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Di Olimpiadi, Sblocca Italia, opere inutili e alluvioni

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Alla coppia Malagò-Montezemolo non affiderei nemmeno l’amministrazione di un condominio, che poi ce ne vuole a far peggio di un amministratore, eh. Figuriamoci l’organizzazione delle Olimpiadi a Roma nel 2024. Che, per quanto mi riguarda, sarebbe meglio non si facessero proprio, a Roma. In Italia. Almeno finché non sarà affrontato seriamente il problema del dissesto idrogeologico del Paese, viste le disgrazie annunciate che puntualmente si presentano ad ogni pioggia abbondante, da Genova a Benevento alla Sicilia al Veneto e dappertutto. Miliardi per le Olimpiadi (o per il Ponte sullo Stretto, o per l’Autostrada Roma-Latina) da spendere in maniera molto più proficua per il futuro del Paese.

Ad avercela, la visione del futuro del Paese.

Braccino corto

Non mi spaventa l’ennesimo accordo Lega-PDL. Forze politiche che non hanno più nulla da dire e che cercano di sopravvivere nonostante anni di malgoverno, di ruberie, di inganni perpetrati ai danni degli elettori. Non mi spaventa la lista Monti, anzi le tre liste in appoggio al professore. Che mette assieme Fini e Sant’Egidio, nella più grande contraddizione socio-culturale che si sia vista negli ultimi trent’anni, e Casini e Montezemolo,  classici esempi del moderatismo che ha sempre proclamato di voler fare gli interessi del Paese ma che alla fine ha chiesto sacrifici sempre ai più deboli. Non mi spaventa Grillo, che dimostra giorno dopo giorno il suo essere un nuovo egoarca del web, talmente dedito al culto della propria personalità da rischiare di far passare in secondo piano tutto quello che c’è di buono nel movimento. Non mi spaventa Ingroia, che stimo come magistrato ma che poteva scegliersi compagni di strada migliori di Diliberto, Ferrero e Di Pietro, tre superbolliti della politica italiana. Mi spaventa un pò il PD, però. Mi spaventa Bersani che continua a dire ai quattro venti che intende collaborare, in futuro, con chi oggi lo addita come suo nemico principale. Mi spaventano le liste in corso di definizione, perchè poche persone catapultate nei posti sbagliati rischiano di vanificare buona parte del’effetto positivo delle scelte coraggiose di Bersani. Ma pensare a vincere al meglio no?

E finalmente nasca la Terza Repubblica

La notizia della candidatura di Mario Monti è di quelle che aspettavamo da tempo. C’è la possiblità concreta che anche in Italia nasca un centrodestra democratico, europeista, liberale. Così anche il nostro Paese uscirà dall’anormalità politico-istituzionale nella quale ci ha relegato il ventennio berlusconiano. Grazie a Monti per quello che ha fatto per salvare l’Italia dalla bancarotta, grazie un pò di meno per le promesse non mantenute in tema di rilancio economico, equità sociale, lotta all’evasione fiscale, alle mafie, ai privilegi. E ancora di meno per gli esodati, la riforma delle pensioni, le lacrime della ministra Fornero, i precari.  Adesso il PD e il centrosinistra hanno un interlocutore credibile. Si appartiene allo stesso sitema solare, come dice Pepecchio. Spero solo che Bersani metta definitivamente fine alle tentazioni di accordi pre-elettorali con il nuovo centrodestra. Ciasuno vada alle urne con la propria idea del futuro, con l’intenzione di vincere e non di pareggiare. Se gli italiani faranno uscire una X, ne riparleremo.

Te la do io la Terza Repubblica

Ieri mattina ascoltavo alla radio Marina Sereni, vicepresidente del PD. Tra i vari argomenti toccati nell’intervista la kermesse romana di Luca Cordero di Montezemolo &Co, Verso la Terza Repubblica. Sereni, che non parla a nome proprio e certamente esprime la linea del segretario Bersani, diceva di guardare con interesse al movimento terzista, e auspicava per la  prossima legislatura un patto costituente con i moderati, per poi tornare ciascuno sulla propria strada dalla legislatura successiva. A parte il fatto che il povero Pierferdi s’è fatto scavalcare al centro, e adesso è costretto a rincorrere se vuole sopravvivere. Vabbé, cavoli suoi. Io penso che quest’idea che domina nella testa di Bersani, ossia volere a tutti i costi collaborare con i moderati, vada in direzione diametralmente opposta a quella della fondazione della Terza Repubblica.

Tralasciando la credibilità delle persone – Montezemolo che sta in campo a vario titolo dagli anni ’70 e che ha contribuito a determinare la crisi nella quale versa il Paese (e nel ’94 Berlusconi appariva più nuovo rispetto a quanto lui non sia oggi),  Bonanni che a mio avviso ha una credibilità pari a sottozero anche come amministratore di condominio – i terzisti potrebbero rappresentare finalmente, seppur in stato embrionale, quella destra democratica, moderna ed europea della quale tante volte abbiamo invocato la necessità. Magari con l’implosione del PDL si imbarca qualche transfuga, molti di quelli che sono nati, cresciuti e vegetati con Berlusconi torneranno nel nulla da cui sono arrivati e il parto avverrà.  E poi i terzisti sono anche bismontiani per definizione, e la cosa non è che si possa conciliare molto con tutto l’ambaradan delle primarie, siam mica qui a mungere le zanzare. Taglio gli argomenti con l’accetta, mi rendo conto, però quello che voglio dire è che è inutile lamentarsi della morte del bipolarismo se poi non si fa nulla per favorirne l’esistenza i vita. Il PD è, o meglio dovrebbe essere, altro rispetto a tutto ciò che si muove nel campo dei cosiddetti moderati, siano essi Casini, L’UDC, Montezemolo, Bonanni, la Confindustria e compagnia cantando. E dalla situazione nella quale versa il nostro Paese si esce con un’idea chiara del futuro e non cadendo in pastoie che alla fine rendono tutti indistinguibili.

Bersani, così si perdono altri cinque anni, altro che Terza Repubblica.