Archivi tag: Stefano Menichini

Non ne sarei così orgoglioso

Meni

Vabbè, Menichini appartiene a quella amplissima schiera di esegeti del pensiero Renziano, di ammiratori-a-prescindere che tutto perdonano e che hanno il corpo foderato di acciaio, e altroché aratro sulla panza.

Ad oggi non sappiamo quale sarà l’approdo finale dell’iter delle riforme costituzionali, e dalle cronache recentissime la confusione regna sovrana, a quanto pare.

Menichini parla di convenienza di Berlusconi, nel fare le riforme.

Ed io mi chiedo se possa essere questo un caposaldo delle riforme del Paese.

E parla di consenso popolare.

Quello delle primarie? Quello dei sondaggi? Quello a prescindere?

E vogliamo parlare di restaurazione? Giovanardi che deve riformare sé stesso, Sacconi preferito alla CGIL. E, appunto, Berlusconi padre della patria.

Ma fammi il piacere.

 

 

Piace vincere facile (fosse vero)

E comunque direte voi: e il senso di responsabilità, e non si vince sulle macerie, e la Grecia, e il default, e la crisi. Tutto giusto. Però…

Stefano Menichini, però, ci dice giustamente,che forse uno sforzo in più va fatto, nel 2013.

L’anomalia del 2013 sarà tutta politica. Gli attacchi di Hollande a Sarkozy sono oggi la malinconica metafora dell’impossibilità per il Pd di costruire una campagna elettorale relativamente “facile” contro il flop economico e sociale del centrodestra. Troppo tempo e troppi cambiamenti saranno intercorsi, nel 2013, rispetto all’era di Tremonti e Brunetta, Gelmini e Calderoli. Gli italiani avranno in testa quasi solo la mini legislatura montiana, della quale peraltro i partiti duellanti saranno stati, nel bene e nel male, corresponsabili. Se parlare molto del passato è scelta opinabile in campagna elettorale, occuparsi troppo del passato remoto è un azzardo. Forse per una volta in Italia nel 2013 succederà davvero, per forza di cose, che chi vorrà vincere le elezioni dovrà sforzarsi di proporre solo miglioramenti tangibili per il futuro.

Da Bersani o chi per lui. Oddio, per Bersani pirsonalmente di pirsona la vedo dura, se il PD non si dà una smossa.

A data da destinarsi

Il congresso nazionale del PD, statuto alla mano, è previsto nel 2013. Le elezioni politiche, se si terrano alla naturale scadenza della legislatura, sono previste nel 2013.

Non so se nell’articolo odierno di Stefano Menichini siano riassunte in maniera esaustiva le scelte di fondo che il PD dovrà compiere da qui alle elezioni. Quello su cui ha ragione Menichini, temo, è questo:  “Di qui ad allora non si svolgerà naturalmente alcun congresso”. 

Il chiodo fisso

Menichini boccia Vasto e suggerisce al PD di “andare in tackle contro le manovre di riorganizzazione dell’area moderata, che domineranno la fase che si apre e che, in caso di successo, confinerebbero le ambizioni democratiche a una limitata competizione a sinistra”.

Continuo a ritenere l’accordo PD-Terzo Polo un errore politico grave. Che gli elettori del PD, soprattutto quelli che negli ultimi anni ci hanno voltato le spalle ma che continuano a guardare al Partito Democratico con interesse e speranza, puniranno. Se poi il PD stesso, nella testa dei suoi illuminatissimi dirigenti, debba diventare ufficialmente un partito di centro, ce lo dicano. Grazie.

p.s. I sondaggi testimoniano l’esatto contrario di quanto scrive Menichini. Così, per dire.

Bella domanda

Ma il PD direbbe si a Draghi?
Se lo chiede Stefano Menichini:
 
Ma dalla Bce e da Draghi (alle cui ricette da Governatore il Pd ha sempre dato appoggio) arrivano, tra le altre, richieste dure e precise su mercato del lavoro e liberalizzazione nei servizi pubblici, a partire da quelli locali.
Sono istanze “liberiste”, come si dice qui spregiativamente, che i riformisti di centrosinistra erano arrivati a sfiorare prima però di allontanarsene. Sarebbero aggirabili queste richieste, pur con tutta l’eventuale nuova “forza politica” e contrattuale di un governo di larghe intese? Sono nel range della disponibilità di Bersani a fare «anche cose difficili», come ha detto alla camera? Il fatto che portatori in Italia di ricette così aspre saranno gli impresentabili Berlusconi e Tremonti ci esime dalla verifica. Che prima o poi però arriverà. O almeno, lo speriamo.