Archivi giornalieri: 14 Gennaio 2011

Primarie a Latina

Domenica si vota a Latina per scegliere il candidato a sindaco del PD.

Si affrontano, come tutti sapete, Claudio Moscardelli, consigliere regionale, e Giorgio De Marchis, consigliere comunale con due mandati alle spalle e, fino a qualche giorno fa, segretario cittadino del PD.

Se votassi a Latina, sarei felice se la partecipazione al voto fosse la più ampia possibile.

Se votassi a Latina, vorrei che le primarie non fossero vissute come la coda del congresso provinciale del PD, appena concluso.

Se votassi a Latina, sarei sicuro che chiunque sarà il vincitore, saprà collaborare con il compagno di partito per sconfiggere, dopo anni, la destra, il vero avversario.

Se votassi a Latina, vorrei che il PD evitasse di allearsi con l'UDC.

Se votassi a Latina, vorrei che il candidato a Sindaco del PD ponesse al centro della campagna elettorale il tema della legalità.

Se votassi a Latina, vorrei che il candidato a Sindaco del PD si impegnasse per una rinascita culturale della città.

Se votassi a Latina, vorrei che il candidato a Sindaco del PD si impegnasse a tutelare la scuola pubblica e i consultori pubblici.

Se votassi a Latina, vorrei che il candidato a Sindaco del PD si impegnasse ad istituire un registro delle unioni civili e si impegnasse a celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso, come fa attualmente il sindaco di Torino.

Se votassi a Latina, vorrei che il candidato a Sindaco del PD si impegnasse per favorire le giovani coppie nella costruzione del loro futuro.

Se votassi a Latina, vorrei che il candidato a Sindaco del PD si impegnasse per aprire quanti più asili nido comunali pubblici è possibile.

Se votassi a Latina, vorrei che il candidato a Sindaco del PD si impegnasse per garantire una vecchiaia dignitosa a chi ha bisogno d'aiuto.

Se votassi a Latina, voterei per Giorgio, perchè credo che Claudio debba mantenere l'impegno che si è preso con i propri elettori quando è stato eletto consigliere regionale del PD.

Detto ciò, in bocca a lupo a tutti e due.

Visioni alte e oblative

Di fronte all'ennesima presa di posizione di Benedetto XVI su coppie di fatto, aborto, sessualità e fine vita (dal punto di vista della Chiesa legittime e coerenti), come si comporterà la classe politica italiana? E i politici cattolici? E i cattolici nel PD?
Io me lo chiedo, e come me se lo chiedono in tanti.
Perchè la doppia morale della Chiesa (per quale motivo non si scomunica Berlusconi che bestemmia? perchè si permette a Casini di fare la comunione benchè divorziato?) ha un'influenza sulla vita politica italiana che non ha eguali nel mondo.
E il PD ne soffre più di altri. Perchè nel PD convivono idee diverse che ancora non hanno trovato una sintesi.
Faccio un esempio.
Il documento finale presentato da Bersani durante la Direzione Nazionale di ieri ha raccolto il sì dell'area Marino (che palle 'ste correnti!!!, non mi stancherò mai di dirlo) in virtù delle rassicurazioni affinché il tema del testamento biologico non sia lasciato nelle mani della maggioranza…. Noi  (Area Marino, ndr) avanzeremo una proposta che tenga conto di tutte le sensibilità e l’obiettivo è avere una posizione unitaria.
Siamo sicuri che si riuscirà ad avere una posizione unitaria su un tema come quello del testamento biologico, viste le posizioni della Chiesa che alcuni nel PD sposano appieno?
Oppure non si rischia un empasse infinito, di quelli che continuano a fiaccare la resistenza di iscritti ed elettori?
A meno di scissioni.
Ma questa è un'altra storia.

 

Qualcosa mi sfugge, ma è colpa mia

La Direzione Nazionale del PD si è tenuta ieri, è andata come sappiamo e non è mia intenzione alimentare polemiche.
Si alimenteranno da sole. Basta aspettare l'appuntamento di Torino del 22 gennaio.
Però voglio capire.
Fanno parte della Direzione Nazionale 240 persone.
La votazione di ieri sul documento del Segretario ha fatto registrare 127 si, 2 no e 2 astenuti.
E gli altri 109?
Non hanno partecipato al voto, per vari motivi.
Qualcuno se n'è andato prima.
Qualcuno non è andato affatto.
Qualcuno c'era, ma non ha votato.
Qualcuno c'era, ma era come se non ci fosse.
Qualcuno c'era, ma era meglio che non ci fosse.
Qualcuno c'era, ma forse aveva sbagliato stanza.
Abbiamo seguito tutti, nei giorni scorsi, il dibattito in corso nel PD.
Bersaniani. Veltroniani. Mariniani. Vendoliani. Ulivisti. Rottamatori. Marchionnisti. Fiommisti.
Una pletora di posizioni, tutte legittime, che hanno animato il dibattito e, in alcuni casi, le polemiche.
Vige però nel PD, come forse in tutti i partiti, la regola non scritta di non esprimere un voto se non si hanno i numeri.
Ma allora, se non sono utilizzate le sedi a ciò democraticamente preposte, per esprimere esplicitamente il proprio dissenso cosa si utilizza?
Le dichiarazioni a mezzo stampa?
Le lettere?
Le interviste?
Le pagine dei blog?
I convegni delle fondazioni?
Sinceramente sono stufo di questo falso unanimismo, sono stufo del'ipocrisia di fondo che lascia, come sempre, i problemi a covare sotto la cenere, in attesa della prossima occasione.
E intanto si continua con il gioco al massacro, con la delegittimazione, con il logoramento.
Non mi piacciono le conte, ma la chiarezza si.
C'è una linea (si, vabbè) proposta dal Segretario.
Sono d'accordo? Voto si. Non sono d'accordo? Voto no e porto delle proposte alternative. Alla luce del sole.
Credo che continuare su questa china non faccia che aumentare la confusione, la disillusione, la delusione.
Continuare così allontana cittadini ed elettori dalla politica. E dal PD.
Non si era detto di rottamare i metodi?