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La segregazione razziale a Lodi. A.D. 2018

Sia chiaro, a Lodi, nella civilissima Lombardia, nella civilissima Italia, non si sta combattendo, sulla pelle dei bambini, una guerra ai furbetti, come dice il ministro della malavita, che non pagano la mensa scolastica.

No.

Sta accadendo che pur di introdurre la segregazione razziale la Sindaca,  e già il fatto che sia una donna a mettere in atto questo schifo mi fa ancora più schifo, ha ordinato che i figli dei migranti che frequentano la scuola debbano sottostare a regole assurde. Premessa d’obbligo è che se un migrante manda i figli a scuola significa che è una persona che lavora, che ha una casa, che produce un reddito regolare, certificato.  È una famiglia che sta provando ad integrarsi nel nostro paese. Quindi a Lodi ai migranti, ai fini del calcolo ISEE, si chiede anche di produrre certificazione che attesti il fatto che nei loro paesi di origine non abbiano altri redditi o immobili. Come se sia pensabile, con tutto il rispetto, che in Senegal, in Congo, in Eritrea, esistano degli uffici funzionanti che possano rilasciare tali attestazioni. E quindi, senza documentazione, alle famiglie di migranti viene applicata la tariffa più alta prevista per usufruire della mensa. E siccome queste famiglie non possono permetterselo, allora i loro figli sono costretti a portarsi il pasto da casa, e a consumarlo separatamente dai bambini italiani.

Una barbarie totale. Sulla pelle dei bambini.

All’ospedale Bambin Gesù di Roma, che ultimamante mi capita di frequentare, c’è una cartello che recita così: il grado di civiltà di un Paese si misura da come si occupa dei bambini.

Ecco, l’Italia sta diventando un paese incivile, Razzista. Xenofobo. Fascista. Nazista.

Storie di ordinario razzismo

bambini-rom

Una scuola elementare qualsiasi di Roma, o di qualsiasi città italiana. Alcune classi quinte che organizzano il campo scuola, tanto atteso dai ragazzi perché è la gita, perché si passa la notte fuori casa. Poi è l’ultimo anno, e quindi c’è ancora più attesa. In una delle classi c’è un bambino rom, vivace, forse anche troppo, fatto sta che alla gita vuole partecipare anche lui. E allora succede che i TUTTI i genitori dei maschietti di quella classe si dichiarano indisponibili a far dormire il proprio figlio in stanza con il bambini rom. Ma non perché è rom, sia chiaro. Semplicemente perché è troppo vivace. E poi fortunatamente c’è una delle maestre che chiede ai genitori di trovare una soluzione, altrimenti non parte nessuno.

Le parole sono davvero importanti

Lo so, sono morti due uomini e forse le parole passano in secondo piano. Però nel 2011 sentire ancora definire due uomini, appunto, vù cumprà mi dà sinceramente i brividi. Luca Sofri, fai qualcosa.

p.s. Credo che Luca Sofri abbia fatto qualcosa perchè le parole vù cumprà sono sparite!