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La strada è una scelta vostra

Alcune immagini del sit-in della comunità di Baobab Experience che si è tenuto in Campidoglio mercoledì 17 giugno.

Le persone che manifestano per il diritto all’accoglienza sono rese clandestine dalla Bossi-Fini, dai decreti Salvini e dalla mancanza di intervento delle Istituzioni, in primis il Comune di Roma.

Sono persone note alla Questura che nonostante ciò continua sgomberare il presidio di Piazzale Spadolini per identificare persone già identificate più e più volte.

Sono persone che hanno diritto all’accoglienza non per capriccio ma in base a leggi dello Stato che sono puntualmente disattese. Richiedenti asilo, fruitori di protezione umanitaria.

Sono persone che chiedono di poter vivere in pace e con dignità.

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Ricominciamo (o proseguiamo, fate voi)?

La legge 40 è stata demolita dalla Consulta, ma forse al Ministero della Salute ancora non è del tutto chiaro.

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E i diritti restano diritti.

 

Fischio d’inizio

Quella del matrimonio gay è “un’idea incivile”. Anzi: “una violenza della natura e sulla natura”.

Io di incivile vedo lui, Pierferdinando Casini. E tutto l’UDC. E a quelli del mio partito che ancora credono che ‘sti talebani siano dei moderati dico: questi non sono problemi di coscienza. Sono problemi politici. Perchè anche sui diritti si disegna il paese del futuro. Bersani, sono cazzi tuoi, se davvero vuoi allearti con questi. La partita è appena iniziata.

Ci crede davvero

Beh, ieri sera a Roma non è che facesse poi tanto caldo. Durante il giorno si, ma la sera c’è sempre un pò di brezzolina. L’aria rinfresca. E quindi no, non può essere stato il caldo a far dire a Rosy Bindi queste cose:

“I matrimoni omosessuali in Italia non potranno mai attuarsi”

“Con le vostre posizioni massimaliste scordatevi pure le unioni civili”

“Se non siete d’accordo, andate da un’altra parte, lasciate in pace il nostro partito”

Perchè poi uno ci prende la mano e di qui a dire:

“Con le vostre posizioni massimaliste scordatevi pure le primarie per i parlamentari e il limite dei tre mandati, se non siete d’accordo, andate da un’altra parte, lasciate in pace il nostro partito”

ci passa davvero poco.

Menotrentasettepercento

Colpisce come il “gap salariale fra uomini e donne persista persino in un gruppo socio-economico relativamente benestante e istruito come quello dei licei milanesi”. Se è così in quell’ambiente protetto, figuriamoci nel resto del Paese.

È quanto emerge da uno studio pubblicato dalla Fondazione Rodolfo Debenedetti.

La questione femminile, in Italia, è centrale. E porta dentro di sè i problemi del welfare, del sud, della famiglia, della maternità (e della paternità). E misura l’arretratezza di un Paese.

 

Una piccola grande storia

Il bimbo avrà sei o sette mesi, è bello, sorride; l’uomo lo tiene sulle ginocchia, sa come tenerlo, toccarlo, parlargli, il bimbo gli risponde in un dialogo di gesti, sorrisi e suoni complici e armoniosi come dolce ed armonioso è il loro abbraccio.
Accanto a lui è seduto l’altro, anche lui ha un bimbo tra le braccia, della stessa età sembra.
“Che carini sono gemelli?” Chiede Matteo dalla poltroncina difronte.
“Si, sei bravo ad averlo capito perché non si somigliano troppo” risponde l’uomo
“E voi siete fratelli?” Continua Matteo che ha lasciato cadere il giornalino che stava sfogliando.
“No tesoro, siamo un po’ di più che fratelli”
“Davvero e che c’è di più dei fratelli? Siete gemelli anche voi due?”
“No, no sei fuori strada…”
“ E’ un gioco? Allora uno di voi due è il loro papà”
“Sbagliato siamo entrambi papà”
Matteo ora guarda davvero incuriosito i due uomini e i due bimbi, si guarda intorno perplesso
“E la mamma?”
“Vieni via Matteo, dobbiamo andare di corsa a comprare il latte prima che chiuda, torniamo dopo dal pediatra, scusatelo è un chiacchierone …”
“Ciao Matteo, ci scusi lei signora, ma cerchi di fare capire a suo figlio che ci sono tanti modi per volersi bene, e non  uno solo, mentre basta un gesto per chiudere una porta”
L’uomo torna a sorridere al suo bambino, l’altro guarda il bimbo che si è addormentato tra le sue braccia, e con tenerezza gli toglie dalla fronte un ciuffo ribelle.

Simonetta Cavalli, L'Unità

Sciopero generale

Vorrei che fosse proclamato al più presto uno sciopero generale.
Il più grande che la storia Italiana ricordi.
Proclamato dai sindacati uniti e che vedesse insieme, in una enorme e pacifica manifestazione, studenti, operai, insegnanti, medici, agricoltori, poliziotti, precari, piccoli imprenditori, partite IVA, avvocati, magistrati, ferrovieri, fuochisti, macchinisti.
Tutti.
Perchè la situazone economica lo impone.
Perchè rischiamo di diventare un paese senza presente e senza futuro.

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