Agazio, Bobo e il PD

l142Loiero se ne va dal PD.
Che dire, non è che mi straccio le vesti.
Sarà stato anche uno dei fondatori del PD, però credo che sia uno di quelle personalità politiche che hanno fatto il loro tempo, dopo più di trent'anni di attività e vari cambi di casacca.
Diciamo che Loiero incarna il prototipo, nel bene e nel male, del castosauro.
Un ras regionale del quale personalmente non sentirò la mancanza.
Forse qualcun'altro si, pensando alla barca di voti che smuoveva ancora in Calabria.
Però, annunciando la separazione dal PD, Loiero pone due questioni interessanti.
Primarie e federalismo.

« Le primarie si possono eliminare – si è chiesto Loiero – perchè, se si fanno, vince Vendola contro il segretario?».
Domanda legittima, se la pongono in tanti.

«Ho l'impressione netta – ha aggiunto Loiero – che la tendenza prevalente nel Pd sia quella di occhieggiare a Bossi. Appena c'è un problema all'interno della coalizione di governo nazionale, ecco che ci sono subito delle aperture alla Lega.»

Sono 18 anni, a mio avviso, che si corre appresso alla Lega sul tema del federalismo.
Posto nei termini della Lega, il federalismo è una bufala. E sono sotto gli occhi di tutti gli effetti devastanti che avrebbe per i comuni l'approvazione di quanto in discussione in Parlamento.
Poi c'è una questione squisitamente tattico-politico, ma credo di fondamentale importanza.
In tutti questi anni la stampella di B., chiesa a parte, è stata la Lega.
Che ha fatto dell'approvazione del federalismo la ragione della propria esistenza, mentre i danni colaterali aumentavano a dismisura.
Senza federalismo, non c'è alleanza Berlusconi-Bossi che tenga.
B. rischia di rimanere solo.

maroni-1_280xFreeHa senso allora continuare a dirsi pronti, da parte del PD, a discutere di federalismo?
O forse non avrebbe più senso puntare sul fallimento di questo federalismo e quindi dichiararsi indisponibili a qualsiasi trattativa?
A meno che qualcuno non abbia detto a Bossi di stare tranquillo, il federalismo lo avranno a patto di liberarsi di Berlusconi.
Ci penserà il primo governo Maroni, appoggiato anche dal PD.