Archivio mensile:Settembre 2011

Tutti delinquenti!!

“Noi gli andiamo a salvare il culo in mare, e poi ci ringraziano appiccando il fuoco. Devono capire che sono ospiti a casa nostra”.

Un’intervista allucinante alla vicesindaco di Lampedusa e Senatrice della Lega Nord Angela Maraventano. Lega di lotta e di governo, anche al profondo Sud. E le frasi fatte, sempre identiche. Che palle.  E che vergogna.

E dire che in tre giorni l’emergenza, a Lampedusa, doveva essere risolta.

Il chiodo fisso

Menichini boccia Vasto e suggerisce al PD di “andare in tackle contro le manovre di riorganizzazione dell’area moderata, che domineranno la fase che si apre e che, in caso di successo, confinerebbero le ambizioni democratiche a una limitata competizione a sinistra”.

Continuo a ritenere l’accordo PD-Terzo Polo un errore politico grave. Che gli elettori del PD, soprattutto quelli che negli ultimi anni ci hanno voltato le spalle ma che continuano a guardare al Partito Democratico con interesse e speranza, puniranno. Se poi il PD stesso, nella testa dei suoi illuminatissimi dirigenti, debba diventare ufficialmente un partito di centro, ce lo dicano. Grazie.

p.s. I sondaggi testimoniano l’esatto contrario di quanto scrive Menichini. Così, per dire.

Due punti dolenti di Obama

Il primo: il mancato riconoscimento dello Stato Palestinese. È inutile continuare a dire che la questione deve essere risolta con il negoziato. Il negoziato, per definizione, si fa tra più parti. Il Governo dell’estremista di destra Netanyahu e del falco Lieberman non hanno alcuna intenzione di negoziare alcunché con i Palestinesi.  Quindi, ben venga il voto dell’ONU.

Il secondo: finchè gli USA non aboliranno la pena di morte, per quanto mi riguarda non sono degni di essere considerati un paese davvero civile.

PD Latina – Commissione Provinciale di Garanzia

Abbiamo appreso con vivo stupore, rammarico e preoccupazione la notizia della nomina della Commissione di Garanzia del PD della Provincia di Latina. Tale organismo, nella sua collegialità, è tenuto a dirimere questioni fondamentali per la democrazia interna del Partito Democratico avendo come unico scopo, appunto, le garanzie e quindi l’attuazione di quei controlli che sono messi in atto per tutelare chiunque partecipi all’attività politica del nostro partito. Non abbiamo mancato, nei mesi passati e a partire dall’ultimo congresso provinciale, di denunciare la situazione di estrema sofferenza in cui versa il partito pontino, dilaniato da lotte interne che vedono protagonisti esponenti dei gruppi di potere riconducibili alle mozioni congressuali. Proprio per provare a spezzare una situazione talmente cristallizzata da mettere a repentaglio, a nostro avviso, la residua credibilità del partito, abbiamo deciso di avere una posizione autonoma svincolata dalle logiche correntizie. Noi crediamo che la politica sia fatta di idee, principi e valori condivisi, come tali essi vanno spesi e difesi dentro il Partito e nelle istituzioni. Per questo, in completa autonomia, abbiamo proseguito la nostra azione politica in provincia e soprattutto nei Comuni sostenendo con coraggio e determinazione posizioni politiche improntate al rispetto della legalità, della trasparenza amministrativa nonché delle regole che il Partito Democratico si è dato all’atto della sua fondazione. Le scelte operate dal partito provinciale testimoniano invece che non è stata data facoltà di partecipazione alla scelta della commissione di garanzia dato che non sono state consultate né l’assemblea né la direzione provinciale in maniera trasparente e responsabile, in aperta violazione delle regole previste del Partito per la nomina di un organismo di garanzia. Temiamo quindi, con estrema preoccupazione, che quella funzione di tutela che la Commissione medesima deve prevedere per ciascun iscritto ed elettore del PD possa venir meno e che, in ultima analisi, si stiano gettando le basi per far tacere scomode voci di dissenso in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Qualcuno, forse, pensa di risolvere i problemi politici del Partito con epurazioni comminate da un organismo delegittimato e illegittimo sin dalla sua gestazione. I fronti aperti a Latina, nei Lepini e nel sud Pontino, per fare alcuni esempi, richiedono una soluzione politica lungimirante ed autorevole. Se qualcuno, all’interno del Partito Democratico pontino, nutre una diversa volontà si assumerà in pieno le responsabilità politiche ed etiche di scelte che delegittimano ulteriormente gli organismi provinciali, mai come adesso  relegati al ruolo di meri spettatori dinanzi ad una linea politica personalistica in quanto a gestione della vita del Partito ed inesistente su tutti quei temi che interessano la vita dei cittadini della provincia. Chiediamo, quindi,  di ripristinare la piena legittimità e il ruolo democratico di tutti gli organismi collegiali del Partito, annullando altresì la nomina di una commissione di garanzia illegittima e nominata con un vero e proprio “colpo di mano”. La nomina di una commissione di garanzia i cui componenti sono ignoti alla stragrande maggioranza non solo degli e elettori e degli iscritti, ma anche degli appartenenti all’assemblea e alla direzione provinciale e il cui presidente designato Marcello Ciccarelli sembra avere quale unico titolo di merito l’essere un noto esponente della LegaCoop, è l’ulteriore conferma della necessità di intervento degli organismi regionali ai quali è stata inoltrata formale protesta. La condizione del PD provinciale di Latina va chiarita, una volta per tutte, affinché questa situazione di empasse e violazioni giunga al suo termine ed il Partito possa rilanciare la sua azione politica sui territori. Abbiamo bisogno di un Partito che, finalmente, si proponga nella nostra provincia quale forza di governo credibile e non appaia, invece, come un protettorato di appartenenti a potentati locali che, pur assicurando qualche preferenza in più a qualche esponente, rischiano di danneggiare irrimediabilmente la credibilità di tutto il Partito.

Magari ne esce qualcosa di buono

La vicenda del PD Siciliano rischia di essere emblematica per il Partito Democratico a livello nazionale, come ci ricorda Pippo. Al netto dei personaggi discussi alla Crisafulli e di paladini dell’antimafia alla Lumia, ciò che colpisce è la frattura totale tra le decisioni dei gruppi dirigenti e il sentire degli elettori. E allora ben venga il referendum, invocato da più parti, che ha il sapore di doparie. Scelgano, gli elettori del PD, se il partito deve continuare ad appoggiare la giunta del Governatore Lombardo.  Giudichino, gli elettori del PD, le scelte dei gruppi dirigenti. In Sicilia come nel resto del Paese. Sulla legalità, sulla trasparenza, sul rispetto delle regole che il PD si è dato, sui temi etici, sulle ricette economiche. Doparie e primarie. Il post e il pre.  E il Partito si attenga alle decisioni dei propri elettori. Vabbè, pare facile.

Tanto per ricordare

Stavo per scrivere due righe sui fatti di Lampedusa, ma Filippo Ceccarelli mi ha preceduto. Qui.

Tanto per ricordare. Era la fine di marzo, appena sei mesi orsono, e una mattina il presidentissimo accorse a Lampedusa a mostrare che lo Stato era presente. C’era un caos tremendo e disse: “Entro 48 sarà tutto risolto”.

Quindi, indossato il costume di scena da Cavaliere Operativo (abito nero, camicia nera senza cravatta) improvvisò uno dei più formidabili comizi dell’era berlusconiana. E di nuovo, tanto per ricordare, promise ai poveri abitanti di Lampedusa: uno speciale regime fiscale, il rimboschimento dell’isola e dei campi da golf. Mentre elencava i suoi propositi, dalla folla una signora gli ricordò che c’era da tempo anche l’idea di costruire una scuola, ma su questo occorre ammettere che il premier fu abbastanza dubbioso perché “non si può fare tutto”.

Tanto per ricordare. Berlusconi quel giorno era di ottimo umore e quindi promise anche un casinò, una zona franca e un’area “a burocrazia zero per far ripartire l’economia”. D’altra parte, volle aggiungere che erano già stati commissionati a Rai e mediaset degli spot turistici per illustrare le bellezze di Lampedusa. E già tutto questo potrebbe bastare.

Ma le perle indimenticabili di quell’allegro comizio, le promesse delle promesse, furono una iniziativa che il Cavaliere battezzò “il Piano Colore”, una specie di riverniciatura universale delle abitazioni che avrebbe reso Lampedusa “simile a Portofino”, pensa te. E poi l’annuncio trionfale di essere divenuto “lampedusano”. E infatti raccontò di essersi messo “di notte” su internet e lì aveva individuato e acquistato una villa in loco: villa “Due Palme”, a Cala Francese. Così, se poi non mi vedete più qui,  volle specificare a futuro auto-monito, “potete venire a farmi le scritte sui muri”. (La storia controversa e il destino di tale acquisto immobiliare merita un post a parte).

Ma ci fu, in quel fantastico comizio, anche un’altra impegnativa promessa. E così, tanto per ricordare, sembra oggi il caso di segnalare che egli s’impegnò a proporre ufficialmente Lampedusa, “questa frontiera della civiltà occidentale”, per il Premio Nobel per la Pace. Seguì la consueta barzelletta, com’è ovvio dedicata alle signore del posto, sul campione di donne alle quali viene chiesto se vogliono fare l’amore con Berlusconi, e il 30 per cento risponde “Magari”, e il restante 70: “Ancora una volta?”.

Tanto per ricordare. In serata un barcone carico di immigrati colò a picco nel mare di Lampedusa. A detta dei superstiti erano annegate 11 persone.

No a qualsiasi alleanza con l’UDC

Lo ripeterò fino alla noia. Non è possibile pensare ad alleanze con chi guarda anche al PDL. Vale a livello nazionale, regionale, provinciale, comunale. Ovunque. Basta con la politica dei due forni. In politica, mai come oggi, c’è bisogno di chiarezza.

PD siciliano nel caos, sempre di più

Quando si decideranno, i vertici del PD, a cacciare dal partito il senatore Crisafulli, ancora una volta protagonista in negativo della vita del PD Siciliano? Sia chiaro, Mirello non va cacciato per uno spintone o un insulto. Semplicemente, in Sicilia come nel reso d’Italia non è possibile avere contatti con la mafia, per chi fa politica nel mio partito. Così come non ci si allea con chi fa del voto di scambio la sua arma politica vincente, nel mio partito. Vedere alla voce Lombardo.