Quello che siamo e quello che vorremmo si realizzasse

Ho conosciuto Pippo nel giugno del 2009, a Roma. il giorno della presentazione della candidatura di Ignazio Marino per il congresso del 2009. Doppio colpo, direi, perchè quel giorno conobbi anche Cristiana. Non sto qui a menarvela sugli incontri pubblici di Albinea, Firenze, Bologna, Milano. Prossima Italia e il Nostro Tempo. Grazie a Pippo e agli amici prossimi ho trovato una motivazione per impegnarmi, con tutti i miei limiti, nel rendere il PD migliore rispetto a quello nel quale militiamo, spesso, con frustrazione, rabbia, senso di impotenza. Anche a me hanno chiesto più volte cosa siete, cosa volete. Sentendomi rispondere: ho capito, un’altra corrente. Ecco, credo che queste parole riassumano un pò il lavoro di questi anni, e anche la strada che vorremmo si percorresse tutti insieme.

Prendendo spunto da Hemingway, quello che propongo al Pd è di riconoscere l’esistenza di una corrente mobile (e nobile), che appunto nobiliti il ruolo di chi è stato eletto con le primarie, di chi non è ancora affiliato a nessun club e che attende con un’impazienza crescente di vedere valorizzate le proprie qualità. Senza immaginare di assorbirli in una corrente o in una parrocchia, né di portarli tutte le sere in trattoria a parlare tra loro. Privilegiando l’attività legislativa e di relazione con gli elettori, all’attività di retroscena e di relazione tra le correnti, per cui, tra l’altro, ci vuole un dottorato di ricerca lungo quanto una legislatura.

La corrente mobile è una corrente che può avere ragione o torto, vincere o perdere, ma secondo me farebbe vincere il Pd. Così, a occhio.