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Birra, munnezza e ramazza

L’ipocrisia è una brutta bestia. Lo è nei rapporti tra le persone, e lo è all’ennesima potenza in politica. Uno degli aspetti più deleteri di chi, ai giorni d’oggi, si dedica a questa nobile arte è quello di non parlare chiaro. Usare perifrasi, mezze parole, il detto e non detto, l’allusione. Minturno, ovviamente, non è esente dal morbo. Certe cose non si devono dire, ufficialmente. Si possono far intendere al bar Luccioletta, sulla terrazza Morelli, da Pippetto.E invece bisogna avere il coraggio di dire le cose come sono andate davvero, a Minturno. Anche ufficialmente. Sui giornali. Basta con la cautela. Bisogna far sapere a tutti che la giunta è caduta perchè il consigliere Tomao voleva mano libera sulla Festa della Birra. Voleva imporre la data di svolgimento (a fine agosto, in piena stagone turistica e non a metà settembre, come sempre accaduto) e non voleva nemmeno pagare la tassa di occupazione del suolo pubblico. Altro che bene dei cittadini. Cazzate col botto, quelle dichiarazioni sparate sui giornali. Del resto si sa, l’appetito vien mangiando, e dopo averci guadagato con il Palaghiaccio che faceva cacarissimo (e qualcuno glielo ha permesso), il consigliere avrà pensato di bissare con  la Festa della Birra.

Ma non basta, ovviamente. Il protagonista assoluto, anche stavolta, è Romolo del Balzo. E allora bisogna avere la forza di gridare che il Consiglio Comunale è stato sciolto anche perchè si stava preparando la rescissione del contratto con la EgoEco e probabilmente  l’Amministrazione si sarebbe costituita parte civile nel processo a suo carico. In un periodo nel quale la ditta incaricata della raccolta dei rifiuti nel comune accumula migliaia di euro di multe al mese per inadempienze contrattuali, multe che non si riescono nemmeno ad incassare a causa delle pesanti pressioni che sono fatte sui dipendenti comunali. Comunque chapeau a Romolo che, salvato da una maggioranza che non ha reputato necessario, salvo rare eccezioni nel PD cittadino (Mimma Nuzzo, Ciro Pignalosa e il vostro affezionatissimo), chiederne le dimissioni da presidente del Consiglio Comunale, non ha esitato a ripagare gli “amici” con una moneta ben diversa.

Sullo sfondo, politici alla Faticoni, ex PSI, ex FI, ex DS,  ex PDL, ex tutto. Un pò di qua, un pò di là. Con il PD in Comune ma con Di Giorgi in provincia, basta essere sempre protagonisti.

Che dire, il contraltare all’ipocrisia dovrebbe essere, in un momento di resipiscenza, la responsabilità. Una regola che dovrebbe valere in politica è quella che gli errori si pagano. E Del Balzo, Tomao, Faticoni sono stati errori. Madornali. Grossolani. E allora il senso di responsabilità dovrebbe indurre a riflettere l’ex sindaco, il PD e la maggioranza che ha sostenuto la giunta uscente. Ma non accadrà, tranquilli. Ci sono fulgidi esempi, solo per citare il PD (D’Alema su tutti) che indurranno a ritenere che gli errori politici non si pagano. Mai. Anzi, diventano medaglie. 

E allora serve una ramazzata per dare speranza a Minturno e alla sua gente. Se ce l’hanno fatta a Napoli, abbiamo qualche possibilità anche noi. O no?