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Gimme Hope

E niente, poi auguriamoci che non si chiami davvero Polo della Speranza. Primo perchè Polo mi fa pensare a Polo delle Libertà. E mi viene in mente Bossi giovane che nelle interviste pronunciava la parola Polo in un modo così sguaiato: paaaaaaaaaoaoaooaalo. E poi il Polo mi ha sempre fatto venire in mente il freddo, i brividi. Ecco, i brividi.

Poi, signori miei, amici democratici e progressisti e liberali e moderati e di Centro, la Speranza mi sa di chi si appella al Signore, se ci crede, o a un’entità astratta, tipo Quelo, e si augura che gli vada di lusso. Perchè l’impresa è di quelle disperate. Ecco. Qui la speranza non c’entra. C’entrano le proposte. Chiare, coerenti, riconoscibili. Fatte, magari, da persone credibili. E siccome la Carta d’Intenti è ontologicamente poco concreta, altrimenti si sarebbe chiamata Carta delle Proposte, o Carta dei Fatti, allora tocca proprio farli, ‘sti referendum. Così magari Buttiglione tace per sempre, oppure davvero l’acqua diventa bene comune, oppure si riforma il walfare e il mondo del lavoro sul serio.

Un vocabolo sconosciuto

La Lega mi è sempre stata sul culo. Sempre. Dal lontano 1991. Hanno rovinato un paese contribuendo a far emergere gli istinti peggiori degli italiani. Contro gli immigrati, contro i “diversi”, contro gli ultimi. Hanno fallito politicamente perchè tutto cio per cui dicono di esseresi sempre battuti, il federalismo, non si è mai realizzato. Hanno imbarbarito il clima politico, costringendo i partiti “tradizionali”a seguirli su un terreno fatto di insulti,  inconsistenza delle proposte politiche, regressione culturale e sociale. Non mi fanno pena i militanti delusi che ancora osannano il Capo manco fosse Ceausescu ai tempi d’oro della Romania. Non mi fanno simpatia i dirigenti illuminati, quelli delle cannonate ai barconi di migranti, quelli che prima i padani e poi gli altri. Mi fa cacarissimo Renzo Bossi, prototipo del familismo in salsa padana, zero cervello e tanti calci in culo, che almeno il padre gliene servisse un bel pò, di quelli veri, adesso. Però. Almeno la parola dimissioni la conoscono. Sarà per convenienza. Sarà perchè non hanno avuto scelta. Sarà per coglionaggine. Però la parola DIMISSIONI l’hanno pronunciata. Le DIMISSIONI le hanno date. Mi vengono in mente Tedesco, Lusi, Penati. Mi fa schifo dire prendete esempio. Avrebbero dovuto darlo loro, l’esempio. Però è così. Quelli eletti nel PD NON l’hanno fatto.

Eclissi di Sole (delle Alpi)

Che triste fine, quella della Lega. E di Umberto Bossi. Come nella tradizione dei peggiori dittatori. Il tiranno, malato, che designa il figlio demente come suo successore. Che si prende i soldi del partito per la sua famiglia. Che mette a tacere gli oppositori interni (vabbè, Maroni).  Che truffa i bilanci per ottenere i rimborsi elettorali. Che tiene rapporti strani con la ‘ndrangheta. Che grida al complotto dei magistrati. Che investe soldi in Tanzania.

Ciao ragazzi in camicia verde baciati dal sole delle Alpi, razzisti, omofobi, antieuropeisti, demagoghi, demastronzi. Non sentiremo la vostra mancanza. 

Lega brutta e cattiva. Ma anche no.

Si sa, quando un animale viene catturato e si sente in pericolo di vita tenta in tutti i modi di divincolarsi, si agita, magari morde pure. Paragonare la Lega ad un animale è un’offesa agli animali, mi rendo conto, perchè quelle in camicia verde sono bestie politiche di rarissima ferocia. Nulla a che vedere con le regole del mondo animale, dell’etologia. Sentono mancare la terra sotto i piedi e si agitano. Tornano alle origini anche se poi non è che in tutti questi anni abbiano tenuto un profilo moderato, o istituzionale, o semplicemente civile. La cronaca di questi giorni è piena di interventi di illustri esponenti leghisti  che costituiscono un unicuum rispetto alle cronache degli ultimi vent’anni. Spiace che alcuni, nel PD, se ne accorgano solo ora, e allora giù bastonate, perfino su Twitter, contro la LegaBossiCalderoliCastelliMaroniTrotaBricoloReguzzoni, quella Lega al centro di ammiccamenti e corteggiamenti e proposte indecenti, quella Lega del possibile Presidente del Consiglio Bobo Maroni, Il (nuovo) Migliore. Ma era consentitito tutto, pur di far cadere B. e il suo governo. Ma state tranquilli, i tempi delle alchimie per alcuni non finiscono mai, e allora Bobo tornerà ad essere Il Migliore. Corsi e ricorsi storici. Ahinoi.

Peggio della Corea

Come nelle peggiori dittature, la rappresentazione agiografica vuole il leader giovane e nel pieno delle sue forze.

Secondo me, sul bigliettodicartastraccia ci stava meglio questa.

E poi che banalità, una moneta che si chiama lega. 10 leghe. 1000 leghe. Potevano chiamarla, che so, miglio. 1000 miglia. Oppure per celebrare il delfino potevano chiamarla trota. Una trota. 10 trote. 100, 1000, un milione di trote. No vabbè, uno basta e avanza.

Leghisti minus habens?

Mi rivolgo quindi all’elettorato leghista, a quelli che per anni ci hanno detto in ogni salsa che ce l’hanno duro: è ora di dimostrare questi attributi. Ma non contro i terroni o contro gli extra-comunitari, ma proprio contro la vostra classe dirigente, che vi sta bellamente prendendo per i fondelli. E finché non vi ribellerete e non li richiamerete all’ordine sui principi che vi legano, avranno ragione di farlo e di continuare a farlo. Un’ultima cosa: magari, per il bene di tutti noi, fatevi sentire prima di domani (oggi, nd.r.), quando i vostri salveranno il Ministro imputato per mafia. Con buona pace della lotta alla mafia di Roberto Maroni.

Una grande Giulia Innocenzi, qui.