Archivio mensile:Settembre 2012

Polverini dimettiti

Per me una foto del genere, in un contesto del genere, potrebbe bastare affinché la Polverini si dimettesse. Poi certo, c’è anche il resto. Ma la dignità, la decenza, il senso del ridicolo dovrebbero essere al primo posto.

Destabilizzare per #occupyprimarie

“Civati ha preparato ben sei referendum di partito. I Referendum PD sono forse l’atto più forte e destabilizzante che lui e il suo gruppo sono riusciti a portare alla dirigenza del partito, immobile e ripiegata su sé stessa da ormai più di venti anni. Lo stanno facendo impiegando le regole dello Statuto. E non solo tramite il web: Civati può contare su una vasta rete di sostenitori, forse ancor più estesa di quella di Renzi, che invece ha pescato molto fuori del partito per realizzare il proprio staff. Civati, forse non lo sa, ma è la più importante chance di sopravvivenza del partito medesimo. Questo il segretario Bersani (non il candidato) dovrebbe considerarlo. Tramite i referendum, se mai verrà raggiunto il numero minimo di firme richiesto, Civati obbliga il PD alla partecipazione dell’elettorato nelle decisioni, fatto che viene visto come fumo negli occhi da Bersani/Bindi e che Renzi si guarda bene dal nominarlo.”

Un post lucidissimo sulla situazione. Il resto qui.

Ci vuole un progetto per stare insieme

 Personalmente Adinolfi non mi piace. Come persona, come politico (!). E non mi piacciono nemmeno le cose che dice. Prendete l’appello ai giovani del PD ad unirsi per battere Bersani e la nomenklatura, poi si vede. Ecco, esempi di raggruppamenti contro qualcuno ne abbiamo avuti tanti, negli ultimi anni. E sappiamo com’è andata a finire. Senza un progetto condiviso non si va da nessuna parte. E Renzi, Civati, Serracchiani, Scalfarotto un progetto comune non ce l’hanno. Forse l’hanno avuto per un periodo, poi Renzi è stato folgorato sulla via di Pomigliano D’Arco, prima che sulla via di Arcore, ed è morto tutto.

 

E amen.

 

Il PD nel mondo dei sogni

Nei mesi passati qualcuno aveva evidenziato la necessità che il PD anticipasse il congresso del 2013, giusto per chiarirsi le idee su alcuni aspetti rimasti irrisolti. Quisquilie. Bazzecole. Tipo la linea del partito sui temi economici, o sui diritti, o sulle alleanze. Robetta così. Oggi, molti lamentano il fatto che le primarie per la scelta del candidato premier del centrosinistra rischiano di diventare un altro congresso del PD, visto che i candidati ufficiali, ad oggi,  sono tutti del PD o quasi (Tabacci non conta una mazza, diciamocelo, e Vendola si sta sfilando). Nel frattempo non è stata emanata uno straccio di regola, e la legge elettorale rimane una chimera. Tutto previsto, eh. Fa sempre comodo poter dire, ad un mese dalle primarie, che non si fa più in tempo. Vabbè. Ma a questo punto, carissimi quelli che si scandalizzarono alla richiesta di un congresso anticipato, non sarebbe stato meglio farlo, ‘sto congresso? Chi l’avesse vinto sarebbe stato legittimato ad essere l’unico candidato del PD alle primarie del centrosinistra, senza modifiche allo statuto. Si sarebbe tolto un alibi a chi non vuole partecipare, oggi, perchè non vuole restare invischiato in regolamenti di conti interni al PD. Magari i candidati indicavano anche il successore alla segreteria, tanto per non perdere tempo a cercarne un altro dopo le elezioni. Il tutto attualizzato all’oggi, e non riferito al 2009, che sono passati secoli, da allora.  Mah… Tutto troppo bello, troppo semplice, troppo lineare.

Forse

L’ottimismo? È il sale della vita! Così recitava Tonino Guerra in uno spot televisivo di qualche anno fa.

Un principio universalmente valido, applicabile con entusiasmo alle vicende con le quali ci confrontiamo nello squadernarsi delle nostre esistenze.

Applicabile anche alla politica? Ecco, qualche certezza inizia a vacillare, viste le pessime prove di sè che il mondo politico ha dato nell’ultimo ventennio.

Applicabile anche al Partito Democratico? Beh, in questo caso Guerra rischia di essere smentito alla grande. Prendete, ad esempio, la questione delle regole per le primarie, tanto per il candidato premier quanto per la scelta dei parlamentari. Da quanto tempo si lanciano a Bersani appelli affinchè sia definito il quadro entro il quale iscritti ed elettori possano partecipare a scelte tanto importanti per la vita del PD e del Paese? Tanto tempo sta passando, e ad oggi ancora non si è stabilito praticamente nulla.

Forse il 6 ottobre prossimo si terrà l’assemblea nazionale, nella quale, forse, sarà approvata una deroga allo statuto che consenta ad altri candidati del PD di partecipare alla competizione. Forse il doppio turno, giusto per congressizzare ulteriormente la scelta del candidato premier. Forse si favoriranno forme ampie di partecipazione (ma che vuole dire? che potranno votare i parenti prossimi degli iscritti?). Forse si consentirà di partecipare a tutti. Forse si utilizzerà l’albo pubblico degli elettori e delle elettrici. O forse si richiederà di essere iscritti in un nuovo registro. Forse si parlerà anche del limite dei mandati. O forse no. Forse diranno che a due mesi dalle Primarie è troppo tardi per definire tutta ‘sta roba. Anzi no, quella è una certezza.

Il consigliere Del Balzo risponde ma…

“Io non indosso cravatte”. Scherza Romolo Del Balzo, rispondendo alle domande fatte da Raffaele Viglianti (PD), in merito allo “scandalo” delle spese sostenute dal gruppo consiliare del PDL alla Regione Lazio, nell’ambito dell’indagine aperta dalla Procura di Roma sulla gestione dei fondi del Pdl, nella quale è indagato per peculato l’ex capogruppo, Franco Fiorito, che si è autosospeso dal partito.

“Non ho mai partecipato a cene o feste organizzate a Roma – precisa Del Balzo – la mia attività resta nella provincia di Latina. Di certo vado a cene di partito, con amici di partito. E non ho mai fatto regali quali cravatte, bottiglie di vino o altro con i soldi del partito. Di regali ne ho fatti ma solo alla mia famiglia e con soldi miei”.

Prendiamo atto. Ad onor di cronaca e per completezza di informazione vi segnalo anche un articolo de Il Fatto Quotidiano che riporta alcune indiscrezioni in merito ad un dossier che Fiorito, ex capogruppo PDL alla Regione Lazio, avrebbe confezionato contro i suoi ex-colleghi.

Soldi della Regione per assumere parenti e finanziare la bella vita dei consiglieri Pdl. Il dossier confezionato da Franco Fiorito, ex capogruppo del partito, ora indagato per peculato, coinvolge anche Arianna Meloni, sorella del più famoso ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, nonché moglie di Francesco Lollobrigida, assessore regionale ai Trasporti. L’ex capogruppo del Pdl sputa veleno sui suoi ex compagni: dalla parentopoli interna alle spese pazze, ovviamente tutte pagate con i soldi dei contribuenti. Arianna Meloni, secondo quando riporta il dossier che in Regione sta girando da un ufficio all’altro, sarebbe stata assunta come dipendente, con un contratto di tremila euro al mese. Persone a lei vicine affermano che lavora in Regione dal ‘99 ed è ancora precaria. Ma dopo la maternità non è mai ritornata nella sua postazione, essendo sempre in servizio esterno. A seguire nella lista nera, ci sono anche Alessandra Sabbatini, cognata del deputato Fabio Rampelli. Poi ci sono Carmela Puzzone e Elisabetta Pimpinella, dipendenti del gruppo Pdl, legate a Romolo Del Balzo, consigliere regionale finito in manette nel 2010, per truffa e frode in appalto pubblico: Carmela infatti è la moglie, Elisabetta la nipote.

Qualche domanda al consigliere Del Balzo

In queste ore le cronache ci parlano dell’ultimo “scandalo” che riguarda le spese sostenute dal gruppo consiliare del PDL alla Regione Lazio. Cravatte di Marinella, champagne, vini, viaggi, auto, cene, feste. Per fini che, probabilmente, hanno ben poco di istituzionale. Non sono i primi: i casi Lusi e Belsito, fatte le dovute differenze, insegnano che il malcostume è trasversale. Anche se, proprio in questi giorni, il Gruppo Consiliare del PD alla Pisana pubblica il suo bilancio, segno di una trasparenza che non appartiene a tutti.

Il gruppo consiliare del PDL in Regione annovera, tra le sue fila, anche il concittadino Romolo del Balzo. Premesso che, dalla lettura dei giornali, non compaiono nomi di consiglieri che abbiano beneficiato direttamente di un tale uso distorto di finanziamenti pubblici. Può dirci però, l’On. Del Balzo, se ha mai usufruito delle spese “pazze” sostenute dal proprio gruppo con i soldi dei contribuenti? Se ha mai partecipato a cene e feste organizzate per fini che esulano dall’attività politica sostenuta dal partito di appartenenza? Se ha mai elargito regali quali cravatte, vini, champagne, acquistati con i fondi messi a disposizione quali contributi regionali per l’attività del gruppo consiliare del PDL?

Attendiamo fiduciosi una risposta.

Grazie Pierfrancesco

Bellissime le parole di Pierfrancesco Majorino sui referendumPD:

“Non male l’iniziativa sui referendum PD di Civati e Co. Finalmente qualcuno che chiede qualcosa sulle cose da fare e non sulle magliette da indossare”.