Archivi giornalieri: 31 Maggio 2012

La giustizia secondo Grillo

Quanto ai politici del passato, niente tribunali per gli eventuali reati, ma processi di piazza: «Abbiamo delegato dei truffatori che dovranno rispondere di quello che hanno rubato. Ce lo ricordiamo come siamo finiti nella crisi. Quindi i responsabili verranno giudicati e dovranno restituire i soldi che hanno rubato come i mafiosi. Ci sarà un giudizio pubblico. Concittadini estratti a sorte, incensurati, che diranno quali lavori socialmente utili far fare a questa gente che ha rovinato il Paese».

Il resto lo trovate qui.

Ha ragione da vendere, Cristiana.

10 cose buone

Domani esce su carta il libro di Pippo.

A me piace ancora avere tra le mani il volume, sfogliare le pagine, odorarle. Ma chi volesse comprare la versione ebook, può andare qui. Poi mi fate sapere.

Palloni (s)gonfiati

Andrea mi ha segnalato un articolo di Tommaso Pellizzari pubblicato su Il Corriere della Sera:

Invece di accusarlo di essere il nuovo oppio dei popoli, e di guardarlo per questa ragione con distacco o disprezzo, molti intellettuali neomarxisti o semplicemente antiliberisti farebbero bene a osservare il calcio da vicino, perché potrebbero scoprire cose interessanti. Tra cui soprattutto una: il calcio è quel microcosmo in cui l’applicazione pratica dei principi fondamentali del neoliberismo nella sua versione più radicale (in estrema sintesi, quella per cui solo ilmercato puro è in grado di regolare se stesso) ne ha reso evidenti molti limiti. In particolare, il calcio contemporaneo dimostra che alcune delle critiche fondamentali mosse all’ideologia neoliberista contemporanea si sono rivelate fondate. E cioè: a) non è per l’appunto vero che, senza intervento di un’autorità indipendente superiore agli attori in campo, un mercato finisce comunque per autoregolarsi; b) senza interventi redistributivi dall’alto i ricchi tenderanno a diventare sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri; c) sul mercato del lavoro, gli operatori devono affrontare la concorrenza di forza lavoro extracomunitaria; d) l’eccesso di finanziarizzazione crea un eccesso di dipendenza dalle fluttuazioni dei mercati e finisce per allontanare il cuore dell’impresa dal territorio di cui è espressione e fornitore d’identità al tempo stesso.

Il resto qui.