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Sanders, Clinton e la pena di morte

L’essere favorevoli alla pena di morte, per i sostenitori italiani di Hillary Clinton che affollano anche il Partito Democratico, è del tutto irrilevante. La pena di morte continua ad essere un argomento che si preferisce non toccare, da parte degli alleati fedeli. Evidentemente per loro va bene così.

Le scelte epocali che cambiano il mondo richiedono coraggio. Sanders ne ha da vendere.

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Il sogno di Papa Francesco

 

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“Ho sostenuto l’’abolizione globale della pena di morte. Sono convinto che questa sia la via migliore, dal momento che ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di una inalienabile dignità, e la società può solo beneficiare dalla riabilitazione di coloro che sono condannati per crimini”

“Perché armi mortali sono vendute a coloro che pianificano di infliggere indicibili sofferenze a individui e società? Purtroppo, la risposta, come tutti sappiamo, è semplicemente per denaro: denaro che è intriso di sangue, spesso del sangue innocente. Davanti a questo vergognoso e colpevole silenzio, è nostro dovere affrontare il problema e fermare il commercio di armi

“Noi, gente di questo continente, non abbiamo paura degli stranieri, perché molti di noi una volta eravamo stranieri. Vi dico questo come figlio di immigrati, sapendo che anche tanti di voi sono discendenti di immigrati. Tragicamente, i diritti di quelli che erano qui molto prima di noi non sono stati sempre rispettati. Per quei popoli e le loro nazioni, dal cuore della democrazia americana, desidero riaffermare la mia più profonda stima e considerazione”

Parole semplici, quelle pronunciate da Papa Francesco al Congresso degli Stati Uniti d’America. Per la prima volta un Papa ha parlato in quel luogo. E con il coraggio che lo contraddistingue ha detto ciò che nessuno aveva detto prima, in quel luogo.

No alla pena di morte, no al commercio di armi, si all’accoglienza dei migranti.

Spero che serva a risvegliare la coscienza di qualche americano, anche se molto tristemente appena uscito da lì è ricominciato il consueto lavoro delle lobby in un congresso tra i più divisi della storia Americana.

Comunque la si pensi, ieri a Washington si è fatto un pezzetto di storia.

Gli USA e la pena di morte

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Obama, la NBA, il Village Vanguard, Yellowstone, Rosa Parks, JFK, MLK, il Jack Daniels, la Budweiser, Springsteen, Spike Lee, Niagara Falls, Carmel, i film di Clint Eastwood, Seattle, il grunge, Kurt Kobain, la Fender Stratocaster, New Orleans, Louis Armstrong, Neil Armstrong, Strand Book Store, Brooklyn Brewery, Harley Davidson, le bistecche, Napa Valley, Bill Gates, Cindy Crawford, Steve Jobs, i parchi nazionali dell’Alaska,

Tutto bello, bellissimo.

Ma finché negli USA continueranno con la pena di morte, saranno sempre un Paese di serie B.

#FreeHamza

Sottoscrivete l’appello di Amnesty International per salvare la vita ad Hamza Kashgari, il giornalista saudita che rischia la condanna a morte per aver postato tre tweet considerati blasfemi. Ne parla anche Fabio qui.

His Majesty King Abdullah Bin Abdul Aziz Al Saud
The Custodian of the two Holy Mosques
Office of His Majesty the King
Royal Court, Riyadh
KINGDOM OF SAUDI ARABIA


Sua Maestà,
sono un simpatizzante di Amnesty International, l’Organizzazione non governativa che dal 1961 agisce in difesa dei diritti umani, ovunque nel mondo vengano violati. Le scrivo per sollecitarLa a revocare l’ordine d’arresto nei confronti di Hamza Kashgari. Le chiedo di rilasciarlo immediatamente e senza condizioni, che l’inchiesta venga archiviata e che nell’immediato egli possa essere assistito da un avvocato di sua scelta, anche nel corso degli interrogatori.
La ringrazio per l’attenzione.