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Una precisazione

Spesso i giornalisti danno delle loro interpretazioni personali in merito alle vicende politiche. Ci sta tutto. Però voglio precisare che, nonostante titolo e sottotitolo apparsi sull’edizione odierna di Latina Oggi, non lascio il PD. Conservo con orgoglio la tessera del PD in tasca. Non ho posti da chiedere, ruoli da rivendicare. Non ho pacchetti di voti da spostare. Sono solo in disaccordo con le scelte del mio circolo e della federazione provinciale. E non mancherò di far sentire la mia modestissima voce quando il PD prenderà strade che non condivido. Punto. Grazie per la comprensione.

Il mio no all’accordo PD-UDC a Minturno

Tutti noi abbiamo un amico che consideriamo un fratello.

Il mio, nelle rubriche del telefono o in quelle di carta, sta proprio sotto la voce “fratello”. Cerco di coinvolgerlo nelle mie scelte politiche. Gli rompo sempre e immancabilmente i cabasisi per dargli indicazioni su chi votare, non senza aver provato a spiegare le ragioni che stanno dietro quella mia scelta. E alla fine di ogni appuntamento elettorale, che sia riservato al PD o che si tratti di elezioni vere e proprie, mi manda un messaggio: m’hai fatto perde’ pure stavolta.

Politicamente parlando, è proprio vero.

Sto sempre dalla parte degli sconfitti. O meglio, delle minoranze.

A Minturno, però, mi sento proprio di averla persa la mia battaglia, almeno nel PD.

Le elezioni amministrative sono alle porte e il PD di Minturno ha fatto le sue scelte. Democraticamente. Con un voto.

Personalmente pago il prezzo di vivere a 150 km di distanza, e in più sono spesso fuori per lavoro. Perciò la sera in cui il direttivo del PD di Minturno ha ratificato la scelta di candidare a sindaco Gerardo Stefanelli ero assente.

La votazione si è conclusa con un solo astenuto e un convitato di pietra a fronte di tutti voti favorevoli. Ma non ho motivo di nascondere che, se fossi stato presente, avrei votato no all’accordo PD-UDC.

E se avrete la pazienza di leggere le mie parole, vorrei spiegare perché avrei fatto questa scelta.

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Congresso PD Lazio. E adesso la fase due!

Ringrazio infinitamente gli amici e compagni democratici che, con il loro voto nel congresso di circolo, hanno sostenuto la candidatura di Giovanni Bachelet alla segreteria regionale del PD. L’apporto degli iscritti della provincia di Latina è stato determinante per l’accesso di Giovanni alle primarie vere e proprie, ossia quelle aperte ai cittadini, che si terranno il 12 febbraio prossimo.

Abbiamo raggiunto un risultato straordinario, senza strutture di partito alle spalle, senza manifesti, senza sprecare risorse economiche, rispettando le città e l’ambiente ma con la forza delle idee e con l’impegno di iscritti, donne, uomini, giovani e veterani provenienti dalle diverse componenti del partito, ciascuno con la propria storia politica personale, che hanno partecipato con spirito di sacrificio e impegno encomiabile ad una avventura che, fino a poche settimane fa, sembrava impossibile. Inizia, con la convenzione regionale che si è tenuta questo pomeriggio, la seconda fase del congresso. L’auspicio che formulo è che il prossimo segretario regionale, chiunque esso sia, abbia una forte legittimazione proveniente da un voto dei cittadini quanto più partecipato possibile. Sarebbe, infatti, un pessimo segnale se le primarie facessero registrare una limitata partecipazione di elettori e simpatizzanti del PD Lazio. Da molte parti si nota, non senza amarezza e preoccupazione, una tendenza a minimizzare l’importanza delle primarie e quindi del ruolo del segretario stesso, come se si volesse, nonostante le primarie aperte, relegare la scelta della guida del PD Lazio nel novero delle incombenze che spettano ai soli addetti ai lavori. Non è così e vi prego di riflettere sull’inganno che si rischia di perpetrare a danno di tutti.

Al segretario del PD Lazio spetta l’ultima parola sulla composizione delle liste per Camera e Senato, e quindi dal voto del 12 febbraio dipenderà anche chi sarà candidato per il PD nella nostra regione e quindi anche nel nostro territorio. Il potere del segretario sarà ancora più decisivo qualora si votasse ancora con il Porcellum, ipotesi molto probabile vista la difficoltà più volte manifestata, da parte delle forze politiche che siedono in parlamento, a trovare l’accordo per l’emanazione della nuova legge elettorale e qualora non si tenessero le primarie per la scelta dei candidati. Sarebbe inoltre abbastanza singolare il fatto che, qualora il segretario eletto fosse Enrico Gasbarra e visto che lo stesso Gasbarra non sembra volere rinunciare al suo posto in Parlamento, che il segretario regionale si trovasse a decidere su liste nelle quali esso stesso è incluso. Per questo Giovanni Bachelet ha dichiarato da subito che, nel caso in cui fosse designato segretario regionale del PD, si dimetterebbe da deputato. Tra l’altro il ruolo del segretario regionale richiede un impegno a tempo pieno, come le innumerevoli criticità registrate in circoli sparsi sul tutto il territorio, nonché le questioni politiche esplose proprio in virtù della mancanza di una guida forte a livello regionale, hanno ampiamente dimostrato.

Altro aspetto sul quale il segretario regionale riveste un ruolo di assoluta importanza è il potere di nomina negli enti pubblici. Crediamo fermamente che la politica debba fare un passo indietro rispetto alla questione nomine e che la scelta del personale deputato alla governance degli enti pubblici debba essere sottratta alla disponibilità dei partiti. Ma, finché le normative non prevederanno un diverso sistema di governance, pensiamo che i partiti ed in primis il PD debbano attenersi, nella scelta dei propri rappresentanti nei consigli di amministrazione, innanzitutto a criteri di competenza e siamo lieti del fatto che tale impostazione sia stata fatta propria anche dagli altri candidati alla segreteria del PD Lazio, a partire proprio dal programma di Giovanni Bachelet.

Il PD Lazio ha bisogno di una guida autorevole ma soprattutto di una classe dirigente che fa quel che dice. Abbiamo affrontato la prima parte del congresso e continueremo nella seconda senza stampare un solo manifesto, perchè abbiamo rispetto per l’ambiente, perchè siamo convinti che l’abusivismo dei manifestipolitico- elettorali dimostri mancanza di rispetto della legalità e di senso civico e soprattutto perché crediamo fortemente che in un momento di profonda crisi economica il PD non possa e non debba sperperare inutili risorse economiche e che, anzi, sia richiesta una sempre crescente sobrietà nelle competizioni elettorali nonché nella comunicazione politica. In coerenza con tutto ciò Giovanni Bachelet ha da subito dichiarato che avrebbe votato a favore dello stralcio del condono dell’abusivismo dei manifesti nel decreto milleproroghe in votazione in Parlamento, e grazie alla sua azione politica il provvedimento è stato, per ora, effettivamente stralciato.

Rammento, infine, che, in tutte le circoscrizioni del Lazio, a capo dell’unica lista per la determinazione dei componenti dell’assemblea regionale ci sarà una donna e che le liste saranno decise in piena autonomia da chi ha sostenuto la candidatura di Giovanni in ciascun territorio, senza imposizioni dall’alto.

Vi chiedo quindi di partecipare e far partecipare elettori e simpatizzanti del PD alle primarie per la scelta del segretario del PD Lazio, per dare sempre più forza alle primarie e di scegliere Giovanni Bachelet per rendere il PD un pò più simile a come ce lo siamo immaginato quando abbiamo scelto di fondarlo: un partito sobrio, autorevole, rispettoso delle regole, attento ai diritti dei cittadini e aperto alla partecipazione degli elettori.

Grazie.

Un abbraccio fraterno.

Raffaele

Ultima chiamata per il centrosinistra di Minturno

Di seguito il testo del comunicato stampa inviato domenica. A quanto pare Roberto Lepone mi ha anticipato. Bene. Sotto a chi tocca.

ll quadro politico Minturnese, in vista delle prossime elezioni amministrative, si fa finalmente ricomponendo. Le forze della conservazione e della restaurazione mettono in campo i loro rappresentanti e i candidati a sindaco che gravitano nell’orbita del centrodestra chiedono ai cittadini minturnesi, per l’ennesima volta, un voto di fiducia nonostante pessime prove di governo della città nelle passate consiliature. I nomi di Faticoni, Graziano e Russo, che hanno fatto del trasformismo politico, del clientelismo e del malgoverno le principali caratteristiche del loro agire nell’ultimo ventennio, suonano come un’ulteriore offesa per i cittadini onesti, per le giovani generazioni e per chiunque abbia a cuore il futuro di Minturno e dei suoi figli.
Non stupisce, dinanzi alla possibilità di un profondo rinnovamento della classe dirigente minturnese, l’atteggiamento dell’UDC cittadino che, al pari del partito nazionale, continua a predicare una politica dei due forni a seconda delle convenienze politiche, ma che al momento delle scelte soggiace ai voleri del duo Fazzone-Forte che si stanno, ancora una volta, spartendo la provincia di Latina, anche a costo di mortificare e sacrificare le istanze di rinnovamento che provengono con sempre maggior forza anche del proprio interno.                       
Davanti al pericolo che i gattopardi minturnesi possano ancora una volta truffare cittadini ed elettori, rivologo il mio accorato appello al PD, alle forze di centrosinistra, alle forze civiche, alle associazioni culturali che a vario titolo operano sul territorio grazie all’apporto di giovani che amano sinceramente il territorio e a tutti coloro i quali desiderano rinnovare nel profondo la politica nel nostro Comune affinchè uniscano le proprie forze e le proprie idee per rendere possibile, anche a Minturno, una piccola, grande rivoluzione.
Chi pensa di poter incarnare con sacrificio, dedizione e competenza quelle istanze di rinnovamento che non sono più eludibili, si faccia avanti e dichiari, da subito, di rendersi disponibile a partecipare alle primarie per la scelta del candidato a sindaco di uno schieramento civico e riformista che allarghi gli orizzonti dell’attuale centrosinistra. Si attivi immediatamente quel meccanismo fecondo rappresentato dalle primarie per mettere in circolo idee e permettere ai cittadini di confrontarsi e scegliere un candidato a sindaco forte, autorevole e rappresentativo.

Fascisti a Minturno

Comunicato stampa del 11/03/2010 sulla denuncia del consigliere comunale PdL Livio Pentimalli al compagno Ciro Pignalosa.

Trovo sinceramente sconcertante il fatto che il PD di Minturno non abbia sentito il dovere morale di esprimere la sua solidarietà al cittadino nonché compagno di partito Ciro Pignalosa, recentemente denunciato dal consigliere comunale del PdL Livio Pentimalli.

L’attacco e la conseguente denuncia che Ciro Pignolosa ha dovuto subire è figlia di una cultura fascista che reputa intollerabile qualsiasi voce di dissenso, anche quando pronunciata a ragion veduta. Avevamo già avuto una prova tangibile della cultura che permea tali personaggi allorquando furono aggrediti, da Pentimalli ed altri squadristi, lo stesso Ciro Pignalosa ed altri amici del partito, rei di raccogliere, sul Lungomare di Scauri, firme per il sostegno al progetto dell’istituzione dell’area protetta del Golfo di Gaeta. Sappiamo inoltre tutti noi quali e quante siano le responsabilità di Pentimalli e dei suoi sodali nello sfascio del comune di Minturno, a partire proprio dalla gestione del contratto Ego-Eco, che è stato alla base del diverbio tra Ciro Pignalosa e il consigliere, che ha portato poi alla denuncia. Ebbene, il fatto che dinanzi a tale protervia e a tali menzogne, manifestate peraltro in una seduta del consiglio comunale, i rappresentanti del PD non solo non abbiano sentito il dovere di ripristinare la verità storica, ma abbiano successivamente lasciato solo un compagno e amico che, unico in quel consesso, ha rammentato a Pentimalli e ai suoi complici quali nefandezze abbiano perpetrato a danno del comune e della cittadinanza tutta, suscita in me una profonda amarezza.

Mi auguro che, pubblicamente, il PD di Minturno voglia e sappia difendere un cittadino di tale levatura morale che con tanta passione opera per la comunità minturnese e per il partito. Auspico, anzi chiedo, quindi, che il PD di Minturno contribuisca al ripristino della verità e che esprima tutta la vicinanza personale e politica all’amico Ciro.  Chiedo inoltre che il PD di Minturno contribuisca alle spese legali che eventualmente Ciro Pignalosa dovesse sostenere, attivando una sottoscrizione alla quale mi rendo disponibile ad aderire fin d’ora.