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Senza ipocrisia, grazie.

Violante disse di voler rinunciare, per fare largo ai giovani. Fu uno dei pochi. Disse di volersi dedicare all’insegnamento e alla formazione politica. Poi, in realtà, si mise ancora direttamente a disposizione del Pd e di Bersani, divenendo responsabile delle Riforme: uno degli incarichi più importanti e strategici, che non a caso si è tradotto nell’impegno diretto nella riforma del sistema elettorale di cui si discute in queste ore.

Ora, se vogliamo prendere le cose nel verso giusto, e usare le parole in modo appropriato, fossi in lui non mi appellerei all’«ipocrisia», perché in questa storia ce n’è già a sufficienza.

Lo stesso vale per altri importanti big del Pd. A cui mi rivolgo, con gentilezza, per chiedere a ciascuno di loro, fin da ora: intendete rinunciare a candidarvi ancora, nel 2013, dopo aver concluso il vostro terzo mandato (così come previsto dallo Statuto del Pd, che è stato scritto proprio dai big di cui stiamo parlando) oppure intendete chiedere la deroga, prevista in casi eccezionali, che vi sentite di rappresentare? E, nel caso, «per fare largo ai giovani», quali saranno le vostre prossime mosse?

Ecco, ci piacerebbe saperlo oggi, perché la campagna elettorale è già iniziata. Ed è giusto non prendere in giro gli elettori.

Siamo certi che tutti risponderanno prontamente. E, ovviamente, senza alcuna ipocrisia. Perché non è da noi.

Il resto lo trovate qui.

Pauperista di sinistra

Facebook ha tanti difetti (e molti di più ne hanno quelli che fanno un uso distorto del mezzo), però a mio avviso svolge bene la sua funzione di piazza telematica.
Tra le sue pagine si riesce ad instaurare un dialogo, seppur spesso non approfondito, con persone vicine e lontane, e non solo fisicamente.
In queste ore ho tenuto un dialogo a distanza (Roma-Latina, 60 km, nemmeno tanto) con Alessandro, un amico democratico del PD della provincia di Latina, componente dell'esecutivo provinciale.
Ci siamo "beccati" a seguito di una mia battuta su D'Alema, e ne è scaturito uno scambio di idee franco, sereno e soprattutto proficuo.

Ne è scaturito, in uno dei miei post, che sono un fautore del pauperismo di sinistra.
Il lettore che ne pensa?

Alessandro,
io vedo una notevole insofferenza dovuta al fatto che il PD non è riuscito a trovare una posizione unitaria sulla maggior parte dei temi politici che stanno a cuore al proprio potenziale elettorato: diritti, testamento biologico, conflitto di interessi, nucleare. Mi sembra che negli ultimi anni sia aumentato a dismisura l'astensionismo a sinistra, unito ad una migrazione di voti verso IdV. Non sono segnali questi?
E secondo te il PD, attualmente, riesce ad avere appeal presso i giovani elettori?
Ti do una chiave di lettura del risultato delle primarie a Torino:
http://www.termometropolit
ico.it/component/content/article/20815-primarie-torino-gli-exit-poll-tp.html

Se poi per te un PD al 28 % è l'obiettivo da perseguire, io non sono d'accordo, soprattutto considerando il bacino potenziale del PD, da tutti valutato intorno al 40% dell'elettorato.
Potremmo stare ore a parlare del congressopiùlungodelmondo e spero vivamente di avere occasione di farlo con te di persona, se non altro per non stare con gli occhi appiccicati al monitor per un tempo indefinito.
Secondo me la scarsa lungimiranza del progetto d'alemian-bersaniano è sato proprio quello di immaginare un PD "piccolo", al 25-28% che dovesse contrattare in una logica di coalizione temi etici, economici, istituzionali, piuttosto che perseguire l'obiettivo di un PD catalizzatore di consensi in virtù di una posizione CHIARA su come risolvere i problemi del paese. Non la vocazione maggioritaria, ma la presunzione di riuscire ad essere il faro per la politica del paese, forti delle proprie idee. Non mi sembra che oggi il PD appaia così agli occhi dell'elettorato italiano.Non a caso ho parlato di progetto d'alemian-bersaniano perchè mi sembri l'unico a pensare che d'alema sia in una fase discendente. A me, ma non solo a me, sembra invece che sia sempre lui il deus ex-machina della politica del PD, e lo dico senza sarcasmo o senza voler attribire un'accezione negativa al termine, visto che considero Baffino l'Alchimista la miglior intelligenza politica del paese. Il problema è che ha usato male la sua intelligenza, fino a sfociare nel tatticismo esasperato che rischia di travolgere idee, passioni, persone.
La battuta sulla barca era la personale provocazione di uno che aspira a raggiungere le vette eccelse di Spinoza.
😉
Di strada ne ho da fare ancora molta.
Però il mio sarcasmo non credo fosse del tutto fuori luogo.
E ti spego perchè.
Premesso che sono sempre stato contrario al pauperismo di sinistra, vedo nel "modo di vivere" di molti dirigenti del PD elementi che hanno portato ad una sorta di distacco dalla realtà quotidiana del mondo del lavoro, del mondo del precariato, del mondo della scuola e via dicendo. Ho paura che chi vive ormai da anni con i privilegi (alcuni legittimi, altri meno) derivati dallo stare in politica da tempo immemorabile (e frequentare un certo mondo ti porta anche ad incontrare, seppur casualmente, persone come tarantini) non riesca ad interpretare appieno i problemi della nostra società.
Ti faccio un paio di esempi.
Veltroni che manda le figlie a studiare in USA può capire a fondo il dramma dell'università italiana?
Un parlamentare del PD che ha case sparse in tutto il mondo, che annusa l'aria che tira e manda i figli a studiare nelle università private
(http://www.repubblica.it/s
cuola/2011/02/09/news/lotta_banchi-12236180/)

come interpreterà il problema del precariato?
Allora è legittimo porsi, da piccolissimo dirigente del PD di una piccola provincia italiana, il problema di come recuperare la fiducia del paese in virtù di una visione della società degli anni a venire e non semplicemente perseguendo l'obiettivo di "vincere le elezioni"?
Un abbraccio democratico.

 
 

Richiesta dimissioni del senatore del PD Alberto Tedesco

Siamo iscritti, dirigenti del PD, elettori del PD che si sentono profondamente offesi a sentirsi dire: siete tutti uguali. Vogliamo che il PD sia diverso, che la legge sia uguale per tutti, che le parole di Enrico Berlinguer facciano davvero parte del nostro DNA e non siano solo parole da ricordare negli anniversari.

Apprezziamo le parole del vicepresidente del PD, Ivan Scalfarotto:

"…io credo che il senatore Tedesco, che nel frattempo si è autosospeso dal partito, dovrebbe ora anche dimettersi anche dal suo seggio senatoriale – ottenuto peraltro perché subentrato all’unico parlamentare in carica che il PD abbia eletto alle scorse elezioni europee (si era stabilito che i parlamentari non potessero nemmeno candidarsi) – e dimostrare la sua estraneità ai fatti come un qualsiasi altro cittadino. Penso anche che sulla selezione di una classe dirigente trasparente, limpida e al di sopra di ogni sospetto si giochi la credibilità del PD, soprattutto nelle regioni del sud. Anche a costo di perdere del consenso elettorale, quello clientelare. E’ un lavoro duro, lo so, ma bisogna farlo e da subito."

Il senatore Tedesco si è sospeso dal partito, ma dal partito è stato candidato quindi se rispetta il partito deve dimettersi da senatore. La legge farà il suo corso e il partito sarà pronto a sostenerlo qualora fosse dichiarato innocente, ma oggi noi dobbiamo distinguerci. Non possiamo pretendere che Berlusconi si faccia giudicare, manifestare in favore della giustizia quando grida al complotto e poi comportarci nello stesso modo. Il seggio parlamentare è un servizio, non un luogo dove nascondersi.

Il segretario Bersani, la dirigenza tutta, chiedano le sue dimissioni dal Senato e votino compatti affinché la legge faccia il suo corso.

Aderite al gruppo facebook qui.

Enea è un uomo, ormai

Nel confronto a distanza tra Rosa Russo Iervolino e Francesco Nicodemo è riassunto lo scontro generazionale nel PD e nel Paese.
Perchè il PD è portatore sano di quei problemi che, nella società italiana (e sembra solo in questa!), riguardano il rapporto tra vecchie e nuove generazioni.
Sei giovane (caspita, siamo l'unico paese al mondo in cui a quarant'anni si è giovani!)? Hai esperienza? Hai capacità? Hai dimostrato il tuo valore?
Sei ok, ma non è il tuo turno.
Mettiti in fila e aspetta buono buono.
Allora, nel momento in cui una parte di elettorato si è disaffezionato alla politica e anche al PD, e tra questi molti giovani che non vedono nel Partito Democratico uno strumento per cambiare il proprio futuro (che sta dietro di loro e detto così non è che suoni proprio bene…), bisognerebbe porsi un problema di credibilità della proposta politica che si vuole mettere in campo.
Ma la credibilità passa per le persone che formulano le proposte e che intendono attuarle.
Allora immaginare buona parte dell'attuale vecchia guardia del PD farsi carico dei problemi dei loro figli in maniera credibile agli occhi delle nuove generazioni è come immaginare un petroliere come un convinto green-economist.
Ahimè, non è possibile.
Perchè non si può essere credibili quando parli di merito, di capacità, di esperienza quali cardini del rinnovato rapporto tra giovani e società e poi nel PD i giovani come Francesco, Democratici che fanno politica ogni giorno sul territorio, nel paese, nei luoghi di lavoro, consiglieri comunali, provinciali, regionali, persone votate e non nominate sono bollati come guagliuncelli, magari anche un pò rompicoglioni, solo perchè osano chiedere a qualcuno che sta in politica da venti, trenta, quarant'anni, di farsi da parte, o quantomeno di mettersi in seconda fila per dare una mano alla crescita di una nuova classe dirigente.
Si è detto che Enea ed Anchise devono trovare la maniera di collaborare per abbandonare Troia in fiamme e dare una speranza ad Ascanio.
A me sembra che Anchise voglia fare di testa sua, ma le forze nella gambe gli mancano, e non ha capito che Enea è un uomo ormai, e che la strada per uscire, tutti insieme, dalla città assediata dagli Achei la può trovare anche con il padre in spalla e il figlio per mano.

enea

Caro PD

Caro Pd,

la situazione è più che mai incerta, ma esiste la possibilità che precipiti rapidamente portandoci alle elezioni in tempi brevi.

Se questa prospettiva dovesse realizzarsi, per non farci cogliere impreparati, pensiamo che vi siano alcune cose urgenti, da fare subito senza perdere tempo.

La prima riguarda, se la tempistica sarà questa, l’impossibilità di modificare l’attuale legge elettorale: e di fronte a nuove elezioni con liste bloccate e parlamentari nominati, abbiamo il dovere civico di restituire noi stessi, non potendo farlo la legge, il diritto di scelta ai nostri elettori. Usando uno strumento che già abbiamo, quello delle primarie. Iniziando subito a discutere di come svolgerle, dei suoi regolamenti, in totale trasparenza, per consegnare infine ai territori – ai collegi – uno strumento democratico ed efficiente. Per evitare di trovarsi, presto, troppo a ridosso della campagna elettorale per poter affrontare correttamente la questione.

La seconda riguarda il contatto diretto con tutti gli elettori che già hanno partecipato alle primarie 2009, alle precedenti e alle consultazioni locali. Mettiamo mano ai nostri database, riattiviamo i nostri contatti e chiamiamo alla partecipazione tutta la nostra grande base democratica.

La terza è la necessità di iniziare un confronto, urgente e aperto, con la richiesta a tutti di contribuire alla stesura del nostro progetto per l’Italia, che le restituisca dignità, credibilità e orgoglio.

La quarta è la sfida a impegnarsi nel recupero dei delusi, degli astensionisti, di chi non ha più entusiasmo e non crede più nella politica, e di dedicare la nostra azione ai nuovi elettori, ai traguardi del futuro, a quello che ci attende.

Se anche non si andasse a votare, questa campagna sarà come un’esercitazione, come un piano di evacuazione per liberarci di questa brutta e inquietante fase della nostra storia repubblicana.

Per andare oltre, anche alle nostre paure, verso la “prossima” Italia.

Dal sito di Prossima Italia, in vista dell'Assemblea Nazionale del PD.

Napoli, Latina, il Sud e L’Italia (se vi pare poco)

Ciò che sta accadendo a Napoli in queste ore ha dell'incredibile, o forse no.
Era già tutto scritto.
Le primarie sono uno strumento indispensabile, ma da maneggiare con cura.
E in una città (e in una regione) nella quale già durante il congresso si erano evidenziate situazioni anomale, non credo potesse succedere qualcosa di diverso.
Bene ha fatto Bersani, come chiedevano in tanti, a commissariare il PD a Napoli. Nonostante le voci contrarie. Che non mi sembrano del tutto disinteressate.
Forse però bisognava accorgersene prima che da quelle parti c'era qualcosa che non andava.
Invece si è preferito fare finta di niente.
Tutti contenti del potere acquisito dal mr. 130mila voti di turno.
Senza chiedersi su cosa si fonda quel potere politico così smisurato.
In Campania il PD ha fatto carne di porco. Non ce lo dobbiamo nascondere.
In tanti anni di governo della città e della regione si è creato un sistema di potere clientelare che pensa di potersi perpetuare ad libitum.
Speculare a quello del centrodestra, o quasi.
E quando la politica si riduce a questo, non ci sono primarie o tesseramenti che tengano.
Un partito che fonda la sua azione politica sul potere dei singoli, dei signori delle tessere, dei capobastone, dei cacicchi, non potrà che produrre tesseramenti fasulli e primarie taroccate.
Ovviamente il problema non è solo di Napoli, il problema del tesseramento fasullo credo riguardi molte realtà del PD.
Le truppe cammellate esistono eccome.
E ovviamente il problema non sono le primarie.
C'è però a mio avviso uno specifico problema Sud.
Bersani e i vertici del PD avrebbero dovuto capire che in alcune realtà la battaglia deve essere condotta in discontinuità netta con quanto fatto in passato.
Perchè laddove la criminalità condiziona l'economia dei territori e prolifera sulle incertezze (e a volte sulla connivenza) di una classe politica che non offre risposte alla disperazione dei cittadini, si rischia di perdere ulteriore credibilità, e i danni si propagano, poi, a livello nazionale.
Nei mesi scorsi avevamo lanciato un appello per Latina.
Premesso che a Latina le primarie per la scelta del candidato a sindaco si sono svolte nella massima serenità e trasparenza. La partecipazione è stata ottima. Non ci sono stati gruppi prezzolati che si sono presentati ai seggi, non ci sono state infiltrazioni del centrodestra (tranne il caso isolato di un noto personaggio locale che si è presentato al seggio in Ferrari, ha votato, ha versato la quota ed è andato via, vabbè).
Però, la sfida che si è profilata non è stata altro che una riproposizione di sfide tutte interne al PD.
Ex DS contro ex Margherita.
In una città che aveva e ha bisogno, invece, di un segno di rottura forte, fortissimo.
Che motivasse la cittadinanza tutta sui temi della legalità, della deindustrializzazione, del lavoro, della ricostruzione di un tessuto sociale condiviso, oltre quanto hanno fatto egregiamente, i due aspiranti sindaci con i rispettivi "fan" (uso la parola nell'accezione più positiva possibile, sia ben chiaro).
In parole povere il PD continua, forse a parlare alla curve e a chi sta nello stadio, ma per cambiare Napoli, Latina, il Sud, il Paese, bisogna rivolgersi a chi sta fuori dallo stadio.
Se il PD non capisce questo, saremo sempre perdenti.
Possiamo anche fare le primarie, vincere le elezioni, ma il rischio è che, nei fatti, nulla cambi.
E vista la situazione del Paese, non ce lo possiamo permettere.