Archivi giornalieri: 21 Settembre 2011

Magari ne esce qualcosa di buono

La vicenda del PD Siciliano rischia di essere emblematica per il Partito Democratico a livello nazionale, come ci ricorda Pippo. Al netto dei personaggi discussi alla Crisafulli e di paladini dell’antimafia alla Lumia, ciò che colpisce è la frattura totale tra le decisioni dei gruppi dirigenti e il sentire degli elettori. E allora ben venga il referendum, invocato da più parti, che ha il sapore di doparie. Scelgano, gli elettori del PD, se il partito deve continuare ad appoggiare la giunta del Governatore Lombardo.  Giudichino, gli elettori del PD, le scelte dei gruppi dirigenti. In Sicilia come nel resto del Paese. Sulla legalità, sulla trasparenza, sul rispetto delle regole che il PD si è dato, sui temi etici, sulle ricette economiche. Doparie e primarie. Il post e il pre.  E il Partito si attenga alle decisioni dei propri elettori. Vabbè, pare facile.

Tanto per ricordare

Stavo per scrivere due righe sui fatti di Lampedusa, ma Filippo Ceccarelli mi ha preceduto. Qui.

Tanto per ricordare. Era la fine di marzo, appena sei mesi orsono, e una mattina il presidentissimo accorse a Lampedusa a mostrare che lo Stato era presente. C’era un caos tremendo e disse: “Entro 48 sarà tutto risolto”.

Quindi, indossato il costume di scena da Cavaliere Operativo (abito nero, camicia nera senza cravatta) improvvisò uno dei più formidabili comizi dell’era berlusconiana. E di nuovo, tanto per ricordare, promise ai poveri abitanti di Lampedusa: uno speciale regime fiscale, il rimboschimento dell’isola e dei campi da golf. Mentre elencava i suoi propositi, dalla folla una signora gli ricordò che c’era da tempo anche l’idea di costruire una scuola, ma su questo occorre ammettere che il premier fu abbastanza dubbioso perché “non si può fare tutto”.

Tanto per ricordare. Berlusconi quel giorno era di ottimo umore e quindi promise anche un casinò, una zona franca e un’area “a burocrazia zero per far ripartire l’economia”. D’altra parte, volle aggiungere che erano già stati commissionati a Rai e mediaset degli spot turistici per illustrare le bellezze di Lampedusa. E già tutto questo potrebbe bastare.

Ma le perle indimenticabili di quell’allegro comizio, le promesse delle promesse, furono una iniziativa che il Cavaliere battezzò “il Piano Colore”, una specie di riverniciatura universale delle abitazioni che avrebbe reso Lampedusa “simile a Portofino”, pensa te. E poi l’annuncio trionfale di essere divenuto “lampedusano”. E infatti raccontò di essersi messo “di notte” su internet e lì aveva individuato e acquistato una villa in loco: villa “Due Palme”, a Cala Francese. Così, se poi non mi vedete più qui,  volle specificare a futuro auto-monito, “potete venire a farmi le scritte sui muri”. (La storia controversa e il destino di tale acquisto immobiliare merita un post a parte).

Ma ci fu, in quel fantastico comizio, anche un’altra impegnativa promessa. E così, tanto per ricordare, sembra oggi il caso di segnalare che egli s’impegnò a proporre ufficialmente Lampedusa, “questa frontiera della civiltà occidentale”, per il Premio Nobel per la Pace. Seguì la consueta barzelletta, com’è ovvio dedicata alle signore del posto, sul campione di donne alle quali viene chiesto se vogliono fare l’amore con Berlusconi, e il 30 per cento risponde “Magari”, e il restante 70: “Ancora una volta?”.

Tanto per ricordare. In serata un barcone carico di immigrati colò a picco nel mare di Lampedusa. A detta dei superstiti erano annegate 11 persone.