Archivi giornalieri: 2 Aprile 2013

Un progetto da costruire insieme #prossimalatina

“Per qualcuno rappresentano a pieno titolo una porzione della coscienza critica del partito. Per altri, sono soltanto due tra i più accaniti dissidenti di «minoranza». Comunque la si decida di pensare, al petto di Fabio Luciani e Raffaele Viglianti sono appuntati da anni i gradi di luogotenenti del Partito Democratico della provincia di Latina. Carica che consente a entrambi, specie in un momento di grande incertezza del piddì nazionale e non solo, di salire in cattedra e offrire al partito un contributo di idee.” Valerio Sordilli, Latina Oggi del 02/04/2013

Ecco, forse salire in cattedra non è propriamente quello che abbiamo in animo di fare. E del resto penso di poter dire che non l’abbiamo mai fatto. Piuttosto, a partire dal congresso provinciale del 2010, e proseguendo con il congresso regionale del 2011, con le parlamentarie del 2012 e le regionali del 2013 abbiamo provato a diffondere proprio l’idea di un partito “diverso”. O meglio, più simile a quello che avevamo in mente, molti di noi, quando abbiamo contribuito a fondarlo, il PD. E l’abbiamo fatto su temi concreti inerenti l’organizzazione del partito piuttosto che di interesse generale. Rispetto dello statuto e del codice etico del PD, regolarità contributiva di eletti e iscritti, divieto di cumulo di cariche elettive, incandidabilità e decadenza dalle cariche per chi ha avuto “problemi” con la giustizia. E poi primarie per la scelta di sindaci e parlamentari, sobrietà delle campagne elettorali. Costi della politica. E ancora acqua pubblica, consumo di suolo, infrastrutture, energia, innovazione, cultura, partecipazione. Questo stiamo facendo e questo continueremo a fare, nei prossimi mesi che saranno, ancora una volta, decisivi per la vita del Partito Democratico e, soprattutto, del Paese.  Ma da soli possiamo ben poco. Forse siamo ancora “accaniti dissidenti di minoranza”, ma insieme a chi vorrà darci una mano le minoranze possono diventare maggioranze. Anche in provincia di Latina. E sarà un bel giorno per tutti.

Le 10 domande di Popolino

A Matteo Renzi. Direi che sono questioni abbastanza importanti. Oggi. E per il futuro prossimo, any sense.

1 – è bene che si faccia un Governo, o è meglio votare subito?
2 – e, se si fa un Governo, va bene che lo si faccia – in qualunque forma sia, tecnico, misto tecnico, sintetico – col Pdl? Non è per me, figuratevi, è che tutti quelli che conosco vorrebbero capire, ecco. Per sapere, perché mi dicono che, nel caso, beh, la storia cambia, eccome se cambia.
3 – e, se non si fa col Pdl, visto che di minoranza no, e col M5S neppure gli piace, beh, ecco, altre idee? Un nome terzo? Ma terzo che piaccia a chi? Al Pdl? Perché, lo capite pure voi, nel caso, la sostanza, più o meno… ci siamo capiti. Che piaccia al M5S? Ma non si era detto che è tempo perso? Uno sforzino, dai.
4 –  e se poi si fa un Governo, su che programma, ovvero, per fare cosa?
5 – per dire, la mancanza di una buona legge anticorruzione costa 60 miliardi di euro all’anno, a questo Paese. Fa una finanziaria e mezza. E’ una priorità, o se si governa col Pdl possiamo rimandare? E il falso in bilancio? Lo ripristiniamo? Ci va bene che un imprenditore possa falsificare il bilancio della sua azienda, gettare in miseria le famiglie dei suoi dipendenti, e restare sostanzialmente impunito? Per dire.
6 – dice, facciamo solo la legge elettorale. Occhei, ma quale? E davvero esiste una legge elettorale che garantisca governabilità in una situazione sostanzialmente tripolare, come questa? No, dice che ci va il sindaco d’Italia. E va bene, ma per quella ci va una riforma costituzionale, almeno un anno e mezzo, e campa cavallo… Sicuri sicuri?
7 –  se invece hai visto mai che dovessimo governare col M5S, o comunque abolire il rimborso elettorale ai partiti, poi lo diciamo, da dove arrivano i fondi privati che pagano le campagne? Perché i 90 giorni son passati (son 120, oggi), e non c’è più nemmeno il sito, figuriamoci l’elenco dei donatori, sai com’è.
8 – ma metti che poi un governo, col Pdl o senza, lo facciamo davvero, e questi una volta in sella col cacchio che si dimettono in autunno per consentire a Matteo Renzi di stravincere nuclearmente le elezioni. Metti: che facciamo? C’è un piano B?
9 –  in ogni caso, ci sarebbe da eleggere il Presidente della Repubblica. Che si fa? Cerchiamo sponda nel M5S? Nel Pdl? Ce lo facciamo da soli?
10 – Berlusconi vuole che il prossimo Presidente sia un moderato, o comunque un Presidente di garanzia. Tradotto, che garantisca lui, meglio ancora che gli conceda la grazia peri suoi numerosi processi. Ci sta bene?

C’è saggio e saggio

E ci mancavano pure i saggi (saggio: [sostantivo maschile] Individuo savio, sapiente: agire da s.; persona esperta in un determinato settore che ha il compito di dare un giudizio obiettivo: una commissione di saggi) nel passaggio tra la seconda repubblica infinita e la terza repubblica che non arriva mai. Tecniche dilatorie? Rassicurazione dei mercati? Napolitano: custode della Carta Costituzionale o inventore del semipresidenzialismo de-facto? Ai posteri la sentenza (più che mai ardua). Quello che, personalmente, vedo, è un PD nella forma vicino al segretario ma nella sostanza già proiettato alla resa dei conti interna. Perchè le ferite non rimarginate sanguinano, e le primarie di novembre questo hanno lasciato. Ferite aperte, appena suturate. E le lacerazioni nella carne viva del PD hanno impedito, per ora, di perseguire l’unica strada perseguibile: la ricerca di un accordo con M5S sulla base di un nome “appartenente ad un’area di sinistra”  e di poche cose da fare abbastanza rapidamente. Il cosiddetto piano C. Che c’è, ma che pochi saggi, per ora, indicano come unica strada percorribile per non morire di governabilità a tutti i costi, di centrismo, di immobilismo.