del nascente terzo polo.
Perché, caro Segretario, non porgi l’orecchio verso la tua base e i tuoi elettori, e non ti limiti ad ascoltare chi ti vuole sottrarre al confronto interno per il bene del Partito, per il bene dell’Italia? Perché – se non per paura del confronto interno – dovrebbe essere più facile trovare terreno comune con chi ci è più lontano, quando ancora nemmeno è iniziato un dialogo con chi ci è più vicino?
Proprio tu, Segretario, hai parlato della necessità di costruire un progetto per il Paese. Ne ha elencato i titoli, e da colui che guida il maggiore partito di opposizione ci aspetteremmo un maggiore dettaglio, ma forse è questa la prova di quanto sia velleitaria la tua proposta di coalizione: come è possibile pensare di affrontare con l’Udc, l’Api e Fli temi come i diritti dei lavoratori, la riforma dell’università, l’immigrazione e i diritti civili? Poiché sono questi e non altri, i temi di cui bisogna occuparsi se si vuole riportare a votare la gente: delle cose che cambiano la vita quotidiana delle persone e, auspicabilmente, la migliorano.
Forse che questi partiti hanno cambiato idea rispetto a quando, poche settimane fa, hanno votato a favore della riforma Gelmini e del collegato sul lavoro? Oppure è il PD, ad aver tenuto posizioni strumentali che poi, una volta al Governo, saranno differenti? Ci auguriamo di no.
Altro che responsabilità: irresponsabile è pensare di difendere la nostra democrazia costruendo il solito fronte paralizzato dalle differenze e quindi incapace – come accadde in quell’Unione che ci eravamo ripromessi di non ripetere, e che oggi proponi addirittura di allargare a destra – di realizzare le riforme che servono all’Italia.
Ripensaci, SegretarioTieni fede allo schema che anche tu hai sempre sostenuto: costruire un programma, su quel programma stabilire le alleanze, e poi lasciare ai cittadini il compito di scegliere con le primarie, in quella coalizione, una leadership che rappresenti il centrosinistra: quello che già oggi governa con successo in tanti Comuni, Province e Regioni.
Costruisci un percorso di partecipazione vera, caro Segretario. Oppure, il tuo stesso popolo non ti seguirà, decretando una sconfitta che ricadrà sulle persone che il PD vuole rappresentare.

Franceschini, chiedi a tuo padre

L'errore politico che i dirigenti del PD compiono, a mio avviso, è pensare che un nuovo CLN con il Terzo Polo possa vincere le elezioni. Poi vorrei capire perchè, se CLN deve essere, SeL e IdV non devono farne parte. Comunque, B. ha dimostrato di riuscire a convincere gli italiani ogniqualvolta ha chiesto loro di esprimersi su un referendum pro o contro la sua persona, e questa volta avrebbe ancora più argomenti convincenti con il proprio elettorato. I traditori sono andati con la sinistra, non mi hanno lasciato lavorare, PdL e Lega potranno portare, finalmente, a compimento il programma. L'antiberlusconismo, da solo, non basta a vincere le elezioni. Poi una cosa vorrei chiedere a Franceschini, quando parla di partigiani. Per caso gli risulta che sulle montagne avessero accolto a braccia aperte gerarchi fascisti pentiti, fuoriusciti della Repubblica di Salò o componenti della Decima Mas folgorati sulla via dell'antifascismo? Forse farebbe bene a chiedere a suo papà.

Carta canta

Bersani pensa di sacrificare le primarie per avere mano libera sulle alleanze con il Terzo Polo?
Bene, abbia il coraggio di presentare una proposta di riforma dello statuto nella prossima Direzione Nazionale del 23 dicembre.
E si voti subito, tanto per non lasciare il PD per un altro millennio con il dilemma primarie-si primarie-no primarie-forse.
Nel nostro piccolo, ciascuno di noi può fare qualcosa.
Personalmente nella prima riunione del Direttivo Provinciale del PD di Latina chiederò che sia messa all'ordine del giorno la votazione su una risoluzione che impegni il PD provinciale a selezionare con il metodo delle primarie i candidati alle elezioni politiche, qualunque sia la legge elettorale con la quale si voterà, in tempi più o meno brevi.
E' lo statuto, bellezza.
E finchè è in vigore, carta canta.

statuto_pd

Confusione canaglia

Poi uno dice perchè l'Italia sta messa male. Il Parlamento è lo specchio del Paese, e il Paese è lo specchio del Parlamento. Lo spettacolo dei deputati del PdL che urlano coglionazzo a Fini, abbracciano Scilipoti (che cazzo di coraggio!), sventolano il tricolore, trasformano l'emiciclo nella curva di uno stadio è davvero deprimente.
Ancor più deprimente è l'abbraccio tra B. e Casini. Le gerarchie ecclesiastiche si sono mosse, a quanto pare. La Lega approva e Casini tornerà a casa. Magari con tutto il terzo polo, Cicciobello compreso.
Bersà…ti svegli? La facciamo un pò di chiarezza?
dormire-homer

Lettera al commissario del PD Lazio Vannino Chiti – Parte seconda

Abbiamo scritto al Commissario Regionale del PD Lazio per informarlo su ciò che bolle in pentola nel PD della provincia di Latina a congresso concluso (si fa per dire).

Controcorrente_2Caro Vannino,
abbiamo partecipato al congresso del PD in provincia di Latina con una nostra candidatura e una nostra lista indipendente dal nome ControCorrente.
Ti scriviamo per informarti in merito agli ultimi sviluppi della situazione del PD di Latina.
Sicuramente conoscerai l'esito del congresso.
Preferiamo soprassedere sulle modalità con le quali esso si è svolto.
Il dibattito, ancora una volta, è stato praticamente assente.
Nella quasi totalità dei circoli la stratificazione della contrapposizione tra le correnti, opportunamente rimescolate per l’occasione, è stata tale da non consentire defezioni, salvo rare eccezioni.

Ancora una volta il congresso è stato utilizzato per una conta interna al partito e non per discutere nel merito le proposte politiche che i quattro candidati hanno portato all'attenzione degli iscritti.
Ad ogni modo, il congresso adesso è finito, ma non per tutti.
Sabato scorso si sarebbero dovuti riunire i membri della nuova assemblea per l'elezione del presidente e del tesoriere, ma la giornata si è conclusa con un nulla di fatto perchè chi aveva deciso di convocare l'assemblea senza riuscire ad avvisarne tutti i componenti ha poi sollevato un'eccezione circa l'irregolarità delle convocazioni stesse.
Tutto ciò nasconde un feroce braccio di ferro per la presidenza dell'assemblea tra la corrente uscita sconfitta dal congresso, che vorrebbe tale carica assegnata per sè, e chi invece ha avuto la maggioranza dei voti e dei delegati.
I segnali che arrivano in questi giorni non sono confortanti. Abbiamo il timore che pretesti "burocratici" e formali possano essere addotti per un ulteriore rinvio dell'assemblea di domenica prossima, con il fine ultimo di impedire l'insediamento di una presidenza sgradita da una parte del partito che ha deciso di chiudere la porta a qualsiasi collaborazione con l'attuale segreteria.
Pensiamo che su questa vicenda si possano giocare le residue speranze per dare credibilità all'azione politica del PD in provincia. Pertanto confidiamo nella tua persona affinchè si vigili su quanto sta accadendo e sul rispetto delle regole che il partito stesso si è dato, nella speranza che, finalmente, il PD provinciale possa uscire dalla logica del muro contro muro che tanti danni già ha prodotto e tanti ne rischia ancora di produrre.
 
Raffaele Viglianti
Fabio Luciani
Cosmo di Perna

 

Cadaveri (politici) che resuscitano

Mi piacerebbe chiedere a Gavino Angius con quale coraggio, ma soprattutto con quale credibilità, continui a svolgere attività politica. Quale autorità politico-morale abbia per commentare recenti avvenimenti che riguardano il PD e i suoi dirigenti.
E poi ci interroghiamo sul perchè il centrosinistra italiano non sia credibile agli occhi degli elettori.
Mettiamo in moto la rottamatrice?
Fatto?
Grazie.

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