Controcorrente

Sottopongo a tutti il documento politico programmatico che accompagna la mia candidatura alla segreteria provinciale.

Come dice il segretario, si lavora per la ditta. Nella speranza di costruire, tutti insieme, un PD più forte.

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L’analisi politica
Il congresso che ci accingiamo a celebrare è probabilmente il primo vero momento di discussione ampia e partecipata dalla fondazione del PD. Confidiamo sia l’occasione durante la quale si riesca finalmente a discutere di quale PD vogliamo costruire anche nella nostra provincia.
Abbiamo tutti ancora sotto gli occhi quanto accaduto durante il congresso che si è tenuto in occasione delle primarie del 2009.
Mozioni e correnti che si crearono intorno a personalismi, riposizionamenti e rese dei conti in vista delle elezioni regionali che si sarebbero tenute da lì a breve. Scene di isterismo per la composizione delle liste bloccate per l'elezione dell'assemblea regionale. Mozioni e correnti che hanno ingessato il PD in provincia di Latina come nel Lazio, creando così i presupposti per il commissariamento del partito della nostra Regione.
La nomina del Commissario del PD Lazio Vannino Chiti ha sancito il fallimento di un’intera classe dirigente.
Una classe dirigente che, al di là di effimeri successi personali che anche in provincia di Latina non hanno portato alcun valore aggiunto per l’intero partito, non ha saputo guidare da protagonista la battaglia per le ultime elezioni regionali e tanto meno per le elezioni amministrative che, negli anni, si sono succedute, uscendone quasi sempre irrimediabilmente sconfitta.
Una classe dirigente che ci ha consegnato gruppi regionali e provinciali di soli uomini, non puntando praticamente mai sul ricambio generazionale e di genere.
Anche in provincia di Latina il partito ha puntato sull’individualismo invece che sul proprio patrimonio valoriale, divenendo così ostaggio dei signori delle preferenze e dei capibastone.
Ma la nomina del Commissario del PD Lazio sancisce anche il fallimento di un metodo: quello dei caminetti, delle cene, degli accordi in separata sede tra correnti, che hanno perso la connotazione tematica e di sintesi, per divenire luoghi di spartizione.
Correnti che sono ormai superate dagli eventi, avendo in breve tempo perso per strada coloro che alle mozioni congressuali avevano aderito per pura passione politica.
Nonostante tutto questo, però, esiste ancora nel PD chi fa politica senza coltivare mire personalistiche, animato dall'unico intento di mettersi al servizio del partito, ciascuno secondo le proprie competenze, per contribuire a costruire un PD che, anche nel nostro territorio, rispecchi maggiormente, rispetto a quanto è stato fatto fino ad ora, le aspettative di innumerevoli suoi elettori.
Con questo spirito abbiamo deciso di avanzare agli iscritti del PD della provincia di Latina la nostra candidatura alla guida del partito provinciale.
Siamo iscritti, dirigenti di questo partito che hanno fatto il congresso su posizioni diverse, ma che vogliono uscire dallo schema correntizio che imbavaglia il dibattito, non entra nel merito delle questioni politiche e si riduce ad una distribuzione di ruoli interni e di candidature nelle liste.
Non apparteniamo ad alcun cognome.
Siamo persone libere e responsabili, una responsabilità che sentiamo nei confronti del PD, dei suoi iscritti e dei suoi militanti. Nei confronti del territorio sul quale svolgiamo quotidianamente la nostra azione politica, dei suoi cittadini, dei suoi elettori.
Ci proponiamo di restituire il PD, anche in provincia di Latina, alla politica. Quella vera, fatta dal lavoro quotidiano dei circoli sul territorio, vicino alle persone e ai loro problemi.
Pensiamo ad un partito aperto alla società che con trasparenza, realtà e spirito propositivo riporti verso gli iscritti, gli elettori, i cittadini, le scelte politiche che riguardano il nostro territorio.
Esempi positivi di impegno profuso sul campo dai circoli attivi nella nostra provincia non mancano di certo, ma è un lavoro che rischia di essere vanificato se il contraltare all'impegno profuso nell'elaborare proposte politiche è rappresentato dall'ubbidienza al capocorrente locale, dall'esasperazione del personalismo, dalle smanie degli acchiappavoti.
Il rischio di un mancato cambio di rotta è spingere ai margini della vita politica quei cittadini che hanno visto nel PD la possibilità di potere, finalmente, contribuire a costruire una società più confacente alle proprie aspettative, ai propri ideali.
In tal modo sarebbe minata anche l’azione feconda dei circoli che, da luogo di aggregazione e discussione aperto alla società, agli elettori, alle associazioni che operano sul territorio al di là di appartenenze politiche, rischiano di diventare dei comitati elettorali da aprire o chiudere a seconda dell’avvicinarsi o meno delle scadenze elettorali.
La conseguenza naturale di una siffatta situazione è alimentare la disaffezione verso la politica e quindi anche nei confronti del PD, soprattutto tra le giovani generazioni.
Il PD dovrebbe essere il partito dei giovani elettori e il fatto che invece non riesca, anche in provincia, a catturare il consenso della popolazione under 35 dà un ulteriore cifra del fallimento dell’azione politica sin qui messa in atto dal partito sul nostro territorio.
 
Le nostre proposte
Un partito provinciale “federalista”
Pensiamo ad un partito democratico in Provincia di Latina che sappia valorizzare i circoli territoriali garantendo un sostegno attivo fondato su loro livello crescente di autonomia politica ed economica.
Vogliamo un partito provinciale che sappia coordinare le attività dei circoli su temi di carattere provinciale, regionale e nazionale. Non vogliamo invece una federazione provinciale che impartisca direttive su questioni di natura territoriale e comunale, dove l’autonomia dei circoli è l’unica strada per affrontare le problematiche dei vari territori in maniera efficace e condivisa con i cittadini.
Proponiamo quindi di dare piena attuazione all’articolo 14 dello Statuto Regionale che incentiva la formazione di coordinamenti di zona che nascano da specifiche esigenze dei territori.
L’autonomia delle classi dirigenti del partito dovrà, inoltre, essere il principio ispiratore dei rapporti tra federazione e realtà locali in occasione degli appuntamenti elettorali che si terranno nei mesi a venire, tenendo però sempre ben presente la necessità di garantire la massima trasparenza e legalità nelle scelte da compiere. Trasparenza e legalità nei metodi ma anche nella scelta delle personale politico del PD e dei partiti con i quali, eventualmente, collaborare nel governo dei Comuni. Princîpi che dovranno essere ancor più stringenti in una terra come la nostra, teatro di infiltrazioni malavitose che tutti conosciamo bene.
Non possiamo però esimerci dall’indicare un metodo con il quale lavorare alla formazione delle coalizioni che aspirano a governare i nostri Comuni e per esso ci spenderemo nei luoghi deputati al confronto democratico al nostro interno. 
 
Latina laboratorio nazionale
Il nostro capoluogo sarà interessato dalle elezioni amministrative nella prossima primavera. Pensiamo che a Latina il PD, impegnato nelle primarie di partito e di coalizione, debba offrire agli elettori una proposta politica che vada oltre la semplice contrapposizione tra le differenti anime del partito, contrapposizione che rischia di acuirsi a causa delle aspirazioni personali di chi, forte dei risultati ottenuti alle passate elezioni regionali, pensa di poter disporre a proprio piacimento del PD provinciale.
Potrebbe essere utile, invece, condividere con la cittadinanza tutta il progetto che si vuole mettere in piedi per la città e impegnarsi affinché a Latina nasca una coalizione democratica più ampia possibile che abbia come collante primario la legalità, un tema che può diventare lo spartiacque tra il vecchio e il nuovo modo di concepire l'azione politica in provincia.
Latina come laboratorio nazionale in cui elaborare proposte per la città che abbiano il recupero della legalità al centro dell'azione politica.
 
Ai circoli quel che è dei circoli
La valorizzazione dei circoli passa anche dal riconoscimento del lavoro svolto sul territorio a partire da problemi locali specifici nonché sui temi di carattere più generale.
Proponiamo quindi l’istituzione di un meccanismo premiante per i circoli, le unioni comunali e i coordinamenti di zona “virtuosi”, ossia che si contraddistinguono per la significatività dell’azione politica messa in campo, per le iniziative organizzate a carattere locale piuttosto che regionale o nazionale. Tale meccanismo premiante dovrà innanzitutto consentire il drenaggio di maggiori risorse finanziarie a favore delle realtà “virtuose”, ma dovrà anche prevedere un riequilibrio della rappresentanza dei delegati nelle assemblee elettive.
Pensiamo in definitiva che debba contare di più il lavoro dei circoli rispetto al numero delle tessere, in considerazione del fatto che le adesioni al PD, in molte realtà, sono aumentate a dismisura in occasione del congresso del 2009 senza che al numero di iscritti corrispondesse alcun impegno fattivo nella vita del circolo. Peraltro il regolamento dei congressi approvato dal PD Lazio, congelando l’elettorato attivo al 21 luglio 2009, testimonia proprio tale malcostume, che ovviamente finisce per danneggiare la partecipazione spontanea e disinteressata dei nuovi tesserati ai quali viene negato il diritto di partecipare ad un momento così importante per la vita democratica del PD.
 
Un partito contendibile e rinnovato
Dobbiamo porre una grande attenzione a come viviamo la nostra democrazia interna.
Ciò significa, in definitiva, guardare alla sostanza dei problemi e rinunciare alla guerra di posizione.
Non c’è  necessità di rottamare alcunché se non le cose che non vanno, le incertezze, le timidezze.
Bisogna quindi liberare i canali che consentano nel partito e nelle istituzioni ad una nuova classe dirigente di farsi avanti, consapevoli che vi è una generazione di democratici, di democratici e basta,  che va chiamata ad assumere direttamente ruoli e responsabilità di primo piano nel partito, senza cooptazioni ma esclusivamente applicando il principio del riconoscimento del merito e delle competenze.
In quest’ottica proponiamo di rendere realmente contendibili le principali cariche politiche in occasione delle elezioni amministrative mediante la piena applicazione dell’articolo 18 dello statuto del PD che prevede lo svolgimento delle elezioni primarie per la selezione delle candidature. Riteniamo inoltre che tale principio dovrà essere applicato anche in caso si dovesse votare alle prossime elezioni politiche con l’attuale legge elettorale.
Riteniamo inoltre necessario favorire il ricambio nelle cariche politiche e istituzionali, anche a livello territoriale, e quindi dare attuazione alle norme statutarie in materia di cumulo e rinnovo dei mandati.
Pensiamo infine non sia più tollerabile l’utilizzo del PD come strumento in mano di pochi per la perpetuazione del proprio potere personale e pertanto proponiamo che il Partito faccia, nella nostra provincia, un passo indietro e rinunci ad esercitare, tramite i propri eletti, il potere di nomina di organi tecnici-amministrativi, di presidenze di Enti o di membri di consigli di amministrazione, di consulenti e professionisti.
Se saremo capaci di fare tutto ciò avremo reso un buon servizio al PD, ai nostri elettori, ai nostri concittadini.