Archivi giornalieri: 23 Luglio 2012

Decidi tu

Beh, probabilmente la voce ti è arrivata.

Dico a te, iscritto al PD. Elettore del PD. O potenziale elettore del PD. Tu, che hai preso in considerazione, seppur lontanamente, di votare PD. E anche tu, che votavi PD ma hai deciso che ora basta, non se ne può più.

Te l’hanno mai detto che esiste, nel Partito Democratico, uno strumento previsto dallo Statuto che si chiama referendum, con il quale tu, pirsonalmente di pirsona, puoi dire la tua su alcuni temi che sono sottoposti al voto degli elettori del PD?

E allora capita che in una assemblea di democratici che si sono riuniti ad Albinea, lo scorso fine settimana, si decida di usarlo, questo strumento. Così, almeno, per una volta si proverà a discutere di cose da fare, e non di nomi, o di strategie. Per una volta non si starà a smacchiare i giaguari sulle interviste, ma si chiederà il tuo parere, che so, sulle alleanze, sul fisco, sulle spese militari, sull’ambiente. Sui diritti. Ci sono persone che stanno lavorando ai testi, e prestissimo saranno pronti, e saranno resi pubblici.

Che dici, la dai una mano al Partito Democratico? Perchè sai, ai promotori dei referendum non importa contarsi. Non importa alzare il prezzo per decidere se stare con Bersani o con Renzi, per dire. Importano le idee. E magari le idee chiare, quelle che da molto tempo il PD non riesce ad elaborare tanto da avere generato un pò di delusione nel suo elettorato. Te ne sei accorto anche tu che il PD è inchiodato al 25% da anni, vero? Non aggiungo altro. Ecco, i promotori hanno a cuore il PD. Strano, no?

Sappi, comunque, che la strada è in salita. Servono almeno 30.000 firme degli iscritti affinché si possa provare a tenerli, i referendum. Il 5% degli iscritti. Poi l’assemblea nazionale e la commissione nazionale di garanzia decideranno sull’ammissibilità dei referendum. E solo allora elettori, cittadini, potranno esprimersi. Tu potrai esprimerti. Un passo alla volta, però. Servono le firme, prima di tutto. E allora, che aspetti? Il PD ha bisogno anche di te.

La parola a voi, democratici.

Dal momento che l’altra sera Bersani ha spiegato che le primarie da lui stesso indette non sono questione di sostanza (forse per via dei candidati, mah).

Dal momento che non ci è stato consentito di votare i nostri odg, sulla base di un non-regolamento – tautologicamente mai approvato – elaborato ad hoc.

Dal momento che qualcuno, come Fioroni, dice che lui ha vinto, che la partita è chiusa e che finalmente si va con l’Udc.

Dal momento che Rosy Bindi minaccia di “non togliere il disturbo fino alle prossime elezioni e oltre”, sostenendo che se non facciamo i bravi ci leva pure le unioni civili e possiamo anche levare il disturbo, noi.

Dal momento che, sempre Rosy Bindi, non sa contare i voti e i votanti, e forse per questo pretende che nelle sedi preposte non si voti affatto, mai.

Dal momento che tutto è rimandato, tranne che c’è sicuramente un candidato, e ci sono sicuramente i suoi comitati, e tutt’intorno si sviluppa un dibattito particolarmente poco interessante.

Tutto ciò premesso.

È venuto il momento (appunto) di trasformare il Pd nel partito degli elettori che avrebbe sempre dovuto essere.

Di superare formule, gherminelle e tric e trac e puntare dritti alla sostanza.

Di trasformare la retorica della partecipazione in qualcosa di reale e di concreto.

Per tutti questi motivi dichiariamo aperta la stagione referendaria del Pd, ai sensi dell’articolo 27 dello Statuto.

Cinque quesiti per evitare che gli elettori si consegnino definitivamente alle cinque stelle.

Cinque temi forti su fisco, diritti e matrimoni civili, ambiente, spesa pubblica e governo del Paese, da definire e precisare insieme, sotto il solleone, come un Sudoku democratico. Per poi passare all’azione, già da domenica.

Cinque referendum proposti e presentati dagli iscritti sulle questioni di sostanza (oh, yes), scritti e presentati in punta di diritto e quindi non precludibili, a cui potranno partecipare tutti gli elettori del Pd.

Cinque punti chiari per definire come sarà il progetto politico del nuovo centrosinistra.

Noi ci proviamo, e lanciamo l’appello a tutti gli uomini e le donne democratiche e di buona volontà, perché è un’impresa mai tentata prima, e perché o ci proviamo insieme, o meglio lasciar perdere.

Ci state? Facciamolo.

Tutto il resto lo trovate qui.