Archivio mensile:Novembre 2011

Vip-Kebab

La sfida di Stefano Strini gira su uno spiedo e profuma di arrosto: vincere i pregiudizi dei parmigiani come lui sul piatto mediorientale. Missione non facile, in una città fiera delle sue tradizioni alimentari, dove qualche mese fa l’ex sindaco Pietro Vignali scriveva alla Regione per controllare la diffusione di negozi etnici.

Vuoi vedere che dove i comuni mortali hanno fallito, riuscirà un ex-vip?

Prima gli elettori

Continua la raccolta firme promossa da Prossima Italia per consentire agli elettori del PD di scegliere i propri candidati alla Camera e al Senato con le primarie, qualunque sia la legge elettorale. Sabato, a Minturno, nel corso dell’iniziativa di Un Cantiere per Minturno, ne abbiamo raccolte un pò e proseguiremo anche durante i prossimi incontri. Per chi volesse, inoltre, è possibile firmare anche on-line, qui.

 

Il resoconto dell’assemblea del Cantiere

Sabato sera si è tenuta l’assemblea organizzata da Un Cantiere per Minturno. Una prima occasione per far ripartire il dialogo tra cittadini e forze politiche, da troppo tempo assente sulla scena politica minturnese. Partecipazione in linea con le aspettative, presenti i rappresentanti di PD, IDV, UDC, SEL e Verdi, ma anche del centrodestra, che hanno colloquiato per più di due ore su temi concreti, che riguardano la qualità della vita di tutti i cittadini di Minturno.

L’introduzione degli organizzatori ha ribadito ancora una volta lo spirito del cantiere, ossia condividere con i partecipanti una visione del futuro, un progetto per Minturno e quindi donare al centrosinistra le proposte uscite preliminarmente dall’ incontro e dai successivi incontri operativi che si vorrebbero tenere quanto prima, tenendo presente che l’approdo naturale della condivisione di un progetto sarebbe lo svolgimento delle primarie per la scelta del candidato a Sindaco, ritenute lo strumento migliore per acquisire credibilità e aprirsi a quelle richieste di cambiamento e partecipazione che ormai giungono chiarissime da ogni parte. Si è passati poi ad illustrare delle proposte sul turismo, che deve puntare non più sulla quantità ma sulla qualità, tenendo conto che è prioritario far emergere dal circuito dell’illegalità l’offerta di case da destinare alla villeggiatura. Sarebbe necessario incentivare la creazione di una serie di micro-strutture alberghiere a conduzione familiare da inserire in un circuito istituzionale a cura di un’agenzia turistica “comunale” che si occuperebbe anche di stabilire contatti con paesi esteri per determinare, così, un allungamento della stagione turistica, compatibilmente con il carico antropico sopportabile dalla nostra cittadina. La conversione di edilizia residenziale in strutture ricettive potrebbe beneficiare di quanto previsto dal Piano Casa Regionale, offrendo così anche risposte alle necessità del cosiddetto “partito dei geometri”. Invece di continuare a consumare suolo, riconvertire e ristrutturare l’esistente. Di pari passo con il miglioramento dell’offerta turistica dovrebbe migliorare l’offerta culturale, valorizzando soprattutto le frazioni come polo attrattivo di manifestazioni di qualità. A proposito di cultura, sarebbe necessario, finalmente, destinare l’area ex SIECI alla creazione di un centro multiculturale comunale, con auditorium, biblioteca e spazi da affidare ad associazioni di promozione culturale che operano sul territorio, affidando la redazione del progetto ad un concorso di idee internazionale. Passando ai rifiuti, il Cantiere propone la revoca dell’appalto alle EGO-ECO, la ri-municipalizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti e la costituzione di un servizio di raccolta differenziata che mutui dalle esperienze positive già in essere in molti comuni italiani, anche molto vicini. Un occhio di riguardo alle energie alternative, soprattutto per gli edifici pubblici che dovranno essere dotati di impianto fotovoltaico ed essere autonomi da un punto di vista energetico. Una particolare attenzione è stata posta allo strumento del bilancio partecipato, già previsto dalla normativa regionale della Toscana e applicato con successo in numerose comunità.

Passando agli interventi dei partecipanti, Vito Romano ha puntato il dito contro i padroni occulti del Comune, che hanno imposto i principali appalti in essere, ossia quello della EGO-ECO e della SOES e che vogliono che nulla cambi. Vito ha ricordato come già nel ’94, all’epoca della sua breve esperienza come Sindaco, era stato stipulato un accordo con l’Università di Cassino per spostare presso l’ area ex SIECI parte dei corsi di Laurea. L’dea di realizzare un polo universitario nell’ex sito industriale è rimasta lettera morta. Vito infine ha evidenziato l’importanza di definire la variante al PRG e ai Piani Particolareggiati, mai approvati nonostante i soldi dei contribuenti spesi in costosissime consulenze perché l’abusivismo è stato un volano per l’economia locale.

Emanuele Conte, al rientro a Minturno dopo una vita passata a Parma ( dove ha sempre fatto politica e dove, tra l’altro, è stato assessore allo sport in provincia) ha trovato persone tristi e incattivite, nonostante il sole, forse perché si rendono conto che, allo stato attuale, Minturno è un paese senza futuro. Emanuele ha parlato di un voto che deve dare speranza e soprattutto un alternativa a chi ha governato in questi anni ed è responsabile dello sfacelo che è sotto gli occhi di tutti. Emanuele ha parlato di legalità, da pretendere da parte di chi lavora, da realizzare con la partecipazione di tutti: istituzioni, sindacati e famiglie, che non devono più tollerare che i propri figli lavorino in nero, sfruttati, ma debbono avere la forza di pretendere che siano assunti regolarmente. Infine ha ribadito la necessità di svolgere le primarie rivolgendo un appello ai partiti e alle persone affinché si spoglino del proprio potere e non abbiano più paura.

Antonio Gagliardi ci ha parlato di mobilità e della necessità di passare la concessione delle maggiori strade comunali sotto la competenza della provincia dato che il comune non può mantenerle adeguatamente per mancanza di risorse. Ci ha parlato della possibilità di utilizzare spazi da destinare ad uffici e ad associazioni che sono attualmente ad uso scolastico ma che verranno liberati a seguito del’accorpamento degli istituti. Ci ha parlato della necessità di riscrivere la carta dei servizi, di creare polo fieristico nelle aree industriali dismesse di redigere un piano delle antenne e infine di collocare all’interno del territorio comunale un liceo musicale.

Roberto Lepone, ex vicesindaco, ha rammentato l’importanza di una partecipazione dal basso dato che spesso i partiti perdono i contatti con la realtà e con le esigenze dei cittadini. Ha inoltre ricordato alcuni provvedimenti che avrebbe voluto prendere se la giunta non fosse caduta, primo su tutti l’adesione al Patto dei Sindaci. Ha insistito sulla necessità di investimenti in cultura, in energie alternative, del raggiungimento, da parte de comune, di una certificazione di Qualità e dell’istituzionalizzazione dei servizi che non sono una concessione a un diritto. Infine ha evidenziato le opportunità di lavoro per i cittadini che derivano da una nuova concezione del turismo, da pensare come un’industria vera e propria.

Mimma Nuzzo, ex capogruppo del PD, ha parlato di cittadinanza partecipata e della necessità, da parte degli amministratori, di non perdere il contatto con le persone. Ha auspicato una la città possa essere più pulita, più sicura e più attenta alla cultura. Mimma ha sottolineato il fatto che i programmi elettorali sono potenzialmente tutti belli ma sono le persone che fanno la differenza. Infine ha rivolto un accorato appello all’unità del centrosinistra, invitando a non perdere tempo perché di tempo non ce n’è più.

Viviana, dal pubblico, ha chiesto che sia rivalutato il lungomare anche con l’istituzione di una pista ciclabile, che sia istituito un fondo sociale per aiutare le famiglie in difficoltà, che sia incentivato il ricorso ad energie alternative, che sia posta più cura alla pulizia e che aumentino i controlli sul conferimento dei rifiuti nei cassonetti.

Beniamino Gallinaro, segretario provinciale di SEL, ha fatto un appello affinché si costituiscano coalizioni coese e si è detto favorevole alle primarie anche per dirimere eventuali divergenze programmatiche. Ha evidenziato le potenzialità del settore turistico ma in una cornice di legalità, di tutela del territorio e di sinergia con le altre città del golfo.

Gerardo Stefanelli, intervenuto in veste di cittadino e non di assessore provinciale all’ambiente, ha auspicato una rinascita democratica fondata non tanto all’appartenenza politica quanto alla netta distinzione tra persone oneste e persone disoneste. Ha invitato ad un approccio pragmatico con la soluzione dei problemi del comune che deve fare i conti soprattutto con le risorse disponibili. Infine ha evidenziato la necessità di investire in energie rinnovabile, di rendere trasparenti gli atti dell’amministrazione, di attivare il comune come ente sussidiario per garantire la protezione sociale delle persone in difficoltà e infine di destinare le dovute risorse alle scuole.

Emanuela Ambrosino, che ringraziamo in maniera particolare per il supporto fornito al Cantiere, si è soffermata sulla difesa del mare, della qualità delle acque nel Golfo di Gaeta e sul valore della legalità quali elementi principali per una rinascita del Comune.

Claudio Camerota ha evocato la vittoria del centrosinistra nelle passate amministrative, grazie alla quale si è scalfito un potere granitico, seppur tale vittoria contenesse già, in sé, il germe della sconfitta. Ha quindi esortato ad una maggiore coerenza nell’azione politica perché le parole non possono essere contrabbandate per ciò che non sono, pena l’essere “scoperti” e quindi giudicati in maniera negativa dai cittadini.

Pino D’Amici, consigliere uscente del PDL e gradito ospite, ha sottolineato come,a suo avviso, le ideologie e l’appartenenza politica non debbano più essere utilizzate quali categorie per definire la bontà delle proposte in campo, ma piuttosto debbano essere prese in considerazione le idee delle persone e le storie personale di chi avanza proposte. Ha criticato lo strumento del bilancio partecipato, che rischia di apparire come un inutile controllo sull’attività di chi ha avuto già una delega dai cittadini in forza della sue elezione e ha piuttosto invitato ad istituire le consulte di frazione.

Ciro Pignalosa ha posto l’accento sulla necessità di rendere ordinario ciò che oggi, nell’amministrazione, appare come straordinario, mettendo mano pesantemente all’organizzazione della macchina comunale. Infine ha chiesto di porre una particolare attenzione alla gestione delle spiagge libere, ad oggi tenute in pessime condizioni.

Il PD Lazio alle primarie #occupypdlazio

”Le primarie nel Lazio sono una vittoria per tutto il partito, perche’ rappresentano una scelta di democrazia e segnano un ritorno allo spirito originario del Pd: aperto, inclusivo e trasparente”. Lo afferma il vicepresidente del partito democratico, Ivan Scalfarotto. ”Questa – continua – e’ la vera scelta di unita’: restituire ai cittadini l’ultima parola per una responsabilita’ cosi’ importante come quella del segretario regionale in base a un confronto trasparente di programmi e persone”. ”Quella delle primarie era una scelta dovuta – sottolinea Scalfarotto -, ma non scontata e bisogna dare atto a chi ha convintamente portato avanti questa battaglia di trasparenza, primi fra tutti Giovanni Bachelet e Cristiana Alicata, a cui da subito ho accordato tutto il mio appoggio. Le primarie sono forse il patrimonio piu’ importante del nostro partito e sono lo strumento migliore per acquisire credibilita’ e aprirsi a quelle richieste di cambiamento e partecipazione che ormai ci giungono chiarissime da ogni parte. Con questa decisione torna ai cittadini e alle cittadine uno spazio in piu’ di democrazia e al nostro partito – conclude il vicepresidente Pd – un canale fondamentale e prezioso di ascolto e dialogo con il nostro elettorato”.

Cosa aggiungere alle parole di Ivan? Finalmente, nel Lazio, il PD potrà iniziare di nuovo a fare politica. Non era un risultato scontato, davvero. Nelle ultime settimane si è fatto di tutto per aggirare lo statuto, stravolgere il mandato del commissario Vannino Chiti e ridare vita ad un’assemblea delegittimata già nel luglio dello scorso anno. Il problema, ovviamente, non era Gasbarra, che sarebbe un degnissimo segretario regionale. Il problema era il metodo. E, grazie al coraggio di Giovanni e alla capa tosta di Cristiana, è stata vinta una battaglia decisiva per la vita del PD. Adesso inizia la parte bella e difficile: convincere iscritti ed elettori della bontà della proposta di Giovanni bachelet. Ma con una certezza in più: gli iscritti e i militanti del PD contano ancora qualcosa, hanno la forza di indirizzare, dal basso, le scelte del partito. E di questi tempi, non è poco.

Forse non hanno capito bene qual’è il clima

Il trafiletto è parte di un’intervista rilasciata oggi da Esterino Montino, capogruppo PD alla regione Lazio, al Corriere della Sera.

Ecco, per dirla alla Nico Giraldi, alias Commissario Munnezza, “io nun voglio fa’ er demagogo, ma nun voglio manco esse’ demastronzo”. Se l’amico Montino si è accorto che il clima è cambiato, allora si renderà anche conto che una risposta del tipo “non si possono toccare diritti acquisiti”, quando si parla di vitalizi dei politici, è di quelle che istigano all’uso del forcone. E secondo me dà anche la misura di quanto, molti politici, vivano fuori della realtà. Svegliatevi.

 

L’unico candidato ufficiale alla segreteria del PD Lazio

In provincia di Latina esiste un pezzo consistente di PD che appoggia la candidatura a segretario regionale di Giovanni Bachelet.

Questo l’articolo apparso stamane su Latina Oggi.

Questo, invece, il testo integrale del comunicato stampa inviato.

In vista dell’assemblea regionale del PD, convocata per il prossimo 26 novembre con all’ordine del giorno gli “adempimenti statutari per l’elezione del segretario regionale”, sentiamo di dover fornire il nostro appoggio incondizionato all’unico candidato ad oggi ufficialmente in campo: Giovanni Bachelet.

Con coraggio e spirito di servizio Giovanni Bachelet ha messo a disposizione del PD regionale la propria storia personale nonché una proposta politica improntata innanzitutto al rispetto delle regole statutarie, in primis quella che prevede l’elezione del segretario regionale con le elezioni primarie. La difesa di uno strumento che riveste un’importanza fondamentale per un partito aperto alla partecipazione di cittadini ed elettori ha costretto una buona parte dei dirigenti regionali a rinunciare all’idea di scegliere il neo-segretario regionale con i soliti metodi poco trasparenti, attorno a caminetti e mediante accordi tra i capicorrente.

Tutto ciò ha provocato non pochi malumori tra chi, nel partito regionale, pensava di poter giocare la partita della segreteria su altri tavoli e farne merce di scambio per garantire la persistenza di equilibri interni che hanno portato il PD Lazio nelle condizioni che tutti ben conosciamo e per poter condizionare le candidature alla Camera e al Senato in vista delle prossime elezioni politiche.

Ma non manca, nel programma del deputato presidente del Forum Nazionale Politiche dell’Istruzione del Partito Democratico, la volontà di “girare le province per conoscere e vedere con i propri occhi, valorizzare i circoli sani, curare i malati, ricucire i divorziati, bonificare gli inquinati, certificare e seppellire i morti” e di “voltare pagina rispetto a spartizioni e etichette che non ci hanno portato fortuna, non per fagocitare e annullare la diversità e il pluralismo, bensì per valorizzarle nuovi e vecchi militanti che hanno un contributo da dare”.

Invitiamo quindi gli amici democratici della provincia di Latina a sostenere con coraggio la candidatura di Giovanni Bachelet, che rappresenta l’unica proposta ufficiale e credibile in campo, e aggiungiamo, anche in grado di liberare il PD Lazio dal drammatico immobilismo politico in cui si trova da troppo tempo.

Nicoletta Zuliani, Gianmarco Proietti, Nazzareno Ranaldi, Lorella Attanasio, Mimma Nuzzo, Raffaele Viglianti, Alessandra Arena, Cosmo di Perna, Fabio Luciani, Ernesto Schiano, Raffaele Vallefuoco

Il valore degli immigrati

Nel momento in cui molti sono in tensione, aspettando di vedere se e quanto le prossime manovre toccheranno stipendi, case o pensioni, il Presidente Napolitano ci stimola ad alzare lo sguardo.
Ci invita, finalmente, a pensare anche agli «altri». Alle minoranze religiose, culturali, e, in particolare, a tutti quei bambini nati in Italia da stranieri che l’Italia si ostina a non voler considerare suoi cittadini. E così facendo Napolitano ci fa riflettere su cosa significa essere comunità inclusiva, che accoglie, che cresce senza discriminazioni e senza chiusure. Una riflessione importante non solo per il suo lato profondamente umano e valoriale, ma anche per il suo aspetto sociale ed economico.
Da sempre chiusura e protezionismo, tanto nelle società quanto in economia, portano isolamento e regressione. L’apertura non solo porta al proprio interno nuove energie, nuove idee e più dinamismo, ma proietta all’esterno l’immagine di una comunità forte, attrattiva, che non teme il confronto e le influenze esterne, ma che le integra e si alimenta di esse. E’ stata questa, per esempio, la grandissima forza degli Stati Uniti nei due secoli passati…

…Ma per capire il valore che gli immigrati possono portare in una società non c’è bisogno di guardare alla storia e al passato degli Stati Uniti: basta aprire gli occhi e saper vedere l’Italia di oggi. Gli immigrati rappresentano ormai una componente fondamentale della nostra economia e della nostra società, molti settori crollerebbero senza di loro. Come ci dicono i dati dell’Istituto Tagliacarne, che assieme a Unioncamere monitora il contributo degli stranieri alla nostra economia, ci sono settori, come quello delle costruzioni, in cui addirittura un quarto del valore aggiunto prodotto è dovuto agli stranieri. Sempre secondo le stime del Tagliacarne, il contributo complessivo degli stranieri al valore aggiunto prodotto in Italia è stato, nel 2009, di oltre 165 miliardi di euro, il 12,1% del totale.
Non solo, ma attraverso il loro lavoro gli immigrati contribuiscono anche ai nostri servizi e alle nostre pensioni. Pochi sanno che i contributi versati dagli immigrati all’Inps ammontano a sette miliardi e mezzo di euro, ovvero il 4% di tutte le entrate dell’Inps, una cifra altissima soprattutto se si considera che sono pochissimi gli immigrati che, invece, beneficiano di pensione dallo Stato italiano. E sono pochi non solo perché molti devono ancora maturarla, ma perché sono tanti quelli che dopo alcuni anni tornano poi nel loro Paese di origine lasciandoci in dote i loro contributi. Questo significa, come ben documenta l’ultimo libro di Walter Passerini e Ignazio Marino («Senza Pensioni», Chiarelettere), che gli immigrati stanno supportando in modo sostanzioso anche il nostro sistema di welfare sociale oltre che economico. E possiamo immaginare quanto maggiore potrebbe essere tale contributo se riuscissimo finalmente ad affrontare questo tema con meno foga ideologica e meno paure, aiutando molti stranieri ad integrarsi, cominciando dal rendere i loro figli, che di fatto sono italiani, cittadini a tutti gli effetti.

Le conseguenze di un’apertura di questo genere sarebbero molto importanti, e non solo in termini economici. Pensiamo a cosa possa significare per una famiglia, e soprattutto per dei bambini e dei giovani, sentirsi parte integrante della società in cui vivono e lavorano, sentirsi portatori degli stessi diritti e doveri di chi gli sta intorno. L’emarginazione genera rancore, odio, rende inevitabilmente arrabbiati contro chi ti esclude. L’integrazione, quella piena e sincera, dà e genera fiducia, coesione, identità collettiva. E questo aiuta a prevenire malesseri sociali, conflitti, criminalità. E aiuta a fare fronte comune contro i problemi e le crisi, in nome di un Paese che non è soltanto di quelli che in qualche modo se lo sentono nel sangue, ma di tutti quelli che lo hanno scelto con passione, determinazione e amore.
Irene Tinagli, La Stampa, 23/11/2011