Potrebbe essere il caso di de-informatizzare, a volte?

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Una delle novità della scuola (media inferiore, nel caso dei ragazzi) introdotta quest’anno è il registro elettronico. Ti colleghi da casa con un tuo nome utente e una tua password e puoi accedere a varie informazioni. I voti, le assenze, i compiti a casa. A dire il vero non ne sentivo il bisogno in modo particolare, diciamo che in casa qualche parola ancora si scambia, magari a cena ci si racconta la giornata si chiede anche ai figli cosa sia successo a scuola. Per ora rispondono, poi si vedrà.

Ulteriore funzione del registro elettronico è, ovviamente, la possibilità di consultare la pagella on-line.

Ecco, non mi è piaciuto.

Mi è mancato il contatto umano con i professori, che ti consegnano un foglio e ti guardano negli occhi mentre raccontano un successo, o un fallimento, di tuo figlio.

Condividere quel momento vis a vis fa si che venga raccontata la storia di quel foglio di carta che contiene apparentemente solo numeri, ma che invece nasconde un percorso di crescita, di autonomia, di speranza, fatto di piccoli grandi errori, di piccoli e grandi conquiste.

E così esci da quell’edificio orgoglioso, o depresso, o sconsolato, o fiducioso. Magari la brezza mattutina dell’estate che sta per arrivare ti asciuga una lacrima, o ti fa sbollire la rabbia. Quello che sia, ma sei umano, umanissimo, in quel momento.

Si può tornare alla scuola 1.0, in questi casi?