Archivi tag: Beppe Grillo

Chiediamoci il perchè

images-1

Oggi tutti a sbeffeggiare M5S per quanto successo in nell’Europarlamento e a cimentarsi in dotte disquisizioni sull’incoerenza delle sue scelte. Ieri a sbeffeggiare M5S per il nuovo approccio rispetto agli inquisiti e a cimentarsi in dotte disquisizioni sull’incoerenza delle sue scelte. L’altro ieri qualcosa per sbeffeggiare e sul quale cimentarsi in dotte disquisizioni sull’incoerenza delle sue scelte ci sarà pur stato.

Trump durante la campagna elettorale fece scandalo quando disse che sarebbe potuto scendere in strada e puntare la pistola contro qualcuno e la cosa non avrebbe spostato di un millimetro le sue possibilità di vittoria. Con M5S è la stessa cosa, temo. Tanto è al colmo la sopportazione di molti elettori nei confronti dello status quo. Tanta è la mancanza di fiducia nelle capacità di risolvere i problemi del Paese espresse della stragrande maggioranza della classe politica, tanta la disaffezione verso le forme di partecipazione democratica “classiche” rappresentate dai partiti politici.

Non servirà lo sberleffo, la risata, la sottolineatura dell’incoerenza se non verremo prima a capo delle nostre mancanze di questi anni che hanno generato a loro volta sberleffo, risate, incoerenza e soprattutto emorragia di consensi.

Chi vota M5S se ne frega delle incoerenze, di Farage, di Ukip, di Alde, di Verhodstadt, dell’Europrlamento, dell’avviso di garanzia, delle diatribe interne, del tribunale del popolo per i giornalisti. Sono cose che non spostano di un millimetro le possibilità di successo del movimento. E soprattutto non spostano consensi verso la sinistra, che anziché sbertucciare l’avversario dovrebbe interrogarsi sui perché.

Forse l’unico fattore che potrebbe mettere in crisi il movimento è il fattore V, come Virginia. E lo sa lo stesso Grillo. Ma questa è un’altra storia che vedremo come sarà scritta.

In Parlamento si parla

Il Parlamento, dovrebbe essere, per definizione, il luogo nel quale si parla, si dialoga. Altimenti si sarebbe chiamato, che so, Silenziamento. O Diffidamento. Per alcuni, si potrebbe chiamare tranquillamente Tradimento. Ossia il luogo fisico nel quale si consuma il tradimento degli impegni presi con il proprio elettorato. E quale sarebbero questi impegni? Quelli, appunto, di non rivolgere la parola ad alcuno, di diffidare di chiunque si rivolga a te anche solo per fare due chiacchiere. Poi si passa a vedere complotti e complottisti ovunque. E poi si passa all’insulto.  E poi alle epurazioni. E così via. Senza peraltro sapere bene dove si va a finire.

Così ti puoi spiegare gli insulti, gratuiti, che oggi Pippo Civati s’è beccato dai democraticissimi fan del M5S, oltre a quelli del loro ducetto.

Ma il ragazzo ha stoffa, tranquilli.

 

Due strade per arrivare alla Terza Repubblica

Beh, adesso non ci sono più alibi, davvero. il tempo delle scelte è arrivato. M5S ha reso noti i nomi dei loro candidati per la Presidenza della Repubblica. Gabanelli, Strada, Rodotà, Zagrebelsky. E poi gli altri. Il PD, avvitato nelle solite alchimie da Prima e Seconda Repubblica, ha la possibilità di contribuire a far entrare il Paese nella Terza Repubblica, se lo vuole davvero. Certo, sarebbe stato meglio essere parte attiva del gioco, piuttosto che subire scelte fatte da altri. Ma sarebbe chiedere troppo al PD attuale. A questo punto c’è ancora una possibilità. Anzi due. Il PD proponga dal primo scrutinio di votare Rodotà (Gabanelli e Strada hanno “declinato”, non credo che sarebbe per M5S un problema votare da subito Rodotà). In alternativa, in un momento di ritrovato orgoglio (non ci facciamo imporre il candidato da Grillo!! Ahahahaha), PD, SEL e chi ci sta eleggano al quarto scrutinio Romano Prodi. Qualunque altra soluzione (al di là dei nomi, e sfido chiunque a dire che Rodotà o Prodi non sarebbero garanti della Costituzione, dell’unità del Paese, delle minoranze e chi più ne ha più ne metta) concordata con il PDL non farebbe che alimentare ulteriormente il sospetto di una partita giocata da Bersani per continuare a sperare in un governo presieduto da lui stesso. E, in queste condizioni, sarebbe una catastrofe per tutti.

p.s. personalmente propendo per la prima ipotesi

Cambiare per non morire – Pt.2

Cosa ci attende nei prossimi giorni, da un punto di vista politico, non si sa. Bersani va sostenuto nel suo tentativo di dar vita ad un governo di minoranza che si prefigga di attuare i punti (in gran parte noti) che scaturiranno dalla direzione nazionale di mercoledì. Ce la farà? Ad oggi sembra che M5S non sia disponibile a concedere alcuna fiducia, e Grillo ha messo in guardia i suoi dal tener conto della Costituzione. Grillo chiederà che ci sia qualcun altro al posto di Bersani? Ad oggi non è dato saperlo. Bersani si è detto indisponibile a mettere la sua faccia e il suo nome su qualsiasi altro progetto diverso da quello sopra ipotizzato. Napolitano farà un ultimo tentativo di formare un “Governo del Presidente”, magari a guida Draghi, votato da pezzi di PD, PDL, Monti? Potrebbe, ma ciò significherebbe l’esplosione del PD, visto che innumerevoli dirigenti e militanti si sono detti pronti a restituire la tessera in caso di accordo con il PDL.

Resta la strada delle elezioni subito. Avendo, forse, il vantaggio di potersi presentare al Paese imputando a M5S la mancata volontà di cambiare, quando ne avevano l’occasione. Strada scivolosissima, perchè di cose da farci “perdonare” ne abbiamo, M5S punta a prendere la maggioranza del Paese, e con il Porcellum basta poco di più rispetto a quanto hanno già raccolto. È la democrazia, baby. Strada che rischia di essere ancora più scivolosa (e foriera di ulteriore emorragia di voti), se davvero non si percepisce che la gravità della situazione è direttamente proporzionale al tasso di cambiamento che deve essere messo in campo per contrastare lo tsunami 2. Le prime notizie che giungono dal fortino non sono confortanti. Anche se la legislatura dovesse essere brevissima, non si può pensare di confermare i capigruppo uscenti di Camera e Senato. Significherebbe davvero non aver capito nulla di ciò che sta accadendo nel Paese. E non si può pensare, in caso di elezioni immediate, di concorrere con le medesime liste di candidati. Occorre applicare il codice etico in maniera ancora più rigorosa: se ci sono altri casi Crisafulli, anche meno eclatanti, fuori. Occorre andare oltre lo statuto e prevedere il limite di tre mandati per i parlamentari. Senza interpretazioni bizantine. E non mi venite a parlare di esperienza da preservare, chi ha fatto tre mandati l’esperienza se l’è fatta. In lista ci mettiamo solo chi ha fatto le primarie. Niente doppi incarichi. Chi sa di essere in condizioni di incompatibilità con quanto previsto dalla statuto o si dimette dall’incarico PRIMA delle elezioni o non si candida. Forse non ce la faremo nemmeno così, ma non abbiamo scelta.

Cambiare per non morire

Era una canzone di Fiorella Mannoia, mi sembra. Diceva: come si cambia, per non morire e così via. Ecco cosa aspetta il PD, nelle prossime settimane, nei prossimi giorni, nelle prossime ore. Cambiare. Non è detto che tutto il male venga per nuocere, e forse il risultato elettorale ci aiuterà a farlo in fretta. E le persone che hanno deciso di votare M5S perchè delusi dal PD ci daranno una mano dall’esterno.  Certo, non sarà facile. Nè per il Paese, nè per il PD. Resistenze interne ce ne saranno, da parte di chi non capisce la portata di ciò che è successo da qualche mese a questa parte ma soprattutto di quello che potrebbe succedere in un futuro prossimo, molto prossimo. Ma non ci sono alternative al percorso da intraprendere con M5S in questo Parlamento. E non ci sono alternative ad un ricambio profondo della classe dirigente del PD, che ci ha portati fin qui, e non siamo in belle acque. Senza deus ex machina, ma con un lavoro di squadra.

Questo è il PD

Pippo, che ha il dono della sintesi, scrive in poche righe il manifesto del Partito Democratico. Rispondendo a domande alle quali non si è voluto rispondere.

Non era poi così difficile rispondere alle domande che Sky aveva preparato per Grillo.

Ecco le risposte, se le domande fossero rivolte al Pd.

1. Come funziona il Movimento 5 Stelle? Chi prende veramente le decisioni sulle strategie?

Il Pd ha un segretario e una assemblea nazionale eletti con le primarie, una direzione nazionale eletta dall’assemblea nazionale, una segreteria proposta dal segretario nazionale e approvata dalla direzione nazionale. Alle primarie hanno partecipato più di 3 milioni di persone. Ogni quattro anni si celebra il congresso con le primarie e tutti gli organismi dirigenti vengono rinnovati.

2. Se dovesse vincere le elezioni chi sarà il premier?

Se il Pd e la coalizione Italia bene comune vinceranno le elezioni il premier sarà Pierluigi Bersani, come hanno deciso le primarie del novembre 2012.

3. La disoccupazione tra gli under 30 ha raggiunto il 36%. cosa proponete in favore dei giovani?

Abbassare le tasse sul lavoro e rendere più progressive quelle sulla rendita per dare respiro all’economia. Una riforma degli ammortizzatori sociali e forme contrattuali meno volatili saranno parte dell’agenda di governo fin dai primi giorni.

4. Volete abolire l’imu e altre imposte? Dove pensa che troverà le risorse per farlo?

Noi pensiamo che la rendita immobiliare vada tassata, e proponiamo di mantenere l’imu, con 500 euro di detrazione sulla prima casa, che esenterà la maggioranza degli italiani dal suo pagamento. In più la vogliamo rendere più progressiva e vogliamo che sia progressivamente lasciata ai Comuni. Per quanto riguarda le tasse sul lavoro, la riduzione della spesa pubblica e una lotta più rigorosa all’evasione consentiranno di diminuire il carico fiscale su chi lavora e produce.

5. Lei non è candidato. cosa pensa che farà dopo le elezioni?

Il segretario del Pd è candidato al Parlamento e candidato premier. se vinceremo le elezioni sarà presidente del Consiglio dei ministri.

6. Fuori dalle palle chi ci contesta. siste ancora di quell’idea?

Noi ci chiamiamo Partito democratico perché siamo un grande partito plurale dove la discussione è sempre ammessa, e spesso il contributo delle minoranze diviene, nel dibattito, una posizione assunta da tutto il partito.

7. Che risultato vi aspettate uscirà dalle urne?

Vinceremo le elezioni e daremo a questo paese un governo capace di grandi riforme, di coniugare rigore ed equità, di rilanciare lo sviluppo economico e culturale.

8. In Parlamento vi siederete a destra o a sinistra degli emicicli?

Il Partito democratico appartiene alla grande famiglia dei partiti socialisti e democratici e progressisti europei e mondiali. per questo non c’è dubbio: staremo a sinistra.

 

Non sarà uno psicodramma, a sinistra

Tra i duri durissimi puri purissimi che si oppongono con tutte le loro forze a Monti o Berlusconi, che darebbero la bottiglia di Veuve Clicquot nell’abbattitore o le Church nella scarpiera per non far vincere Monti o Berlusconi, ci sono delusi-della-sinistra-quella-vera che voteranno M5S o Rivoluzione Civile. Quale sarà il risultato della loro scelta? Far vincere Monti o Berlusconi. Oppure, questo è certo, non far vincere chi ha un idea del Paese diversa rispetto a Monti e Berlusconi. Contenti. Se avrete bisogno di uno psicologo non venite da me a chiedere una mano, anche se ne conosco di bravi. Ma lo so che non verrete.

Bella presa per il culo (con sottofondo classista)

“Gli mettono dei microfoni sotto il naso, lo intervistano in televisione (ah, la televisione… sai ti ho visto in televisione…), piazzano la sua foto sui giornali e chi prima faceva tutt’altro (magazziniere, cameriere, fiorista, impiegato di banca… con tutto il rispetto dei magazzinieri e dei camerieri e dei fioristi e degli impiegati di banca) diventa un politico che si occupa di questioni come il concetto di democrazia, il principio di rappresentanza, l’eterogenesi dei fini, spesso con un piccolo accenno a Schopenhauer e Lev Trotsky, ai filososofi greci e a Paperoga”.

Ma scusa, Beppe Grillo: non eri tu quello della democrazia diretta? Del ricambio della classe politica. Del via tutti? E adesso ti lamenti perchè il magazziniere, il cameriere, il fiorista, il bancario fanno politica? Ma sparati con una gazzosa, va.