Archivio mensile:Gennaio 2019

Ibrahim e gli altri

Ibrahim è uno dei tanti che sopravvivono per strada nei dintorni della Stazione Tiburtina. Continua ad essere assistito dai volontari del Baobab. Ti colpisce perché con il freddo di questi giorni non indossa mai una giacca. Si presenta la mattina al massimo con un maglione, a volte in maglietta. E poi fa sempre il gesto del saluto, portarsi la mano al cuore dopo che la sua mano ha stretto l’altra mano. Come a voler salutare di continuo tutto il mondo che lo circonda. Lo vedi avvicinarsi tremante per il freddo a prendere la sua colazione, il suo bicchiere di tè o di latte caldo. Sempre rispettoso, sempre gentile.

Non conosco la sua storia. Myriam mi dice che ha problemi mentali, e che è difficile aiutarlo.

Ibrahim le prime volte prende la colazione e va via. Si allontana e resta nei paraggi continuando a battersi la mano sul cuore. Pian piano inizia a salutarmi, da lontano. Poi mi dà la mano, e ci battiamo la mano sul cuore. Oggi mi vede, ci salutiamo e poi mi tira a sé per abbracciarmi. Un gesto semplice che mi riempie il cuore. Devo dire grazie a Ibrahim, e a tutti gli altri che sto piano piano imparando a conoscere.

La bufala dei porti chiusi e l’incompetenza del governo italiano

Sostanzialmente non è mai stato emesso alcun provvedimento di chiusura dei porti. È questa una prerogativa del Ministro dei Trasporti, che può adottarlo in caso di rischi per la pubblica incolumità, per l’ordine pubblico, e figuratevi se quella ameba di Toninelli sarebbe mai capace di fare qualcosa del genere. Quindi una nave, qualsiasi nave, anche una nave di una ONG, potrebbe attraccare in un porto italiano. A quel punto potrebbe essere competenza del ministro degli interni vietare lo sbarco da una nave che ha attraccato, sempre per motivi di ordine pubblico, motivando la sua decisione. Rischiando magari un’accusa di abuso d’ufficio o non so di quale altro reato, nel caso i motivi di ordine pubblico posti alla base di un diniego allo sbarco fossero immotivati.
Quindi tra provvedimenti di chiusura dei porti inesistenti, si sta consumando la vicenda delle due navi che da giorni girano al largo di Malta, in attesa che l’Europa, tutta, vigliacca, tutta, Italia compresa, trovi una soluzione che valga per loro e per il futuro in merito alla ripartizione dei profughi che arrivano sui barconi.
E così mentre è in atto una difficile trattativa sulla pelle di 49 disgraziati e di altri 250 circa sbarcati a Malta nei giorni scorsi, una trattativa che vede comunque in campo il nostro presidente del consiglio che faticosamente raggiunge un compromesso con gli altri paesi sul ricollocamento delle famiglie (tutte intere) dei migranti, arriva quel genio di Di Maio che sostanzialmente sbugiarda Conte (Italia pronta ad accogliere donne e bambini, si dividono le famiglie), usa parole che fanno incazzare maltesi, tedeschi, francesi, olandesi, spagnoli (facciamo vedere noi cos’è l’umanità) e tutto torna in alto mare, letteralmente.
Se si voleva una ulteriore prova del pressapochismo, del dilettantismo, dell’incompetenza del governo tutto, eccovelo.