Tra i due litiganti

Mentre è in atto il primo round (o forse siamo già all’ennesimo) della sfida a distanza tra Bersani e Renzi, tra convention dei circoli e big bang degli amministratori, qualche riflessione sorge spontanea. Primo: la radicalizzazione dello scontro farà solo morti e feriti. Non sono un renziano, ho aderito con entusiasmo alla Prima Leopolda pur avendo ben presente il fatto che la personalità di Renzi, più portato a giocare in prima persona che di squadra, avrebbe potuto causare dei problemi al sodalizio con Prossima Italia. Problemi che effettivamente ci sono stati e che hanno portato Matteo e Pippo a dividere le proprie strade. Ma, al di là dei problemi personali tra dirigenti emergenti del PD, la proposta politica di Renzi, pur contenendo alcune idee condivisibili, si fa portatrice di un modello a mio avviso di stampo neo-liberal-socialista, un Blairismo in salsa fiorentina che rischia di acuire quei conflitti presenti in seno alla società italiana (vedi alla voce Marchionne, alla voce dipendenti pubblici) che vanno regolati con senno e non con l’accetta. Da non-renziano, però, trovo indecente la campagna di denigrazione che Renzi sta subendo, completamente incentrata su questioni che nulla hanno a che vedere con il confronto politico. Insulti, insinuazioni, accuse di flirtare con il centrodestra. E via dicendo. Ma qualcuno che si occupi di discutere delle sue proposte, da contrapporre, eventualmente, al modello “conservatore” Bersaniano? Meglio di no. Meglio aggredire chi non si riconosce nella linea del segretario con espressioni del tipo traditori, mentecatti, fighetti, rosiconi. A distanza di 5 anni dalla sua fondazione ecco cosa rischia di rimanere, del PD. Fazioni che si scontrano a botta di insulti, pezzi di partito che stanno sotto lo stesso tetto ma vivono da separati in casa. Che desolazione. Tutto ciò rende evidente, a mio avviso, la necessità di proporre una terza via.  Che abbandoni le titubanze di questi anni e le sirene neoliberiste. Una terza via che rappresenti, semplicemente, quello che molti cittadini speravano quando hanno contibuito a fondare il PD. E che riesca ad abbassare i toni e a parlare di politica.