Archivio mensile:Gennaio 2011

Lettera di una madre

Andrea aveva 23 anni quando, il 20 giugno 2006, è rimasto con il cranio schiacciato da una macchina tampografica non a norma. Andrea voleva imparare a suonare la tromba, come se la chitarra da sola gli andasse stretta. Perché a quell'età la taglia dei desideri si allarga e non stai più nei tuoi panni dalla voglia di metterti alla prova, conoscere, guardare avanti. Da li a quattro giorni pure la metratura della sua vita sarebbe lievitata di colpo: dalla sua camera da ragazzo, in casa dei genitori, a un mini appartamento, acquistato dai suoi con un mutuo, a metà strada tra Porto Sant'Elpidio e la fabbrica Asoplast di Ortezzano, dove aveva trovato lavoro come precario per 900 euro al mese.

Andrea voleva imparare a suonare la tromba, ma non ha fatto in tempo: una tromba che, rimasta la dov'era in camera sua, suona un silenzio assordante. E neppure l'appartamento è riuscito ad abitare: doveva entrare nella nuova casa sabato 24 giugno 2006, se ne è andato il 20 giugno di 4 anni fa.

Oggi Andrea avrebbe 28 anni ma è morto in fabbrica alle sei e dieci dell'ultimo mattino di primavera. E suonerebbe ancora la chitarra con i Nervous Breakdwn e non darebbe il suo nome a una borsa di studio.

Sarebbe la gioia di sua mamma Graziella e non la ragione della sua battaglia da neo cavaliere della Repubblica, per cultura sulla sicurezza. Una battaglia finita con una sconfitta dolorosa: nel nome del figlio e a nome dei tanti caduti sul lavoro, senza giustizia: Umbria-Oli, Molfetta, Thyssenkrupp, Mineo…. Sono solo le stazioni più raccontate di una via Crucis quotidiana, che per un po' chiama a raccolta l'indignazione italiana, che poi guarda altrove.

Le morti si fanno sentire, ma le sentenze molto meno, quando passano sotto silenzio anche per una sorta di disagio nell'accettarle e comunicarle. I responsabili di questa orrenda morte sono stati condannati a otto mesi di condizionale con la sospensione della pena, anche se il Procuratore generale del tribunale di Fermo aveva parlato "di un chiaro segnale perché questi reati vengano repressi con la massima severità". Andrea è stato ucciso per la seconda volta. La tragedia è finita nel dimenticatoio, con alcune frasi fatte e disfatte, tipo non deve più accadere, basta con queste stragi, lavoreremo per migliorare la sicurezza. Parole piene di buone intenzioni, che lo spillo della smemoratezza buca in un momento. Parole al vento!

Alla fine anche Andrea si è perso tra i morti da stabilimento e da cantiere: martiri del lavoro che fanno notizia il tempo di commuovere, che non promuovono ronde per la sicurezza, spesso rimossi pure nei processi. Tragedie quotidianamente dimenticate da un Paese ignavo e incurante, La tromba silente di Andrea a suonare la sua ritirata. Questo è quanto accade a tutti i morti sul lavoro; di loro restano solo dolore e angoscia dei familiari ma giustamente questo non fa notizia: una mamma che piange tutti i giorni, che guarda sempre la porta di casa aspettando che il suo Andrea rientri perché spera che tutta la sofferenza che sta vivendo sia solo un brutto sogno….. Ma tutto ciò non importa a nessuno!

Questa è la tragica realtà, di chi rimane e si rende conto di essere emarginato e dimenticato da tutti. Forse ciò che gli altri non conoscono è la realtà del "dopo" di queste tragedie… La vita per i familiari viene stravolta dal dolore e dalla mancanza della persona cara, ti ritrovi a lottare giorno per giorno per sopravvivere e se sei forte riesci in qualche modo a risollevare la testa da quel baratro di depressione in cui sei caduta, altrimenti sprofondi sempre di più! Ti accorgi che sei lasciato solo a te stesso…. manca il sostegno psicologico, sono assenti tutte le istituzioni e nessuno è disposto ad ascoltare il tuo dolore perché il dolore fa paura a tutti! Speri nella giustizia ma questa si prende beffa di te perché otto mesi e sospensione della pena per chi ha ucciso tuo figlio mi sembra una vergogna per un paese che si definisce civile…..

E vogliamo parlare dell’Inail, questo ente che ogni anno incassa milioni di euro? Ebbene la morte di Andrea è stata calcolata 1.600 euro e cioè rimborso spese funerarie, allora mi chiedo ma la vita di mio figlio che è stato ucciso a soli 23 anni, per la società non valeva nulla? Eppure io quel figlio l’ho partorito, l’ho amato , curato e protetto per 23 anni, era il mio orgoglio e la mia felicità e quindi tutto diventa assurdo e inaccettabile. Nemmeno l’assicurazione vuole pagare il risarcimento e a distanza di 4 anni e mezzo dovrò subire ancora violenze psicologiche tornando di nuovo in tribunale e ripercorrere ancora una volta questa tragedia…. descrivere come è morto Andrea, come lo hanno trovato i colleghi di lavoro, come ho vissuto dopo e come continuo a vivere oggi… Credetemi una pressione che non riesco a sopportare più.

Per terminare anche l’amministrazione comunale di Porto Sant’Elpidio si rifiuta di dare una definitiva sepoltura al mio angelo. Allora mi chiedo e lo chiedo a voi: la vita di un operaio vale così poco? E’ un essere umano come tutti e se per i soldati morti in “ missione di pace” si fanno funerali di Stato, per i 1300 operai che muoiono ogni anno per la mancanza di sicurezza, cosa viene fatto? Nulla perché non sappiamo nemmeno nome e cognome… sono solo numeri che fanno parte di una statistica.

Termino questa lettera con un appello disperato: fermiamo questa strage che serve solo a far arricchire gli imprenditori e a distruggere le famiglie. Ogni essere umano ha diritto alla propria vita e non si può perderla per 900 euro al mese.

Graziella Marota

Un castosauro per Cagliari

Non sapevo che oggi si disputano le primarie per la scelta di chi, nel centrosinistra, correrà per la carica di Sindaco di Cagliari.
Leggo l'articolo su L'Unità e non mi sorprende scoprire che per il PD corre Antonello Cabras.
Come dire, un capitano di lungo corso.
Vedremo come andrà a finire. Domani vi farò sapere.

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Il Presidente

Una delle cose che più mi fa incazzare di Baffino l'Alchimista è che da tempo va in giro dicendo di non avere un ruolo nel PD. Si definisce semplicemente come il Presidente della fondazione Italianieuropei.
Poi rilascia un'intervista come quella pubblicata oggi su La Repubblica e praticamente detta la linea del Partito.
Nonostante molti si ostinino a sostenere il contrario, credo sia assolutamente chiaro che la volontà di Bersani & Co. sia quella di andare alle elezioni alleati con il Terzo Polo e con Casini premier. Che ovviamente apprezza.
Qualcuno poi dovrebbe chiedere a 'sti geni della politica perchè un operaio di Mirafiori, un percario della ricerca, una giovane coppia in cerca di casa, uno studente universitario, dovrebbero avere ancora fiducia in loro.
Perchè dall'altra parte ci sta Berlusconi?
Seee…buonanotte.

Napoli, Latina, il Sud e L’Italia (se vi pare poco)

Ciò che sta accadendo a Napoli in queste ore ha dell'incredibile, o forse no.
Era già tutto scritto.
Le primarie sono uno strumento indispensabile, ma da maneggiare con cura.
E in una città (e in una regione) nella quale già durante il congresso si erano evidenziate situazioni anomale, non credo potesse succedere qualcosa di diverso.
Bene ha fatto Bersani, come chiedevano in tanti, a commissariare il PD a Napoli. Nonostante le voci contrarie. Che non mi sembrano del tutto disinteressate.
Forse però bisognava accorgersene prima che da quelle parti c'era qualcosa che non andava.
Invece si è preferito fare finta di niente.
Tutti contenti del potere acquisito dal mr. 130mila voti di turno.
Senza chiedersi su cosa si fonda quel potere politico così smisurato.
In Campania il PD ha fatto carne di porco. Non ce lo dobbiamo nascondere.
In tanti anni di governo della città e della regione si è creato un sistema di potere clientelare che pensa di potersi perpetuare ad libitum.
Speculare a quello del centrodestra, o quasi.
E quando la politica si riduce a questo, non ci sono primarie o tesseramenti che tengano.
Un partito che fonda la sua azione politica sul potere dei singoli, dei signori delle tessere, dei capobastone, dei cacicchi, non potrà che produrre tesseramenti fasulli e primarie taroccate.
Ovviamente il problema non è solo di Napoli, il problema del tesseramento fasullo credo riguardi molte realtà del PD.
Le truppe cammellate esistono eccome.
E ovviamente il problema non sono le primarie.
C'è però a mio avviso uno specifico problema Sud.
Bersani e i vertici del PD avrebbero dovuto capire che in alcune realtà la battaglia deve essere condotta in discontinuità netta con quanto fatto in passato.
Perchè laddove la criminalità condiziona l'economia dei territori e prolifera sulle incertezze (e a volte sulla connivenza) di una classe politica che non offre risposte alla disperazione dei cittadini, si rischia di perdere ulteriore credibilità, e i danni si propagano, poi, a livello nazionale.
Nei mesi scorsi avevamo lanciato un appello per Latina.
Premesso che a Latina le primarie per la scelta del candidato a sindaco si sono svolte nella massima serenità e trasparenza. La partecipazione è stata ottima. Non ci sono stati gruppi prezzolati che si sono presentati ai seggi, non ci sono state infiltrazioni del centrodestra (tranne il caso isolato di un noto personaggio locale che si è presentato al seggio in Ferrari, ha votato, ha versato la quota ed è andato via, vabbè).
Però, la sfida che si è profilata non è stata altro che una riproposizione di sfide tutte interne al PD.
Ex DS contro ex Margherita.
In una città che aveva e ha bisogno, invece, di un segno di rottura forte, fortissimo.
Che motivasse la cittadinanza tutta sui temi della legalità, della deindustrializzazione, del lavoro, della ricostruzione di un tessuto sociale condiviso, oltre quanto hanno fatto egregiamente, i due aspiranti sindaci con i rispettivi "fan" (uso la parola nell'accezione più positiva possibile, sia ben chiaro).
In parole povere il PD continua, forse a parlare alla curve e a chi sta nello stadio, ma per cambiare Napoli, Latina, il Sud, il Paese, bisogna rivolgersi a chi sta fuori dallo stadio.
Se il PD non capisce questo, saremo sempre perdenti.
Possiamo anche fare le primarie, vincere le elezioni, ma il rischio è che, nei fatti, nulla cambi.
E vista la situazione del Paese, non ce lo possiamo permettere.

La Quarta Repubblica

L'Italia è certamente un paese democratico.
Ma l'assuefazione alla mancanza di regole e senso civico, unita con il l'opera capillare di rincoglionimento delle persone a mezzo tv, di delegittimazione della magistratura, di denigrazione delle Istituzioni (vedi alla voce P2), condita con una legge elettorale infame, ha reso la nostra democrazia molto ma molto debole.
Serve uno scossone, probabilmente.
E un nuovo gruppo dirigente (non abbiamo bisogno di uomini forti) che si prenda sulle spalle il peso di rifondare il Paese sulla condivisione di un progetto comune.
Chi è stato in politica fino ad ora non ha la credibilità necessaria per intercettare un largo consenso e assumere la guida del Paese.
Chi oggi grida all'emergenza democratica, dalla sinsitra dell'emiciclo, è lo stesso che ha legittimato Berlusconi sin dal 1993, riconoscendogli il ruolo di interlocutore solo perchè godeva di consenso nel Paese. Berlusconi stava per diventare un padre della patria (Bicamerale), al pari dei membri dell'Assemblea Costituente.
E se non erano colpevoli allora, lo sono adesso, per aver sottovalutato il carattere eversivo del potere berlusconiano.
Per non aver risolto il conflitto di interessi, che sta alla base del fiume di fango che oggi viene riversato sugli avversari del caimano.
Credo che le giovani leve del PD possano assumersi questa responsabilità.
Non vedo in giro altri gruppi dirigenti illuminati.
La Quarta Repubblica non può che nascere così.

Napoli e dintorni

Oggi sono stato a Napoli.
Anzi, per la precisione ad Afragola (il paese di Antonio Bassolino, ma questa è un'altra storia), laddove nascerà la Cattedrale nel Deserto degli anni '10, la Nuova Stazione AV.
Se a Napoli hanno pensato di nascondere la munnezza sotto i tappeti (vedi alla voce siti di conferimento militarizzati sorti senza alcun accorgimento da un punto di vista ambientale), qui, in periferia, a tanto non ci sono nemmeno arrivati.
La munnezza sta là, ormai fa parte del paesaggio.
Tutto è scarrupato, per dirla alla Marcello d'Orta.
E ciò che è nuovo è un pugno in un occhio, monumento al kitsch, alla mancanza di controlli, all'improvvisazione, all'egoismo.
Mentre sono in giro noto più volte, in strada, dei cavalli al trotto con tanto di calesse e fantino.
Gli amici mi spiegano che le strade al confine tra i Comuni di Afragola e Acerra sono teatro di corse clandestine.
Ogni giovedì pomeriggio, verso le tre e mezza, un nugolo di macchine e motorini si premurano di bloccare il traffico e si lanciano i cavalli su strada.
Tutti sanno, ma nessuno interviene.
Cio che più colpisce non è il degrado dell'ambiente, del territorio, del paesaggio, ma la rassegnazione.
Le persone, semplicemente, si sono arrese.
Quelle perbene (e sono tante), perchè non hanno la forza di reagire.
Quelle malamente sulla rassegnazione hanno costruito le loro fortune.
In mezzo, ci stanno gli indifferenti.
E gli assenti, come lo Stato, le Istituzioni, la Politica, i Partiti.
E allora diventa tutti normale.
La camorra.
La munnezza.
Le corse clandestine.
Mi viene in mente una scena del film Prova d'orchestra. Il direttore non riesce a tenere a bada i musicisti, ognuno suona quello che vuole.
Finchè una palla enorme sfonda il muro della sala, e tutti iniziano a seguire il direttore.
Qualcuno sfondi quel muro.
 

Una scelta azzeccata (si, vabbè)

Detto fatto, Bersani interviene.
E cosa fa?
Commissaria il PD di Napoli?
Prende a calci nel culo i protagonisti di questa vicenda che sta coprendo di ridicolo il PD a livello nazionale?

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Fa mea culpa per aver permesso a questi cacicchi, sin dal congresso, di agire in assenza di qualsiasi regola?
No.
Sospende l'assemblea nazionale che doveva tenersi a Napoli.
Forse teme il contagio.
Magari qualcuno prende esempio da Napoli e inizia ad assoldare cinesi a frotte (non me ne vogliano gli amici cinesi).
O magari inizia a mettere in discussione lo strumento, troppo facile da inquinare quando manca l'etica.
E quindi si insisterà sulla necessità di "riformare" le primarie.
Per depotenziarle.
Per sterilizzarle.