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Ignazio Marino persona per bene

Sulla vicenda Marino all’epoca M5S hanno fatto gli sciacalli, roba che se tanto mi da tanto Paola Muraro starebbe a casa da un pezzo (anzi, nemmeno avrebbero dovuto nominarla assessore). Il PD, invece, ha mostrato tutta la pochezza dei suoi dirigenti cittadini (quanto sangue amaro quei pochi militanti che hanno sempre lottato per un partito diverso!) e la spregiudicatezza di Renzi. Che ha ordinato ai consiglieri di recarsi dal notaio (pena la mancata ricandidatura) e defenestrare Marino per un bieco calcolo: provare a far vincere M5S nella speranza che dimostrassero la loro incapacità a governare per poi giocarsi i loro (eventuali) fallimenti sulla scena nazionale (nella peggiore delle ipotesi avrebbe vinto Giachetti). Mi sa che si è fatto male i calcoli. Il tutto sulla pelle di Roma e dei Romani. Che statista, veh?

I prossimi mesi di Ignazio Marino

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Devo molto a Ignazio Marino, anche se lui non lo sa.

Nel 2009 mi riappassionai alla politica attiva grazie alla sua candidatura alla segreteria del PD, dopo anni di sostanziale disimpegno diretto. Ricordo un giorno di giugno di quell’anno, il giorno della presentazione della sua candidatura a Roma. Ascoltai in quell’occasione due sconosciuti (per me) che mi colpirono e,  tornato a casa, mi misi a cercare in rete chi fossero. Si chiamavano Pippo Civati e Cristiana Alicata. Per dire.

Con il senno di poi non si può dire che quella candidatura fosse esente da contraddizioni (alcune mi apparivano evidenti già al momento), non di certo per Marino in sé ma principalmente per alcuni personaggi (e relative cordate) che la sostenevano. Era il peggior PD che faceva mostra di sé già allora, e già allora iniziammo a lanciare l’allarme in merito a tutte le storture che poi, nel tempo, si sono incancrenite nel PD di Roma, del Lazio e purtroppo in molte altre realtà. Assenza di rispetto delle regole statutarie (contributi non versati, doppi e tripli incarichi), primarie cammellate, correntismo esasperato, troppi soldi che giravano. Ma come direbbe qualcuno, questa è un’altra storia.

Ma è una storia che ha portato il PD Roma, con la rinuncia di Nicola Zingaretti, a non avere al suo interno una candidatura credibile alla successione di Alemanno. Da qui la vittoria del “marziano” Marino alle primarie, contro avversari risibili come Sassoli e Gentiloni.

In quella sfida sostenni convintamente Marino, perché Roma aveva bisogno della sua onestà e anche della sua estraneità a certi meccanismi, a maggior ragione dopo i cinque anni devastanti della giunta Alemanno.

E sostenni convintamente Marino alle elezioni, anzi a dire il vero per me fu un sostegno doppio a Marino, Marino come sindaco e Marino (Estella) come consigliere. Estella che fu la più votata del PD e che oggi riveste il delicatissimo e difficilissimo ruolo di assessore all’ambiente.

Le speranze intorno al nuovo sindaco sono state tantissime, ma si è subito capito che Marino non avrebbe avuto vita facile. La situazione catastrofica ereditata da Alemanno, la presenza dannosa del PD Roma, la macchina amministrativa, sono stati tutti elementi che hanno creato, giorno dopo giorno, un intralcio evidente all’azione dell’amministrazione.

Le inchieste in parte hanno scoperchiato cose note e fatti evidenti a tutti, d’altro canto hanno svelato un sistema criminale mafioso che, cresciuto e pasciuto grazie ad Alemanno (ricordiamo che l’ex sindaco è sotto inchiesta per il reato di associazione mafiose, lui e non Marino, per dire), aveva trovato sponda in pezzi autorevoli del PD romano e del mondo delle cooperative anche con la nascita della nuova giunta.

Da ciò che emerge nelle intercettazioni appare anche evidente che i gruppi mafiosi che speculavano sulle emergenze sociali, sui profughi, sui rom ritenevano Marino e la sua giunta un ostacolo ai loro affari. E a mio avviso da qui occorre ripartire.

L’onestà di Marino e dei suoi assessori non è mai stata in discussione, ma se, al di là delle inchieste, la percezione di buona parte dei romani è che Sindaco e giunta svolgano un’azione insufficiente vuol dire che qualcosa non ha funzionato e continua a non funzionare. Semplifico, ma secondo me c’è un problema di comunicazione e un problema di tempi.

Diciamo che l’amministrazione non è stata brava a comunicare, fino in fondo, quanto sia stata impegnata, dal suo insediamento fino ad oggi, a sradicare prassi consolidate che avevano portato ad una situazione di paralisi da un lato e alle ruberie che stiamo cimparando a conoscere grazie alle incheiste dall’altro.

Sul sito Romafaschifo, generalmente di certo non tenero con il sindaco, appare un elenco di 20 grandi discontinuità con il passato sulle quali Marino ha lavorato, e molto. E per “colpa” delle quali Marino si sta inimicando quei poteri che non fanno più affari e che quindi vorrebbero la sua testa, ora.

1. MALAGROTTA
Discarica mostruosa presente da decenni. Erano trent’anni che si parlava di chiuderla. C’erano le multe dell’Europa. Con Marino è stata chiusa e una parte dello sporco che si vede in città (il resto, la maggioranza, è la cialtronaggine di Ama o l’inciviltà dei cittadini) è lì per rappresaglia da parte dei ras che sovraintendevano il settore fino ad oggi. Un tempo a comandare erano dei pessimi imprenditori privati, oggi è il Comune. 

2. AMA
Cresce la raccolta differenziata. Un nuovo management finalmente civile. E in questi giorni la prima gara vera (una gara vera a Roma!) per il servizio, con procedure vere, con aziende partecipanti vere e con il migliore e il più economico che vincerà. Risparmio, solo qui, di 10 milioni di euro. 10 milioni di meno nelle tasche dei soliti. E sono briciole se si pensa che i ras dei rifiuti che sono stati lasciati fare, indisturbati, da tutti i sindaci avevano chiesto 900 milioni: un lodo che Ama ha vinto, 900 milioni non li otterranno. Cosa bisognerebbe fare qui per far star tranquillo il Primo Ministro? Andare con Cerroni a mangiare “a coda aaa vaccinara” come facevano i collaboratori dei precedenti sindaci e dei precedenti governatori del Lazio? 
(Poi – non dimentichiamolo – la città fa vomitare da quanto è zozza, questo è evidente a tutti)

3. ATAC
Un nuovo management credibile (ma con l’ombra del licenziamento del direttore Carlo Scoppola) e il licenziamento di tanti dirigenti. Non basta, sono discontinuità piccole piccole ma si è smesso di andare nella direzione sbagliata sterzando (sebbene poi restando piuttosto fermi).
Il servizio è non solo da quarto mondo, ma in costante peggioramento, su questo siamo in continuità purtroppo.

4. VENDITA DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DEL COMUNE
Importante rivoluzione: basta negozi in centro affittati a 80 euro al mese, no?

5. TEATRO DELL’OPERA
Azienda rivoltata come un pedalino.

6. AUDITORIUM – MUSICA PER ROMA
Amministratore Delegato scelto previo bando internazionale. Sono arrivate 141 richieste, sono state vagliate, è stato scelto uno spagnolo. Semplicemente una rivoluzione.

7. RESIDENCE
Uno scandalo. Tu hai una struttura. Che non vale un ciufolo. La proponi al Comune perché hai amicizie dove conta e il comune te la affitta a prezzo maggiorato per metterci extracomunitari o persone a disagio. Risultato: il comune spende per tenere la gente in catapecchie 4000 euro al mese a famiglia. Si fa prima a affittargli casa a Piazza Navona. Uno scandalo che ora sta finendo.

8. SILVIA SCOZZESE
Una anomalia di per se l’assessore al bilancio per come sta operando sui costi della città. Tagliare i costi significa tagliare le clientele e togliere ossigeno a chi sull’inefficienza della città ci campava.

9. AMBULANTI
Saltata la Festa di Piazza Navona gestita per decine di anni dai soliti noti del racket ambulante romano. Erano decine e decine di anni che gli altri sindaci lasciavano fare. Il 22 giugno si sposteranno i camion bar e gli urtisti dall’area del Colosseo. Se ne parlava da non si sa quanto, ora a quanto pare si farà: sarebbe una svolta epocale.

10. PEDONALIZZAZIONI
Tridente, Fori. Se ne parlava dagli anni Ottanta. Sono state fatte o comunque decisamente instradate smettendo di far solo chiacchiere. Facciamo saltare il sindaco, e magari riapriamo anche i Fori al traffico privato: questo è “governare” per il Capo del Governo?

11. SPIAGGE
Del Lungomuro di Ostia si parlava da decine di anni. Ora sono arrivate le prime ruspe, per l’estate 2016 Alfonso Sabella, delegato al Municipio lidense, promette grosse rivoluzioni. Che saranno tutte fermate in caso di dimissioni.

12. APPALTI
E’ stato nominato un magistrato come assessore alla Legalità. Un magistrato del calibro di Alfonso Sabella che sta facendo capire a tutti che sul Comune di Roma sarà più difficile rubare. Un codice degli appalti è stato già approvato, tutto viene controllato. Cose che il sistema non ti perdona.

13. CARTELLONI
Marta Leonori, assessore al Commercio, sta portando avanti la grande riforma dei cartelloni. Una partita enorme riguardante un grumo di criminalità e banditismo imprenditoriale di caratura dieci volte più grande di quanto emerso fino ad oggi in Mafia Capitale. Erano venti anni che la città doveva dotarsi per legge di un Piano Regolatore dei cartelloni, Alemanno è riuscito a rimandare con scuse risibili per 5 anni, Marino ha portato a casa il provvedimento dopo un anno di amministrazione. Ora le 400 dittuncole che hanno distrutto anche questo settore economico a Roma tremano perché stanno per arrivare i bandi di gara internazionali e finalmente il settore potrà finire in mano di società serie e strutturate, come avviene in tutte le grandi città del mondo. Fai saltare il Comune e avrai centinaia di cartellonari ad esultare per le strade: salvi anche questa volta all’ultimo tuffo.

14. MANOVRA D’AULA
Vergognosa manfrina che permetteva ai consiglieri comunali di disporre di denari da distribuire nei loro “collegi” elettorali nel nome del più squallido clientelismo. E’ stata soppressa grazie al consigliere Riccardo Magi.

15. URBANISTICA
Caudo è assessore in gamba e onesto, ma non basta: è pure assessore capace che sta infilando risultati e facendo partire cantieri nella maniera in cui si fanno partire in tutta Europa. L’operazione Stadio della Roma è esemplare. Come è esemplare il concorso per l’area di fronte al Maxxi (Città della Scienza). 

16. POLIZIA MUNICIPALE
Il servizio continua ad essere riprovevole, tuttavia si sta provando a cambiare la rotta. La nomina di Raffaele Clemente è una rivoluzione; i vigili assenteisti di Capodanno saranno puniti. Con qualsiasi altro sindaco si sarebbe lasciato correre. Le multe via Twitter hanno cambiato la mentalità di molti romani e ora il servizio “io segnalo” può fare il resto. Intanto si è proceduto a far ruotare i funzionari nei municipi: un’altra rivoluzione. Certo non sono cose che ti fanno amare. Bisogna farsi amare? Allora l’unico modo è lasciare la città nello schifo in cui è…

17. REGISTRO UNIONI CIVILI
Altra svolta non da poco. Un salto in avanti di 20 anni da città arretrata a città normale. 

18. PIANO ANTI CORRUZIONE
Approvato: rotazione del personale partita. Gli stanno facendo la guerra senza quartiere anche su questo, ma lo ha detto Raffaele Cantone in persone che far ruotare i dirigenti e gli impiegati pubblici è un antidoto alla corruzione. A Roma si è iniziato a farlo ed è una svolta notevolissima.

19. PGTU
A noi il Piano Generale del Traffico e dei Trasporti Urbani non ci affascina. Lo consideriamo timido e dunque inutile. Un fatto è però che è stato approvato, lo si aspettava dal 1999: 16 anni. A livello di contenuti ha aumento delle strisce blu e congestion charge per entrare in centro. Tutte cosette che non ti rendono di certo simpatico, ma che sono giuste e corrette da fare. Cosa bisogna fare, secondo Renzi, fare le cose per il bene della città o fare le cose che rendano felici dei cittadini che si sono assuefatti a vivere in un posto fuori dal mondo e dalla logica? Bisogna fare come fece lui quando divenne sindaco di Firenze e decise di diminuire le multe che, giustamente, il suo predecessore comminava agli incivili?

20. BILANCIO
La città non approvava il suo bilancio di previsione in maniera regolamentare da 24 anni. Quest’anno per la prima volta Roma ha approvato il bilancio 2015 alla fine del 2014, come si deve fare. Approvare un bilancio regolarmente non lascia spazi ad operazioni fuori bilancio ed erano tutte operazioni fuori bilancio quelle che ingrassavano la mucca di Mafia Capitale. Da oltre vent’anni nessun sindaco si era mai preoccupato di approvare un bilancio nei tempi prestabiliti. Alemanno approvava il bilancio di previsione (di previsione!) alla fine dell’anno. Così tutto l’anno era scoperto e ci si poteva aggiustare mese per mese coi risultati che abbiamo visto..

Si vedono i risultati di tutto questo? Purtroppo ancora no. La città è ancora sporca, prendere un autobus spesso equivale a vivere un calvario, se guidi una macchina o un motorino devi accendere un cero a San Pietro se torni a casa vivo o senza danni a pneumatici, ammortizzatori, braccetti e sospensioni. Aggiungerei zone come San Lorenzo, o il Pigneto, o San Basilio, zone di spaccio a cielo aperto dove anche le forze dell’ordine faticano ad entrare. In definitiva ai cittadini, in prima battuta, interessa questo: la vivibilità della città, il funzionamento dei servizi essenziali. Se queste cose non vanno, un sindaco rischia di essere spacciato.

E qui entra in gioco il fattore tempo. Marino ha ancora poco tempo per rendere visibili gli effetti positivi della rivoluzione che sta conducendo in Campidoglio. A breve dovrebbero entrare in campo le ditte selezionate con le nuove procedure di gara in campi essenziali per il buon funzionamento della città. Tempo qualche mese e potremo valutarne con maggiore serenità gli effetti. Io spero vivamente che ce ne saranno, altrimenti insieme a Roma affondiamo tutti quanti, noi che ci viviamo. L’importante è che si tengano lontani da Marino il PD, Orfini, Renzi, e tutti gli amici a corrente alternata che aspettano solo di entrare in squadra pur di dire “c’ero anche io” o di fargli lo scalpo per giocarsi il nome di Roma in chissà quale partita politica nazionale.

Non ci resta che aspettare, fiduciosi. E, nel frattempo, dare ciascuno di noi il proprio contributo per rendere Roma una città più civile.

Licenziare è di sinistra?

licenziato

Dipende. Se licenzi il classico fannullone, l’assenteista, il furbetto, potrebbe anche esserlo. Oppure licenziare il manager, o il gruppo dirigente che porta al fallimento un’azienda.

Potrebbe essere mooooolto di sinistra mandare a casa una classe politica che ha inanellato insuccessi da un bel po’, piuttosto che servirsene, alimentare il trasformismo per diventare capo supremo assoluto.

Ma licenziare chi fa il proprio mestiere per risparmiare, per esternalizzare, lo trovo davvero poco di sinistra. E’ che il paese si sta marchionizzando, sotto i nostri occhi.

Insomma Sindaco Marino, potevi davvero tacere, stavolta. Fai quello che ritieni giusto, ma non appellarti alla sinistra.

Ma è importante?

Sapere che il (possibile) futuro AD di ACEA è “renziano”?

Nuova immagine

O piuttosto conta il fatto che sia un bravo manager, competente e onesto?

Oppure siamo allo spoil-system in salsa de noantri?

Mah.

Sarà una mia impressione


Fonte: La Repubblica

Premessa. L’opinione che ho di Ignazio Marino resta immutata. Ma a volte vale la proprietà transitiva: se Bettini endorsa Renzi e Marino è una creatura di Bettini, allora Marino endorsa Renzi. Tutto legittimo, sia chiaro. Però a volte la proprietà transitiva può anche non dare i risultati sperati. Al di là di Bettini la grande forza di Marino, soprattutto nelle primarie (ricordiamo che ha stracciato Sassoli e Gentiloni), è stato il suo essere, oltre che apparire, altro rispetto alla nomenklatura del PD. Ho come l’impressione che allearsi con il sindaco ma anche con Fioroni, Franceschini, Fassino, Latorre, Veltroni e compagnia bella non darà ai renziani, nella capitale, il risultato sperato.

Cantare con i piedi a terra

Non starò a menarmela più di tanto con analisi politologiche, anche perchè non è il mio mestiere. Ma al netto della soddisfazione per il risultato del centrosinistra (esiste ancora nei comuni, sapete?) e del PD, e della gioia infinita per aver cacciato dal Campidoglio i fascisti e il peggior sindaco che Roma ricordi (oltre Giubilo, oltre Carraro), occorre restare con i piedi per terra. Perchè l’astensionismo raggiunge livelli record (secondo alcuni, tipo D’Alimonte, è un bene, sintomo di consapevolezza e democrazia), e perchè, sostanzialmente, non c’erano avversari “politici”. Bene i nostri amministratori, che dimostrano ancora una volta che c’è una classe dirigente locale capace e apprezzata dai concittadini (poi magari vanno “a Roma” e si perdono, sigh). Spesso scelti con le primarie, che vanno tutelate e valorizzate come meritano. Però, davvero, non avevamo avversari (lo dice anche Makkox, a modo suo). Nel senso che laddove il centrodestra si presenta con le facce (pessime) dei propri amministratori e non con il faccione del cavaliere in prima persona, non riesce più a racimolare risultati (stesso discorso per la Lega sgretolata). E questo dovrebbe far pensare, nel PD, perchè se il PDL sta sopravvivendo, in questa fase politica, lo deve essenzialmente a noi. Teniamo in vita un cadavere sempre pronto a farci la pelle, appena si riprende un pò (e grazie ai nostri errori). Che altro dire: i commenti davvero fuori luogo sono quelli di Enrico Letta, che attribuisce ai cittadini l’intenzione di rafforzare l’intesa PD-PDL, quando in nessuna città nelle quali si è votato il PD si presentava con il PDL, per dire. O chi vede nel risultato di giugno la rivincita di febbraio. Rivelando superficialità d’analisi. O, peggio, malafede. Affinchè tutto resti com’è. Per evitare di discutere di temi: lavoro, ambiente, energia, scuola, welfare, trasporti. Davanti alle parole dei vertici del PD, sempre uguali a se stesse, emerge con sempre maggior forza la necessità di un congresso vero.

Estella number one

Beh, il risultato è davvero straordinario. Complimenti a Estella, alle sue capacità, alla sua competenza, alla sua passione. Un premio al lavoro svolto in questi anni sul territorio, nei circoli, nel partito cittadino. Se nel PD ci fossero più persone come lei, il PD sarebbe un partito migliore. E adesso tutti come pazzi per far vincere l’altro Marino, il Sindaco.

Marino al quadrato per liberare Roma

Domenica si vota a Roma per cacciare Alemanno e metterci alle spalle 5 anni disastrosi. Io scelgo Ignazio Marino. E scelgo il PD, perché nonostante tutto quello che è successo in queste settimane anche a Roma ci sono persone che continuano a fare politica nel Partito Democratico con passione e competenza. Come Estella Marino, candidata al consiglio comunale, un’amica che invito tutti a votare. Liberiamo Roma, insieme.

Una Estella nel cielo di Roma

Il “mio” consigliere comunale? Estella Marino.

Estella è preparata e competente sui temi legati alla sua professione: ambiente, mobilità, sostenibilità. Nutre rispetto per la sua città. È sensibile ed attenta alla difesa dei più deboli. immagina, con Ignazio Marino, un’amministrazione trasparente ed efficiente. È una dirigente di partito seria ed instancabile. Ma che volete di più?