L’autostrada Roma-Latina non si farà mai

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A detta di molti.

Nonostante l’iter progettuale avanzi.

I cittadini sono mobilitati da tempo, e denunciano tutto quello che non va nel progetto (che prevede, oltre la costruzione dell’autostrada Roma-Latina, la realizzazione del collegamento alla Roma-Civitavecchia e la bretella Cisterna-Valmontone).

Personalmente sono stato sempre in disaccordo con l’opera intera, ritenendo necessario una messa in sicurezza della Pontina e inutile tutto il resto.

Oggi ho ascoltato parole molto critiche sull’opera di Roberto Morassut, deputato romano del PD e profondo conoscitore della realtà trasportistica regionale.

Ricapitolando:

L’opera intera costerebbe 2,7 Miliardi di €.

Il CIPE ha finanziato solo 500 Milioni di €.

Il resto ce lo dovrebbero (!) mettere i privati.

Trovatemi, oggi, imprese che siano disposte a mettere sul piatto tali cifre. Che hanno la possibilità di mettere sul piatto tali cifre. E comunque il ritorno economico ricadrà sulle spalle dei cittadini.

Infatti l’Autostrada Roma-Latina sarà a pagamento, e i pendolari saranno fortemente penalizzati.

L’autostrada determinerà un aumento dei flussi veicolari in ingresso a Roma (lo dicono gli studi trasportistici). Sul GRA già oggi la terza corsia non è sufficiente nelle ore di maggior traffico. Domani costruiremo la quarta?

Aumentano le vetture, quindi aumenta l’inquinamento. Rumore, emissioni di atmosfera.

Si consuma suolo, si devastano territori a vocazione agricola sui quali insistono una cinquantina di aziende.

Si dice che l’autostrada (e la bretella Cisterna-Valmontone) servirà a rilanciare l’economia. I distretti industriali pontini e del frusinate sono in crisi. Quando sarà finita collegherà due deserti.

Vogliamo entrare in Europa?  Le linee guida ci indicano la strada: meno auto, più trasporto su ferro, intermodalità. Noi facciamo il contrario.

Priorità di intervento?

Messa in sicurezza della Pontina (che costerebbe molto ma molto meno della spesa prevista per la realizzazione dell’Autostrada).

Metro leggera di superficie per portare i pendolari a Roma.

Realizzazione della gronda merci che libererebbe tracce per i treni sul reticolo ferroviario romano per i treni passeggeri.

Chiusura dell’anello ferroviario di Roma.

Utilizzazione dell’asse AV/AC Torino-Milano-Bologna-Firenze-Roma-Napoli-Salerno per il trasporto merci in orario notturno (attualmente le linee AV esistenti è praticamente inutilizzata per il trasporto merci, nonostante i modelli di esercizio di progetto prevedesse il transito di  treni cosiddetti “Merci AV”)

Valorizzazione delle bellezze artistiche, culturali, paesaggistiche dell’agro romano e dell’agro pontino.

Autostrade informatiche per mettere in contatto domanda e offerta di cultura, in tutti i sensi.

Si potrebbe essere diversamente ricchi, insomma. E avere pensieri un po’ più lunghi.

Forse sarebbe il caso di mettersi intorno ad un tavolo e ragionare.