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Disparità di genere

E tanti ma tanti complimenti agli uomini del Partito Democratico, che danno un contributo decisivo all’affossamento dell’emendamento sulla parità di genere. E complimenti anche a quelle deputate renziane che hanno votato contro le donne per evitare di mettere in difficoltà il loro capo. Avanti così.

E visto che il PD ha la maggioranza alla Camera, il voto poteva andare in maniera diversa, o no?

Ah, già, la libertà di coscienza.

Ancora sull’8 marzo

Che poi, scusate, trovo alquanto ipocrita festeggiare con parole roboanti l’8 marzo e dimostrare, con i fatti, che dopotutto non c’è tutto questo rispetto per le donne, visto che non si riesce ad approvare un emendamento sulla parità di genere altrimentisaltalaccordo. 

Due passaggi decisivi

Tratti dall’intervento di Walter Tocci, ieri, in direzione Nazionale del PD.

Il primo riguarda le cosiddette riforme costituzionali:

Il presidenzialismo non è un emendamento, è un’altra Costituzione. Non tutte le generazioni hanno l’autorevolezza per cambiare la Costituzione. Che possa farlo una classe politica al minimo storico di credibilità è un ardimento senza responsabilità. Lasciamo il compito alle generazioni successive. Apprezzeranno la nostra umiltà.

Il secondo riguarda il PD:

Bisogna cambiare il PD, non la Costituzione. La politica seguita in questi mesi va messa in discussione. E invece sento dire che la linea era giusta, è mancata solo la disciplina. Lo disse anche Cadorna dopo Caporetto. Poi il comando fu affidato al generale Armando Diaz, il quale riformò radicalmente l’organizzazione militare, suscitando in questo modo un nuovo senso della disciplina e unificando le forze per vincere la guerra. Al momento del suo insediamento disse: “L’arma che sono chiamato a impugnare è spuntata: bisognerà presto rifarla pungente; la rifaremo”. Aspetto ancora un nuovo segretario del PD che si presenti con una simile intenzione. Invece la tendenza è sopire, attutire, rinviare. Come se non fosse successo niente i responsabili della sconfitta pretendono ancora di comandare.

 

Immagini (apocalittiche) da fine ventennio

Se quanto stabilito oggi dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato in tema di legge elettorale sarà effettivamente promulgato nelle settimane prossime, potremmo finalmente dire di essere arrivati al punto più basso di questi venti anni di merda. Un emendamento proposto da Francesco Rutelli, ex tutto che se solo avesse avuto un minimo di dignità in Senato nemmeno avrebbe dovuto esserci, visto che sta lì con i voti miei e di tutti quelli che hanno votato PD e poi se n’è andato per fondare un partito tutto suo. Un partito che con un consenso da prefisso telefonico decide, insieme a quelli che già hanno votato il porcellum (PDL, Lega, UDC), di impedire ai cittadini di scegliere da chi vogliono essere governati. Di PDL e Lega nemmeno parlo. L’UDC non fa altro che il suo mestiere, galleggiare e provare ad essere l’ago della bilancia con l’unico intento di perpetuare loro stessi e il loro piccolo-grande potere, spesso collusi con la criminalità, e ‘vafanculo il bene Paese, del quale Casini si riempie spesso la bocca. E peccato per chi sta perdendo tempo appresso a ‘ste merde da mesi, quando tutto era ed è chiaro. Io penso che invece di blaterare un’intera classe dirigente del PD che persegue l’alleanza con i moderati dovrebbe autofotonizzarsi all’istante. Altro che rottamazione, qui Renzi non c’entra una mazza. Dovrebbero solo dire: abbiamo preso l’ennesima cantonata, è l’ultima, adesso facciamo cadere il governo, si va al voto con la legge che c’è, i parlamentari li facciamo scegliere ai cittadini con le primarie e noi non ci presenteremo. Ciao a tutti.

No Pateracchium

Tendente al Neoporcellum.

Il 12,5% di premio di maggioranza sta esattamente a metà strada tra il 15% voluto dal PD e il 10% voluto dal PDL. Poi ci sono gli sbarramenti salva Lega. E quelli salva SEL, che in parlamento non ci sta ma fa lo stesso. E poi ci sono gli sbarramenti variabili. Le preferenze forse si forse no. Forse unduetre. I collegi trallalla.

Tra l’altro un sistema elettorale buono solo per votare ad aprile. Lo so, pretendere una legge elettorale che sopravviva all’attuale parlamento è pressochè impensabile.

Si voti con il Porcellum associato alle primarie per i parlamentari e non se ne parli più. E che sia il prossimo parlamento a pensare al futuro del Paese, visto che questo non ci riesce.

Risparmiateci Calderoli

Davanti allo stallo nelle trattative per la definizione della nuova legge elettorale, si profila all’orizzonte il contributo del Signor Porcellum, pirsonalmente di pirsona. Che tra l’altro propone il premio di maggioranza variabile. Non ho approfondito, ma mi viene in mente Lino Banfi e il modulo 5-5-5. Ció detto, invece di fare una legge elettotale allacazzodicane (cit.), l’unica cosa saggia che potrebbe fare Bersani è quella di sfanculare tutti e annunciare che ci teniamo il porcellum ma il PD fará le primarie per i parlamentari rispettando il limite dei tre mandati.

W il Porcellum!

Un pensiero delle due di notte. Ma con lo schifo che si sente sulla legge elettorale, a ‘sto punto non è meglio tenersi il Porcellum? Le liste sono bloccate, direte voi. E allora il PD scelga di fare le primarie per i parlamentari. Subito. Così la lista bloccata la scelgono i cittadini. E si mette fine alla manfrina della legge elettorale che dura pure da troppo tempo.

p.s. ‘sta cosa l’ha pensata pure Pepecchio

Vatti a fidare

La legge elettorale (quella che doveva essere pronta in tre settimane e invece ne sono passate trcentomila, di settimane)? Zacchete, ce la facciamo da soli. Cioè, non proprio da soli. In buona compagnia. UDC (quelli che dovrebbero allearsi con noi, qualli leali, quelli bravi e responsabili), PDL e forse Lega. La stessa maggioranza del Porcellum. Senza il PD. Perchè le maggioranze, si sa, sono variabili per definizione, nella Terza Repubblica.

Emicranium

Provate a leggere questo articolo apparso su Europa a firma di Caludio Petruccioli. Io non c’ho capito una mazza. E ditemi se il dibattito sulla legge elettorale può ridursi a calcoli matematici che garantiscano il culo a questo o a quel partito, o coalizione. Anni fa si diceva: eleggiamo il Sindaco d’Italia! Quando molti erano d’accordo sul fatto che il sistema a doppio turno potesse essere quello adatto per consolidare e salvaguardare il bipolarismo. Già, il bipolarismo. Una bestemmia, ai giorni d’oggi.

Come ammazzare il Porcellum

Un notaio, una penna e la Prossima Italia, ecco come ammazzare il Porcellum in un colpo solo. Al via il settembre referendario.

Prossima Italia si unisce a una campagna referendaria difficile e al cardiopalma per abbattere la legge porcata.
E’ arrivato il momento di dare una mano come si può e con tutta la forza che si è in grado di mettere in campo per impedire che anche al prossimo giro 946 parlamentari siano nominati dai Partiti.
Il referendum resta l’unica strada ormai percorribile dopo che tutte le altre si sono dimostrate essere vicoli ciechi.
L’11 luglio scorso, il comitato referendario (FirmoVotoScelgo) ha presentato in Corte di Cassazione due richieste di referendum abrogativo che hanno per oggetto la disciplina vigente per l’elezione dei due rami del Parlamento, come modificata dalla legge 21 dicembre 2005, n.270.
Entrambi tendono ad abrogare la legge Calderoli.

Lo stesso Romano Prodi firmerà a Bologna perché bisogna ridare la possibilità ai cittadini di contare non solo nella vita quotidiana dei partiti, ma soprattutto quando si vota, perché è in quel preciso istante che si esprime la loro forza.
E’ questo che fa della legge elettorale un tema nient’affatto lontano dalle nostre vite ma che sta a cuore a un’Italia che vuole decidere per il proprio futuro.

La massima influenza dei cittadini si ha con la presenza dei sistemi uninominali di collegio.
Per Prossima Italia è l’occasione giusta anche per parlare a gran voce non solo del ritorno ai collegi uninominali ma anche di primarie dei parlamentari.

Partecipare significa anche unire e rafforzare le persone che fanno parte di questa rete.

Il settembre referendario di Prossima Italia
Pensiamo ad una raccolta firme in tutto il Paese a partire dal fine settimana del 10 ed 11 settembre prossimi, ognuno come  può (e dove può) fino al fine settimana seguente (17 e 18 settembre),  tenendo presente che le firme vanno rispedite a Roma con i certificati elettorali entro il 20 del mese. Nell’occasione del 10 ed 11 le firme verranno raccolte anche a Roma in occasione della Manifestazione del Popolo Viola “ Piazza Pulita”.

Pippo Civati a sua volta si metterà in viaggio con un notaio e raccoglierà le firme, con tutti noi.

Come partecipare e raccogliere le firme.
Chiunque sia intenzionato a fare una raccolta firme nel proprio Comune può scrivere a prossimaitalia@gmail.com, o telefonare al numero 331-3005081. Chi ci contatterà da città in cui già si stanno organizzando gruppi locali di Prossima Italia sarà messo in contatto con questi ultimi; a tutti gli altri daremo indicazioni, per l’organizzazione della raccolta, a proposito dei tempi tecnici per la vidimazione, per richiedere i permessi e per trovare un autenticatore delle firme.

Il nostro compito è quello di aiutare a raggiungere l’obiettivo delle 500.000 firme associando alla raccolta l’adesione alla campagna di Prossima Italia per le primarie dei parlamentari.

Proviamoci, in fondo è quello che Prossima Italia chiede da mesi : una firma può essere il primo passo per aprire le porte del palazzo e far entrare aria pulita.