Archivi giornalieri: 21 Luglio 2011

Un’altra pasta d’uomo, senza dubbio

“Da subito rinuncio alle prerogative connesse alla vicepresidenza, non parteciperò più all’ufficio di presidenza e già dal prossimo consiglio siederò tra i banchi dei consiglieri di minoranza. Sono certo di interpretare anche i sentimenti di chi mi ha eletto nel voler garantire  in queste circostanze il massimo rispetto delle istituzioni”.

Quando si dice salvaguardare le istituzioni. E Penati  è “semplicemente” iscritto nel registro degli indagati, per dire. Le indagini faranno il loro corso. Si doveva procedere così anche a Minturno. Il PD di Minturno aveva il dovere di chiedere un comportamento analogo al Presidente del Consiglio Comunale. Ma paragonare Del Balzo a Penati è come mettere la lana con la seta. E qui mi fermo.

Carlo Giuliani, ragazzo

Sono passati dieci anni da quel luglio del 2001. Sembrava che il mondo potesse cambiare davvero, sotto la spinta di un Movimento che si opponeva alla “globalizzazione” e immaginava una società più giusta. Una società a misura d’uomo, non solo commercio, business, sfruttamento delle risorse indefinito senza tenere in considerazione la natura. Grande attenzione per i poveri della Terra, esclusi da qualsiasi forma di progresso. Sfruttati, loro e loro terre. Lo sentivo vicino alle mie idee, alle mie aspirazioni, il Movimento. Mi riconoscevo spesso nelle parole di Luca Casarini, anche se  erano chiare le contraddizioni, il rifiuto-non-rifiuto della violenza come forma di opposizione alle multinazionali, alla politica dei Grandi, ai processi economici in atto. Volevo andare a Genova, quel luglio del 2001, per il concerto di Manu Chao e per i cortei, le manifestazioni. Volevo esserci. Poi scelsi di rimanere a Roma, un pò per pigrizia, un pò per timore che il clima potesse surriscaldarsi oltre quanto si immaginasse già dalle tensioni della vigilia. Ho sempre pensato che se fossi stato a Genova, in quei giorni, e avessi visto con i miei occhi le violenze, i soprusi, gli abusi delle forze dell’ordine contro persone inermi (i “black-block” furono lasciati devastare pezzi di città indisturbati), avrei preso anche io un sasso in mano e l’avrei lanciato contro un poliziotto, un finanziere, un carabiniere infedele. O forse solo fedeli agli ordini che Fini, Ascierto e Mantovano impartivano dalle sale operative.  Forse avrei preso un estintore e l’avrei lanciato contro una camionetta dei carabineri, nella quale c’erano ragazzi mandati allo sbaraglio, senza preparazione per poter fronteggiare i tumulti di quei giorni. Forse avrei fatto esattamente quello che ha fatto Carlo. Un ragazzo, come me, come tanti.