Archivi giornalieri: 4 Novembre 2011

Una storia del sud

Na tazzulella ‘e cafè…cu ‘a sigaretta ‘a coppa pe’ nun vedé…
S’aízano ‘e palazze, fanno cose ‘e pazze, ce girano, ce avòtano,
ce jéngono ‘e tasse… E nuje passammo ‘e guaje, nun putimmo suppurtá…
e chiste, invece ‘e dá na mano, s’allisciano, se váttono, se mágnano ‘a cittá!…

Il mio amico Gaetano ha studiato, è ingegnere civile. Vive in un paese alle porte di Napoli, uno di quei posti che se non ci nasci non puoi capire.  Vuole fare la professione, deve essere un vizio di famiglia. Padre geometra, fratello ingegnere pure lui. Si laurea presto presto e inizia a lavorare in proprio. Le case si costruiscono, dalle sue parti. E lui fai calcoli per case a tre piani che saranno costruite in una settimana, alla faccia del cemento che deve maturare, tanto, ingegnè, ce mettimm’ ll’additivo. Tutto abbusivo. Poi ci pensa il proprietario a sanare la questione, basta fare una DIA fasulla e oplà, la casa fatta da zero diventa la ristrutturazione di una casa degli anni ’40. Chi deve controllare non controlla. I vigili urbani, la ASL, l’ispettorato del lavoro. Tutti quanti. Quelli chiamano prima di arrivare, in cantiere. E allora il capomastro gli dice: jammuncenn’ a piglia’ o’ ccafè. E tutto si acconcia, come per miracolo.

Gaetano non ce la fa più a fare le case così. Se non vuoi fare le case per i privati puoi sempre provare a lavorare per le pubbliche amministrazioni. E Gaetano trova i politici, di tutti i partiti, destra e sinistra. Gaetà nun ce sta problema, io l’appaltino te lo do. Ventimila euro di incarico, cos’ non serve nemmeno la gara. A te 17 mila, a me tre mila. ci stai?

E poi ci sta la camorra. Quella ll’è pavà sempre.

Il vicino di casa di Gaetano è un onorevole, ma a quella porta lui non ci ha mai bussato. I colleghi di Gaetano invece fanno la fila davanti alla sua porta, e quello per toglierseli dalle palle qualche cosa gliela allunga. I colleghi ingegneri di Gaetano faticano tutti quanti.

Il padre gli ha insegnato che si può anche essere comprensivi, vedere quello che si può fare e quello che non si può fare. Però gli ha anche detto che appena vede una busta li deve sbattere fuori dalla porta, perchè quelli si fottono la tua libertà.

Gaetano se ne va. Non ce la fa più. Chiude lo studio e se ne va a Roma, a fare il precario. I colleghi ingegneri sono rimasti e s’aizan’ e’ palazz’.  Mi dice con tanta amarezza che le cose, da quelle parti, non cambieranno mai. Io vorrei dirgli che non è così, che una speranza ci sta sempre, ma forse non ci credo tanto nemmeno io.

È il destino di certe terre, perdere i loro figli migliori. Una terramadre un pò zoccola che prima ti dà la vita, e poi ti tradisce e ti toglie ogni speranza.

#OccupyPD #novitalizi – Atto secondo

Nei giorni scorsi abbiamo dato il nostro contributo all’iniziativa lanciata da Pippo per dare sostanza agli hashtag #OccupyPD e #novitalizi. E abbiamo quindi scritto al nostro consigliere regionale Claudio Moscardelli.

Oggi Claudio ci ha risposto così.  Grazie Claudio.

Abbiamo proposto: 1) l’abolizione dei monogruppi, ossia la formazione di gruppi consiliari con un solo consigliere regionale, proposta approvata dalla giunta per il regolamento e da votare in Aula; 2) la diminuzione delle commissioni consil…iari; 3) l’abolizione del vitalizio e il passaggio ad un trattamento esclusivamente contributivo. Quest’ultimo punto è oggi oggetto di impegno da parte della conferenza dei Presidenti delle Regioni e presto si tradurrà in provvedimenti conseguenti. A livello di legge elettorale, dopo la diminuzione dei consiglieri da 70 a 50, abbiamo proposto, tra l’altro, l’abolizione del listino e la doppia preferenza di genere. Ritengo necessario anche diminuire l’ampiezza della circoscrizione elettorale Roma-Roma provincia. Si tratta di una circoscrizione di 4,3 milioni di abitanti su una regione di 5,8 milioni di abitanti che esprime oltre il 70% dei seggi: è evidente lo squilibrio che produce a livello di rappresentanza e di scelte ed inoltre impegna i candidati sul piano economico in modo eccessivo. Ridurre l’ampiezza delle circoscrizioni elettorali a non più di 500 mila abitanti sarebbe una soluzione valida. detto questo ritengo che l’attenzione debba essere centrata di più sul governo regionale e sui governi in genere, altrimenti l’unico punto di crisi diventano le assemblee elettive e non i governi che amministrano male e che soprattutto spendono di più. Due esempi: durante la Giunta Storace i dirigenti della regione sono passati da 200 a 600, quando la Lombardia ne ha 180. Durante la legislatura scorsa, abbiamo riportato i dirigenti a poco più di 200. Le società regionali durante la scorsa legislatura sono diminuite mentre la Polverini ne ha attivate di nuove, ha nominato tutti assessori esterni, tranne due, con aggravio dei costi e ha speso per esempio 15 milioni di spesa corrente per la pubblicità all’aeroporto di Fiumicino con un solo provvedimento a luglio scorso. Poi sono 18 mesi che la Regione non fa un solo investimento in conto capitale per opere pubbliche nei comuni della regione.

Saluti, Claudio Moscardelli

Ottimo inizio, ci sembra. Però siccome l’osso non va mollato con facilità, abbiamo subito chiesto a Moscardelli, consigliere regionale e consigliere comunale a Latina, se non ritenga necessario anche porre fine all’usanza di mantenere doppi incarichi. Stay tuned!

#OccupyPD – #novitalizi