Abbasso la partecipazione

Le strade politiche si dividono. Scoppiano le coppie, i divorzi aumentano, figuriamoci se non possono dividersi le strade in politica.

Epperò a me tornano in mente i compagni di viaggio persi per strada (per i quali, sia chiaro, stima e affetto sono immutati), in questi cinque anni. Cosa condividevamo, tra le altre cose?

Il desiderio di costruire un Partito Democratico aperto alla partecipazione. Un PD che sentisse la necessità, impellente, fisiologica, connaturata, inderogabile, di consultare i propri iscritti e i propri elettori per farli esprimere sulle decisioni più importanti che il partito avrebbe dovuto assumere. Erano le parole d’ordine di Albinea, della prima Leopolda, di Bologna. Per alcuni di noi quelle parole erano (e restano) scolpite nella roccia, e il solo ricordarlo, oggi, ci fa passare per inguaribili scassacazzi, gufi, rosiconi, frenatori, conservatori. Ma voi, dove siete voi? Cosa ne avete fatto, di quelle idee? Non ho sentito nessuno di voi chiedere ai circoli di riunirsi per discutere, e dire la propria, e far giungere la propria opinione al segretario-premier, sulle riforme messe in campo dal governo. Ne avevo parlato con il responsabile comunicazione del PD nazionale, mi aveva assicurato che era sua ferma volontà far ricorso allo strumento dei referendum, previsto nello statuto del partito. Nello Statuto.

Zero, niente, zero assoluto. Il vuoto. Il nulla.

E dove sono quelli che si sono sempre lamentati perché i circoli non contano una beneamata mazza? Allineati e coperti, col culo su uno strapuntino di una segreteria provinciale, o regionale, organismi inutili perché tanto le decisioni le prendono altri, altrove. Fedeli alla linea, perché solo così arriverà qualche elemosina dal parlamentare amico, quel tanto che basta per andare avanti. E al massimo i circoli che si riuniscono ratificano, sempre per non crear danno e dispiacere al capo o capetto che sia.

È questo il PD che volevate, volevamo costruire? A che serve un partito?

Adesso state con quelli che hanno creato il deserto, un deserto sul quale continuate a spargere sale. Dove nulla potrà ricrescere, e il Capo agirà indisturbato, circondato dai suoi cortigiani, pronti ad accoltellarlo quando il potere l’avrà logorato quel tanto che basta.