Archivio mensile:Agosto 2013

Scassaminchia costituzionale

E quindi? Quindi c’è un articolo della Costituzione (messa così male, ultimamente) che è l’articolo 4 e dice: Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Insomma non essere scassaminchia è anticostituzionale, eh.

Giulio Cavalli rischia la vita per il suo essere scassaminchia nei confronti della mafia. E la mafia lo vorrebbe morto, per questo. Storie già sentite, e non per questo meno attuali e pericolose. Storie che dovrebbero occupare le prime pagine dei giornali e dei telegiornali e invece non fanno notizia, nemmeno in un’estate torrida persa appresso alle larghissime intese, appresso a vent’anni della nostra storia buttati nel cesso, al royal baby, alle creme solari e ai consigli per l’estate.

Ciascuno di noi può fare qualcosa, nel suo piccolissimo, per Giulio.

Epifanio

Sei al cinema, in fila come tutti. Prima visione della Palma d’Oro a Cannes. Film attesissimo. Arriva il classico energumeno con smandrappata al seguito che salta la fila e fa il biglietto prima di tutti. Tu non riesci ad entrare, erano gli ultimi due posti. La tua ragazza ti guarda con aria schifata e pensa che sei un senzapalle. Già lo sa che al posto del cinema la aspetta la pizzettina e il gelatino, con il limoncello a chiudere. Limoncello si, limonata no. Tu accenni ad una protesta, e fai notare all’energumeno che c’era una fila. Lui ti guarda tipo Antonio Inoki prima di spezzarti le ossa e ti ritiri buono buono. Dopodichè passi tutta la serata a chiosare sull’abbigliamento dei due, sulle maniere inurbane, sulla gggggente che è proprio cafona, ma davvero. Il patto di convivenza civile si è rotto. inesorabilmente. Tempo due giorni la tua ragazza ti lascia.

Cambia lo scenario. Berlusconi condannato passa sopra ogni regola democratica, chiede la grazia automatica, minaccia la guerra civile e vuole far cadere il governo se lui, condannato, non potrà riformare la giustizia. Il suo fidanzato, Epifanio, risponde: ma mica vorrai venir meno al patto con gli italiani? È una questione di convivenza civile. Tempo le prossime elezioni, il tuo elettorato ti lascia.

Facciamo le cose urgenti e torniamo al voto

Parole sagge, direi.

Pippo Civati e adesso? Non sarà mica che, come da profezia sposettiana, con la condanna di Berlusconi il Pd implode?
“Il Pd non implode ma non è il momento dei giri di parole, occorre una linea più chiara. Questa sentenza è un fatto di straordinaria gravità. Se fossimo stati all’opposizione, ne avremmo dette di tutti i colori”.”Chiarezza sulla durata del governo non si può andare oltre il semestre europeo”

E invece siete al governo con il Pdl.
“Questi compagni di viaggio non riusciamo più a sostenerli. Bisogna rivedere le ambizioni, la durata, le priorità di questo governo”.

Si può tentare di separare la sorte giudiziaria di un uomo, sia pure del leader, dal resto del Pdl?
“Ma come si fa? Scherziamo? Ci dimentichiamo che il Pdl, quando la Cassazione fissò l’udienza, voleva già bloccare i lavori del Parlamento? E ci ricordiamo che l’attuale vicepresidente del consiglio, Angelino Alfano, è autore di leggi ad personam costruite per salvare Berlusconi? Non possiamo archiviare tutto”.

Napolitano invita a non coinvolgere l’attività del governo nel terremoto di queste ore.
“Non è possibile. Il Pd ha speso tutta la sua credibilità sulle larghe intese che ora hanno un equilibrio precario, insostenibile”.

Non le sono sembrate sufficientemente tranchant le parole di Epifani?
“Io non voglio parole tranchant, voglio chiarezza sulla durata e la modalità di questo governo. Bisogna trovare una onorevole via d’uscita”.

Agenda ridotta.
“Mica penso che il governo vada buttato giù domani mattina. Letta non se lo merita. Facciamo la legge elettorale, con o senza Pdl, inquadriamo la legge di stabilità e finiamola lì”.

Vendola dice: il Pd non può avere più un alleato come Berlusconi, condannato per frode fiscale.
“Ci sono battaglie che noi facciamo da sempre. Marrazzo si è dimesso, Penati anche, il Montepaschi ci ha aperto ferite brucianti. Il Pd deve fermarsi e riflettere. Il governo sta lanciando in queste ore una guerra all’evasione fiscale. E’ tutto così scivoloso, come si fa a non capirlo? Come si fa a pensare di andare oltre il semestre europeo e iniziare il cammino delle riforme costituzionali?”.

Berlusconi da ieri è politicamente morto?
“Berlusconi non muore mai… Gli elettori avevano già decretato la sua sconfitta alle elezioni ma noi, i grillini, non siamo stati capaci di costruire qualcosa di alternativo”.

Ripercussioni immediate all’interno del Pd?
“C’è un fronte governista ancora molto ampio. Bisogna capire però se questa cosa regge”.

Secondo lei cosa farà Berlusconi?
“Non lo so. Che si dimetta o no da senatore poco importa, il problema politico rimane tutto. Il problema c’è quando si decide di salvare Alfano dopo lo scandalo kazako. E’ su questo che il Pd deve ragionare…”.

Lei ha definito “giri di parole” le prime dichiarazioni di Epifani. Cosa avrebbe detto al suo posto?
“Avrei detto: “Signori questo episodio compromette la serenità necessaria per fare le riforme. E’ un fatto oggettivo. Ne prendiamo atto. Facciamo le cose urgenti e torniamo al voto””.

Non può essere mai come ieri

Mi verrebbe da dire che, dopotutto, anche dopo la sentenza della Cassazione non cambia niente. Perché vent’anni di presenza sulla scena politica italiana questo hanno prodotto. Una sclerotizzazione delle posizioni, una mitridizzazione di parte dell’opinione pubblica. Chi pro, chi contro. Al di là del merito. Delle sentenze definitive. E non contano le leggi ad personam, i giuramenti sulla testa dei figli, i disegni sulle lavagne, le cinque promesse, la nipote di Mubarak, l’induzione alla prostituzione minorile, la televendita della politica. Tutto dovrebbe proseguire esattamente per com’è andata fino ad ora. I discorsi in TV, l’attacco alla magistratura, l’eversione, il conflitto (inventato) tra poteri dello Stato. Il complotto. Le larghe intese. Ma sapevamo con chi avevamo a che fare, o no? Le cose sarebbero dovute cambiare tanti anni fa, perché non c’era voto popolare che giustificasse l’elevazione a padre della patria, il salvataggio dall’ineleggibilità, il dialogo. Fino alle larghissime intese. Con chi ha un tale disprezzo delle istituzioni non si governa. Con un pregiudicato non si scende a patti, foss’anche per il bene del Paese. Punto. Deve cambiare tutto, da ieri.

No alla bretella Cisterna-Valmontone

Tommaso Conti, Sindaco di Cori, scrive al Ministro delle Infrastrutture Lupi e al Presidente della Regione Lazio Zingaretti.

Egr. sig. Ministro
Egr. sig. Presidente

In qualità di Sindaco del Comune Cori (LT) nel rispetto degli interessi dei nostri concittadini e della nostra terra, esprimo la mia più ferma contrarietà all’autostrada descritta in oggetto che ritengo inutile, devastante e costosa. Ricordo che le amministrazioni precedenti hanno espresso chiaramente, con deliberazioni consiliari, lo stesso concetto.
Le conseguenze sarebbero disastrose sul piano paesaggistico come su quello economico. Le zone interessate, a partire da Aprilia e Cisterna, attraversando il territorio di Cori, Velletri, Lariano, Artena, Labico e Valmontone hanno una forte vocazione agricola (il kiwi, l’olivo e soprattutto la vite) e con l’attraversamento di un’arteria larga 24 metri (10+10 di rispetto), si smembrano, si espropriano, si inquinano aziende di agricoltura biologica, con conseguenze gravissime sul piano dell’occupazione.
Per quanto riguarda anche l’intasamento della Via Pontina, il problema non si risolve con l’autostrada, ma riducendo l’uso del mezzo privato su gomma e per questo è fondamentale costruire la metropolitana leggera Roma-Pomezia-Ardea e potenziare la rete ferroviaria pontina per il trasporto pubblico dei pendolari e delle merci, le autostrade del mare per il trasporto merci.
CHIEDO che le risorse economiche stanziate per l’autostrada Roma-Latina e la bretella Cisterna-Valmontone non vadano perse o impegnate per altre opere, ma stornate a favore del potenziamento della rete ferroviaria regionale: raddoppio della Velletri-Ciampino e il rafforzamento della Cisterna-Roma, dell’adeguamento in sicurezza di tutta la Via Pontina, considerato la sua tremenda pericolosità che in 20 anni ha procurato la morte per incidenti stradali di 560 persone.
Tra l’altro, tale richiesta è conforme all’art. 20 del disegno di legge 1248/13 di conversione del “decreto fare”.

Certo di un Vostro cenno di riscontro positivo, porgo i più cordiali saluti.
IL SINDACO
Avv. Tommaso Conti