Roma 2055 (te le do io le Olimpiadi)


L’altro giorno mentre guardavo Italia-USA, semifinale di pallavolo delle Olimpiadi, mi veniva in mente il Velodromo Olimpico dell’EUR. Demolito, in una nuvola di polvere e amianto, per decisione di qualcuno da incriminare e passare per le armi senza processo. Ci sarò stato due volte in vita mia. La prima nel 1983 ad una festa nazionale de L’Unita, ultimo Berlinguer e mia prima lattina di birra. Poi negli anni ’90, forse per un concerto, non ricordo bene.Pensavo al velodromo e alla fine che fanno gli impianti quando i riflettori sui giochi sono spenti e la vita delle città riprendono più o meno come prima.

Ecco, la differenza la la fa quel più o meno, parlando di sport. Nel senso che intento delle Olimpiadi dovrebbe anche quello di lasciare un segno positivo nella cultura sportiva della città e del Paese che lo ospita.

Sono personalmente contrario a tenere le Olimpiadi a Roma nel 2024. Non ne faccio un problema di corruzione negli appalti, penso che esistano strumenti per impedire infiltrazioni e malversazioni. Altrimenti chiudiamo un Paese e non facciamo più niente.

Penso invece che Roma, e il Paese, non possano permettersi di spendere miliardi di Euro in una città nella quale è diventato difficile vivere la quotidianità. E non parlo solo di infrastrutture, di trasporti, di buche, di monnezza. Ma di disuguaglianze, di povertà diffusa, di pezzi di città che nemmeno si conoscono tra loro, di ascensore sociale bloccato, altro che autobus che non passano.

Penso anche che le Olimpiadi sono utili se creano un movimento culturale e sportivo nel Paese che poi fa si che gli impianti non restino cattedrali nel deserto dopo la cerimonia di chiusura. Siamo pronti a questo? Secondo me no.

Siamo un paese calciocentrico, gli altri sport praticamente non esistono. Palazzetti dello sport vuoti, copertura televisiva praticamente nulla, pochi soldi per le federazioni. Ah, le federazioni, da sempre bacino di voti per politici che diventano presidente senza alcuna competenza specifica che magari restano là vent’anni. Ma del resto che volete in un Paese che si affida a Montezemolo, a Malagò, a Cristillin (provate a chiederle che fine hanno fatto gli impianti di Torino e dintorni) per organizzare i Giochi?

Per non parlare della assoluta mancanza della promozione della cultura sportiva nella scuola, due ore di educazione fisica alla settimana in palestre e impianti che quando va bene sono fatiscenti.

L’Italia, quindi, è pronta ad una riforma complessiva del mondo dello sport nel nostro Paese? No, tutti impegnati a calcolare quanti turisti far arrivare nel 2024. Spremere il limone sperando che i conti non siano troppo in rosso, e via.

Ecco, sinceramente di un altro velodromo da abbattere, nel 2055, non ne sento proprio il bisogno.