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Il mio primo pensiero va a Pippo. Per ringraziarlo. Se in questi ultimi anni ho continuato ad interessarmi attivamente di politica è grazie a lui. Dalla delusione alla speranza. Oggi c’è un po’ di delusione in più, ma la speranza è più che viva. Il tempo di ricaricare le batterie e si riparte. Insieme alle persone meravigliose che ho conosciuto in questi anni, a partire da quella riunione al circolo ARCI di Via Bellezza, a Milano, passando per Albinea, Firenze e Bologna e fino a Reggio Emilia. Insieme alle persone che ho conosciuto in questi mesi, aiutando a mettere in piedi la mozione in tutto il Lazio. Energie da valorizzare, tanti giovani (di testa, di cuore e di carta d’identità) da sostenere perché il futuro è il loro.

Un pensiero va a Gianni Cuperlo, troppo onesto, intelligente, e serio per meritarsi di finire nel tritacarne di una classe dirigente al tramonto. Non ve lo meritavate Cuperlo, voi che avete portato il PD al governo con Berlusconi e pensavate di sopravvivere a voi stessi. Sparite dalla scena, una volta per tutte. D’Alema, Finocchiaro, Turco, Fioroni, Amici.

E poi un pensiero va anche a Matteo Renzi, perché tutto l’ambaradan è servito a scegliere il nuovo segretario del mio partito. A Renzi chiedo coraggio. A Renzi chiedo di occuparsi del PD. Che non deve essere solo lo strumento per le sue legittime aspirazioni alla premiership. La rottamazione non si fa liberandosi di due o tre nomi nazionali importanti. La rottamazione si fa sui territori, come nella provincia di Latina, dove continuano ad imperversare capibastone neo-renziani che lasciano tutto così com’è (chiedere ai protorenziani). Si fa sui territori, come nella provincia di Latina,  impedendo le adesioni in massa di ex-qualcosa, che salteranno sul carro senza averlo nemmeno spinto. Qui si gioca la partita del PD e del Paese. Perché a cascata rischia di avverarsi anche la profezia della mutazione antropologica del PD di cui parlava Scalfari tempo addietro. Alcune delle persone che cantano vittoria hanno posizione retrograde sui diritti (Cristiana, ci sei?), sulla laicità dello stato, sulle spese militari, sulle infrastrutture, sull’ambiente, sul precariato, sui diritti, sul welfare. E allora ai tanti che hanno trovato come ragione qualificante per votare Renzi “perché finalmente vinciamo” io vorrei, sommessamente chiedere cosa si vincerà. Quale Paese costruiremo. Quindi segretario, coraggio. Oppure perderai tu e perderemo tutti.