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Una dichiarazione d’amore

Per la sinistra italiana:

Dopo gli endorsement di Franceschini e Fioroni, che più o meno teorizzano che al Congresso del Pd ci sia un solo candidato, è fatta: si propongono le larghe intese anche nel Pd, non solo per il presente, anche per il futuro. Mi pare un’ottima idea, che mi permetterò di contrastare, fino all’ultimo giorno. Con decisione, passione e orgoglio. Perché secondo me la sinistra italiana si merita altro e quantomeno questo: che ci sia una partita vera. Non l’eterno ritorno dell’uguale, che non se ne può più.

#wdays – L’intervento di Pippo, candidato alla segreteria del PD

Per ora vi posto questo:

Domani vi dirò qualcosa su come ho vissuto questi tre giorni molto molto belli. E su cosa ci portiamo a casa.

 

 

Ripartiamo da qui

Mentre il duello Bersani-Renzi (con svariati sparring-partners) entra sempre più nel vivo tra polemiche e personalismi. Mentre iniziano i riposizionamenti alla ricerca di un posto al sole, tra neo-rottamatori dell’ultima ora con credibilità prossima allo zero e pre-bersaniani da usato garantito. Mentre la confusione regna sovrana sulle regole delle primarie. Sulla legge elettorale. Sulle alleanze. Mentre tutto ciò accade, c’è qualcuno, nel PD, che prova a riportare la discussione sui temi. Sulle proposte. Sulle cose. Con i ReferendumPD. Anche in provincia di Latina è possibile firmare. Chi mi dà una mano?

La promessa mancata

Il post di Pippo, stavolta, lo incollo integralmente. Perchè le sue preoccupazioni sono le mie.

Se quello che scrive l’Espresso è vero, ci toccherà fare qualcosa di diverso.

Tanti, tantissimi di noi hanno aderito al Pd perché in Italia ci fosse un soggetto politico capace di guidarci nella Terza Repubblica, non di tornare alla Prima con i protagonisti della Seconda.

Tanti, tantissimi di noi hanno aderito al Pd, perché era un partito democratico fondato sul bipolarismo e l’alternanza. Perché il Pd è stato da sempre a favore di un sistema elettorale che restituisse ai cittadini la possibilità di scegliere e di sapere da subito chi avrebbe vinto e chi perso.

Tanti, tantissimi di noi hanno aderito al Pd perché si impegnava a organizzare il centrosinistra, cercando di dare un profilo di governo coerente alle iniziative della società civilissima, dandosi un profilo rappresentativo di tutte le sensibilità progressiste del Paese e di quelle cattolico democratiche, sulla base di un dettato laico e liberale per quanto attiene la condotta dei singoli.

Se tutte queste condizioni venissero a mancare, non ci sarebbe più non già questo o quel Pd: non ci sarebbe più il Pd. È il caso che gli strateghi se ne rendano conto, perché gli elettori se ne sono accorti già. E stanno già pensando di organizzarsi di conseguenza, per fare quello che avevamo promesso (a noi stessi e agli altri) di fare.

Promesse da marinaio

Spero di no. Però, alla faccia del centralismo democratico, dopo che Bersani aveva preso, nel corso dell’ultima Assemblea Nazionale un impegno solenne (tanto da evitare un voto) sulle primarie per la scelta dei Parlamentari a Porcellum vigente, ecco che iniziano i primi distinguo. Secondo me si mette male.

Tutti X Milano

Pippo ha lanciato l’appello per Milano da giorni. Se è vero che B. si presenta capolista e ha puntato tutto sulla Moratti e su Milano per vivere tranquillo (si fa per dire) durante i prossimi due anni di governo, allora il PD ha più di un motivo per dedicarsi anima e corpo alla campagna elettorale di Milano. B. sul palco? Il PD in mezzo alla gente, per strada, a parlare con le persone degli sfaceli compiuti dall’amministrazione Moratti. Ad oggi non so chi dei big del partito abbia aderito all’iniziativa, di sicuro ci saranno molti non-big, militanti, iscritti. Quelli che si fanno il mazzo mentre capi e capetti si massacrano a mezzo stampa.