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Non sarei proprio entusiasta

Un governo senza Berlusconi difficilmente potrà far peggio di un governo con Berlusconi. E poi, va bene continuare un pò del lavoro fatto fino ad ora. Del tipo: legge di stabilità e legge elettorale (anche il ritorno al Mattarellum sarebbe oro rispetto al Porcellum). E basta. Ma ricordiamo chi sono stati i compagni di strada del PD, fino ad ora, e chi sono i responsabili, oggi. Vedo troppo entusiasmo nelle fila di chi applaude alle divisioni nel PDL. Se nasce la terza Repubblica, oggi, nasce male. Ma proprio male. Continuo a non vedere padri della patria, in giro. E spero di non dover assistere ad un ulteriore e definitivo mutamento politico-antropologico del PD, magari confortato (e tentato) da una evoluzione delle larghe intese in chiave neocentrista. C’è bisogno di sinistra, nel Paese.  Come il pane ce n’è bisogno. E non mi stancherò mai di dirlo: anche per questo si fanno i congressi. Per decidere quale direzione debba prendere il PD. E non venite a dire che del congresso del PD agli italiani non importa niente. L’ho già sentita. Grazie.

Un ossimoro: larghe intese stabili

O una tautologia: larghe intese instabili. E ci fa ridere per non piangere, il premier Enrico Letta detto ilgiovanevecchio. Quando dice che se il PIL scende più del previsto e il deficit sale più del previsto è colpa dell’instabilità. Come se le larghissime intese non contenessero, in sé, il più deleterio dei germi, ossia l’instabilità politica permanente.

Immedesimazione

Sto iniziando a ragionare come loro. Cioè, come i dirigenti del partito democratico. L’arguzia politica è degna di menzione. Hanno accettato il diktat sull’IMU perché chiederanno qualcosa in cambio. E’ la politica, baby. Hanno accettato di scaricare su tutti noi (con l’aumento delle accise sui carburanti, sull’alcol, su giochi e lotterie, con il taglio alle spese che si sa quasi sempre dove vanno a parare) la cancellazione dell’IMU sulla prima casa anche per chi se la può permettere perché chiederanno qualcosa in cambio. Qualcosa di grosso. Di veramente grosso: chiederanno al PDL di smetterla con gli attacchi alla magistratura, alla Corte Costituzionale e di accettare serenamente la sentenza di condanna di Berlusconi e la sua decadenza da senatore. Mi sembra uno scambio ragionevole, o sbaglio?

Facciamo le cose urgenti e torniamo al voto

Parole sagge, direi.

Pippo Civati e adesso? Non sarà mica che, come da profezia sposettiana, con la condanna di Berlusconi il Pd implode?
“Il Pd non implode ma non è il momento dei giri di parole, occorre una linea più chiara. Questa sentenza è un fatto di straordinaria gravità. Se fossimo stati all’opposizione, ne avremmo dette di tutti i colori”.”Chiarezza sulla durata del governo non si può andare oltre il semestre europeo”

E invece siete al governo con il Pdl.
“Questi compagni di viaggio non riusciamo più a sostenerli. Bisogna rivedere le ambizioni, la durata, le priorità di questo governo”.

Si può tentare di separare la sorte giudiziaria di un uomo, sia pure del leader, dal resto del Pdl?
“Ma come si fa? Scherziamo? Ci dimentichiamo che il Pdl, quando la Cassazione fissò l’udienza, voleva già bloccare i lavori del Parlamento? E ci ricordiamo che l’attuale vicepresidente del consiglio, Angelino Alfano, è autore di leggi ad personam costruite per salvare Berlusconi? Non possiamo archiviare tutto”.

Napolitano invita a non coinvolgere l’attività del governo nel terremoto di queste ore.
“Non è possibile. Il Pd ha speso tutta la sua credibilità sulle larghe intese che ora hanno un equilibrio precario, insostenibile”.

Non le sono sembrate sufficientemente tranchant le parole di Epifani?
“Io non voglio parole tranchant, voglio chiarezza sulla durata e la modalità di questo governo. Bisogna trovare una onorevole via d’uscita”.

Agenda ridotta.
“Mica penso che il governo vada buttato giù domani mattina. Letta non se lo merita. Facciamo la legge elettorale, con o senza Pdl, inquadriamo la legge di stabilità e finiamola lì”.

Vendola dice: il Pd non può avere più un alleato come Berlusconi, condannato per frode fiscale.
“Ci sono battaglie che noi facciamo da sempre. Marrazzo si è dimesso, Penati anche, il Montepaschi ci ha aperto ferite brucianti. Il Pd deve fermarsi e riflettere. Il governo sta lanciando in queste ore una guerra all’evasione fiscale. E’ tutto così scivoloso, come si fa a non capirlo? Come si fa a pensare di andare oltre il semestre europeo e iniziare il cammino delle riforme costituzionali?”.

Berlusconi da ieri è politicamente morto?
“Berlusconi non muore mai… Gli elettori avevano già decretato la sua sconfitta alle elezioni ma noi, i grillini, non siamo stati capaci di costruire qualcosa di alternativo”.

Ripercussioni immediate all’interno del Pd?
“C’è un fronte governista ancora molto ampio. Bisogna capire però se questa cosa regge”.

Secondo lei cosa farà Berlusconi?
“Non lo so. Che si dimetta o no da senatore poco importa, il problema politico rimane tutto. Il problema c’è quando si decide di salvare Alfano dopo lo scandalo kazako. E’ su questo che il Pd deve ragionare…”.

Lei ha definito “giri di parole” le prime dichiarazioni di Epifani. Cosa avrebbe detto al suo posto?
“Avrei detto: “Signori questo episodio compromette la serenità necessaria per fare le riforme. E’ un fatto oggettivo. Ne prendiamo atto. Facciamo le cose urgenti e torniamo al voto””.

La situazione è questa

Non è questione di “figo“, o “fighetto”.

There is no alternative? Yes, dear oldyoung nephew of Gianni Letta, but you forgot politics.

E invece le mie sono ragioni politiche, che ci sono e ci sarebbero a prescindere, e che sono maturate ai tempi dei 101 e di chi, allora come oggi, preferiva questa soluzione alle altre: quando il Pd si imporrà sulla legge elettorale? Quando il Pd chiarirà se abbasserà le tasse sul lavoro, invece di intervenire sulle tasse sul patrimonio? Quando saremo autorizzati a dire la nostra su alcune questioni serie che ai nostri elettori stanno a cuore, a cominciare dai cacciabombardieri? Quando torneremo a confrontarci con quel tema politico, che ci vede alleati con Sel dappertutto (anche dopo aver inaugurato il governissimo), sulla base di principi e modalità opposti rispetto a quelli del governo nazionale?

 

 

Arresi

Giusto per chiuderla, ‘sta vicenda Alfano-Ablyazov. Come se poi fosse possibile. Vabbè. Aver trasformato il voto di fiducia sull’operato di un ministro che mente spudoratamente nel voto di fiducia all’intero esecutivo. Che proprio perchè ha un ministro che mente spudoratamente fnisce per essere indebolito e screditato nella sua interezza. Qui sta la differenza tra un presidente del consiglio con le palle e uno senza. Qui sta la differenza tra un partito con le palle e un partito senza. Tra un partito e un non-partito. Potere di interdizione zero. Su questa vicenda come su tutto il resto. F35, IMU, IVA. Adesso tocca ai diritti. Tra un pò alla giustizia (di nuovo). Siamo semplicemente arresi. Al Capo dello Stato. Alle necessità del PDL. Alle volontà dei singoli. Al destino cinico e baro.

A proposito di non-democrazia

Tira una brutta aria sulla nostra democrazia, scrive Ilvo Diamanti oggi:

…Così, poco a poco, ci si assuefà. A una democrazia-per-così-dire. Non si tratta neppure più della post-democrazia, ridotta al rito elettorale, cui fa riferimento Colin Crouch. Perché, nella post-Italia, descritta da Berselli giusto 10 anni fa, anche il rito elettorale è divenuto indifferente e irrilevante. La polemica politica e fra politici esiste solo nei talk televisivi. La partecipazione dei cittadini diventa poco influente e rilevante…  

Davvero brutta, direi. La democrazia rappresentativa che non rappresenta più i cittadini, la loro volontà espressa con il voto. Governi tecnici o larghissime intese che tengono insieme maggioranze contro natura, che non-decidono perché i partiti che le compongono hanno non-vinto le elezioni. Passi per il PDL, che di democratico ha avuto ben poco, partito padronale per eccellenza.

Il PD aveva un’altra missione.

Partito aperto alla partecipazione di iscritti ed elettori. E oggi non si tiene in alcun contro nè degli uni nè degli altri.

Partito che seleziona sindaci, parlamentari, leader con le primarie. E da marzo in poi i parlamentari che hanno fatto primarie vere sono sotto accusa per eccessiva autonomia, perché dissidenti rispetto a scelte non condivise dal proprio elettorato, con il quale (incredibile) riescono ancora ad avere un rapporto diretto.

Partito che decide (almeno dovrebbe) la propria line politica con un congresso, ogni quattro anni. E oggi c’è chi il congresso vuole rimandarlo sine die (almeno fino al 2015), perchè discutere, democraticamente, mette a rischio il governo delle larghissime intese e della democrazia non-rappresentativa.

C’è da essere soddisfatti. Soddisfattissimi.

Abbiate pietà

Il Senato che diventa luogo dell’ipocrisia. Istituzioni vilipese, oratori da strapazzo che si arrampicano sugli specchi stravolgendo la realtà. Le forze dell’ordine in versione usa e getta (e vorrei capire, da oggi, quale fiducia possano avere nel proprio capo supremo, nel Governo, che per coprire un ministro inadeguato mettono in atto uno scaricabarile sui sottoposti degno di ragazzini che giocano a rubamazzetto). L’errore di confondere i piani, la responsabilità politica dei singoli e l’azione del governo. Un governo anch’esso inadeguato, che non è in grado di mettere mano alle riforme strutturali di cui questo paese ha bisogno perchè da non si riforma un paese con i veti incrociati e con gli interessi dei singoli. Abbiate pietà, mettete mano alla legge elettorale (non avete l’autorevolezza e la dignità per mettere mano alla Costituzione, non sarete mai padri costituenti), prendete un provvedimento uno che detassi il lavoro e introduca un po’ più di uguaglianza in questo benedetto Paese e andiamo a votare. E, se possibile, sparite.

Corde che si spezzano

Non va. Non può andare così. Anche il senso di responsabilità ha un limite. Quand’anche fosse responsabilità. E nel caso di molti nemmeno lo è. Si tratta piuttosto di un disegno preciso. Perchè si sapeva dall’inzio che la situazione sarebbe stata esattamente e irrimediabilmente questa. Un ricatto continuo. E quindi serve un’altra responsabilità. Non quella nei confronti delle cose da fare, che tanto questo governo non riuscirà a fare nulla di ciò che serve realmente al Paese (e anche questo si sapeva). Serve la responsabilità politica di ammettere i propri errori, ossia che questo governo, così come è nato, nemmeno doveva nascere. Diciotto mesi, poi due anni, poi tre. Per fare cosa? Per fare da stampella ai guai giudiziari di Berlusconi? Perchè altrimenti cade il governo? Ma la dignità, in questo partito, che fine ha fatto? Abbiamo digerito i rinvii su F-35, su IMU, sulla legge anticorruzione (approvata oggi all’unanimità in commissione giustizia, ma voglio vedere in aula). Adesso anche le forzature nei riguardi della Corte di Cassazione. Perchè il rinvio di tre ore ci può anche stare, ma è la motivazione che grida vendetta.

La corda si spezza con gli elettori, Epifani, non con il PDL. Con il PDL ce la stiamo mettendo al collo, la corda. Ma anche la corda al collo, evidentemente, diventa un’ancora di salvezza per chi ha voluto tutto questo. I 101, i responsabili, quelli che vorrebbero che nelle mozioni congressuali fosse reso obbligatorio il sostegno al governo PD-PDL. Ma facciamolo subito il congresso, e facciamo il PD che vogliamo, noi che ci abbiamo sempre creduto. E mandiamo in pensione un gruppo dirigente cialtrone, i vecchi e i giovanivecchi che ci hanno portato esattamente dove volevano perchè altrimenti non sarebbero sopravvissuti ad una stagione politica nuova, che sanno vivere solo di tatticismi, di formule, tanto più valida quanto più astruse e incomprensibili. Aria. Nuova.