A un passo dal baratro

Non sono un economista, non mi cimenterò in analisi che altri fanno, in queste, ore, infinitamente meglio di me. Ma credo che ciò che sta accadendo in Italia sia sotto gli occhi tutti, al di là delle appartenenze politiche. Al netto della speculazione finanziaria, semplicemente i mercati, le istituzioni europee e mondiali, non hanno una briciola di fiducia sul fatto che, allo stato attuale, il governo italiano possa garantire il pagamento dei debiti. Ma del resto come potrebbero aver fiducia in un premier che, di fronte alla richiesta di mettere in campo da subito provvedimenti strutturali che rilancino l’economia, rimanda a settembre la discussione sulle misure da adottare, mentre il Parlamento chiude e i parlamentari discutono se andare o meno in pellegrinaggio? Come potrebbero avere fiducia in un Paese guidato da un ologramma umano che suggerisce, in tale frangente, di investire nelle sue imprese, ennesimo conflitto di interessi? O che racconta aneddoti del padre che evidenziano, ancora una volta, come B. sia un imprenditore del tutto avulso da qualsiasi forma di rispetto per i mercati, per le istituzioni e per lo stesso mondo imprenditoriale di cui fa parte? Temo seriamente che questi dilettanti porteranno l’Italia al default, allora meglio qualunque cosa che non sia questo scempio, i cui danni ricadranno, al solito, sulla parte più debole e indifesa del Paese.