La lettera di Tommaso

Nei giorni scorsi Tommaso Conti, Sindaco PD di Cori ha inviato a Nicola Zingaretti la lettera che vi riporto integralmente. Mi ha emozionato Tommaso, perchè dalle sue parole traspare la passione per il suo ruolo e per la politica, l’amore per comunità che amministra, la fiducia nelle istituzioni. Ma anche la delusione per quello che è il PD (o quantomeno buona parte di esso) anche nel nostro territorio, per tutto quello che doveva eseere fatto e non è stato fatto, per le difficoltà che ha la politica a dare risposte ai suoi concittadini. Io spero vivamente che Tommaso non appenda la bici al chiodo, perchè è proprio di persone come lui che il PD e il Paese hanno bisogno.

Lettera aperta a Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio
 

Caro Presidente, scrivo questa lettera in questa forma perchè non riesco ad individuarne altre. La politica è ormai diventata tutta virtuale e non si riesce più a parlare guardando negli occhi nessuno. I partiti e le loro sedi abituali sono ormai completamente scomparse, nei paesi, nelle federazioni provinciali, ovunque. Nella mia federazione provinciale è ormai guerra di bande e non so se ci sia un solo partito o più correnti alternate.
Sono il Sindaco di Cori, paese di circa 11.500 abitanti; non il più grande del Lazio, ma neppure il più piccolo. Alle ultime elezioni amministrative abbiamo conseguito il 65% dei consensi, senza alleanze al centro o a destra.
Nelle elezioni regionali Nicola Zingaretti ha conseguito oltre il 50% dei consensi; nonostante una discreta presenza di grillini nelle elezioni politiche, oltre il 20%, il Pd a Cori ha ancora il 37%. Però se continua così, non poter mai parlare con nessuno, non poter dire mai la propria, non avere organismi di consultazione in cui affermare il proprio punto di vista, temo che alle prossime elezioni ci faremo grillini tutti. Anzi, si faranno grillini tutti, perchè io faccio il Sindaco da quasi sei anni, e se riuscirò a terminare questo mandato, alla fine appenderò la bici al chiodo, perchè la mia strada è finita. Troppa fatica e non si capisce neppure più perchè e per chi.
Una volta la politica aveva una sua valenza ideale, attività in grado da sola di dare un senso ad una vita, ora non ce l’ha più.
Se uno non può confrontare mai il proprio punto di vista con nessuno, se non esiste una tensione ideale, ma chi ce la fa fare tutta questa fatica ?
Tutto il giorno a correre dietro alle buche, ai debiti, alle scuole che cadono, ai cittadini in bolletta, anzi stremati dalla impossibilità di pagare le bollette, senza la possibilità di intravedere neppure una luce all’orizzonte, e neppure di tentare di individuarla con gli altri. La politica deve contenere una speranza, non può essere solo una fatica, e se una fatica deve essere, almeno che sia collettiva e condivisa.
Tu hai nelle mani una speranza; una delle ultime. Vedi di non sprecarla, perchè alttrimenti ci arrendiamo in molti.
Ascolta e decidi. Non fermarti nelle scelte, anche in quelle dei ruoli, alle solite congreghe; nella riduzione delle indennità, degli apparati, procedi drasticamente. In Italia c’è bisogno di tagliare privilegi; prima di tagliare le pensioni Monti avrebbe dovuto tagliare le indennità, le pensioni d’oro, gli stipendi dei grand-commis, i militari, i magistrati, i dirigenti di stato e delle regioni, gli stipendi d’oro delle partecipate; a proposito nella Regione Lazio in particolare c’è molto da fare per sfoltire i ranghi dirigenziali di persone incompetenti e inadeguate. Mio padre, che ha lavorato per una vita e a settantacinque anni ancora lavora, nonostante le ossa cigolanti, li chiamava mangia pane a tradimento.
Le comunità montane a che servono ? Eliminale. La tassa di bonifica perchè la debbono pagare solo i contadini ? E tutti gli altri che usufruiscono della bonifica ? Deve rientrare nella fiscalità generale. Oppure togliere i consorzi e redistribuire funzioni e dipendenti tra i comuni. I Comuni aiutateli; sono ancora l’ultima cerniera tra i cittadini e le istituzioni, perchè rappresentano nella storia italiana, la prima vera istituzione; la civitas, i municipia, il Comune medioevale. Quelli a cui i cittadini ancora si rivolgono con un certo garbo, qualche volta ancora con rispetto.
I soldi spendeteli nelle cose essenziali: le scuole, la sanità, la manutenzione e sicurezza; l’equilibrio idro – geologico del territorio.
Tieni conto di questo, perchè altrimenti tutti a casa; ognuno per sè e Dio per tutti. Per qualcuno è peggio, per qualcun altro è una liberazione.
Distinti saluti
Tommaso Conti