Primarie PD? No, grazie

Nei giorni scorsi, tra il serio e il faceto, ho socializzato il mio dilemma in merito alle primarie del PD, ossia se andare a votare Zingaretti per favorire l’uscita dei renziani oppure restare a casa.

Il PD non è più il mio partito dal 2015, ne sono uscito con sofferenza dopo che gli ultimi anni di permanenza erano stati essi stessi una sofferenza. Primarie ne ho viste abbastanza, e cio che in quell’occasione mi dava alquanto fastidio era il vedere in quelle giornate venire al circolo, o al gazebo, persone che con il PD non ci azzeccavano niente ma niente. Cammellati, fancazzisti, fascisti,  ex che speravano in qualcosa di nuovo. Ecco, io da ex, attualmente e credo per molto tempo ancora, anche da un PD de-renzizzato non spero proprio niente.

In questi mesi, e in questa campagna per la segreteria, nessuno dei candidati ha messo in discussione le politiche migratorie che hanno portato agli accordi per istituzionalizzare i lager libici, nessuno ha parlato di reintroduzione dell’art. 18, nessuno ha parlato di come combattere il lavoro povero e senza diritti, nessuno ha parlato di come ricucire il rapporto con le periferie, di come far muovere il paese senza far obbligatoriamente ricorso a opere faraoniche (tutti d’accordo per la Roma-Latina) e la Cisterna-Valmontone), di come tutelare sul serio l’ambiente, di come rendere la sanità pubblica efficiente e accessibile a tutti in tempi decenti.

Nessuno nel PD parla più di Angelo Vassallo.

Potrei continuare.

E quindi non potrei recarmi ai gazebo nemmeno come potenziale elettore. Come dicevo al compagno Simone, è un evento che vedo remotissimo, anzi di più. Posso auspicare che un PD rinnovato negli uomini e nelle donne e che sappia fare una seria autocritica sugli errori del passaro, nel tempo, possa diventare interlocutore serio e credibile anche per noi che vaghiamo nella galassia della sinistra corpuscolare, ma ho troppo rispetto per la comunità di uomini e donne (non tutti, sia chiaro) che ancora ne fanno parte per andare a scegliere il loro segretario.

Auguro a loro buona fortuna.