Pulizie di primavera ai tempi dei social (zàcchete)

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Alle 22:51 del 29/04/2016 Facebook mi dice che ho 2546 amici. Da qualche giorno sto mettendo in pratica un metodo di selezione delle “amicizie”. Non sempre, dipende dall’umore della giornata. Guardo le notifiche dei compleanni del giorno, me le scorro e scopro che qualcuno dei festeggiati non solo non l’ho mai visto in vita mia, ma nel corso della mia esistenza virtuale non ho mai intrattenuto alcun tipo di interazione. E allora zàcchete, cancellato. Non bloccato. Rimosso dagli amici, tecnicamente. Il blocco è riservato a quelli stronzi al quadrato. Personalmente non ho mai bloccato nessuno. Sono stato bloccato per motivi politici da persone che conoscevo fisicamente (una, due?) talmente democratiche da non reggere la critica. Vabbè. Avranno ritenuto che fossi uno stronzo al quadrato. Ê la regola del martello e dell’incudine, sapete com’è. In generale poi non mi piace chi posta foto dei figli, dei nipoti, magari (non sempre, ovvio) per farsi dire quanto sono belli e bravi e fotogenici e skillati. Ma non è un criterio sempre valido. Dipende anche questo dall’umore del momento. Tralasciando quelli/e che postano solo aforismi dei baci perugina e selfie con le labbra a canotto (esiste questo strano fenomeno che ti consente di avere le labbra a canotto anche se non sei andato dal chirurgo plastico di Donatella Versace). In genere do una bella sfalciata ai razzisti, agli omofobi. Poi ci sono quelli che postano foto, che so, mentre partoriscono. Ma caspiterina, è il momento più bello dell’esistenza umana, il venire al mondo. Per la donna, per l’uomo, per la coppia. E tu stai là, a farti fotografare (transeat) e a POSTARE SU FACEBOOK quel momento per condividerlo? Beh, per me hai problemi. E allora zàcchete, via.