In attesa della convocazione della Direzione Provinciale del PD, che speriamo possa essere finalmente il luogo nel quale discutere a viso aperto dei risultati elettorali del Partito Democratico, senza ipocrisie e infingimenti, si susseguono, sulla stampa, gli interventi di esponenti del PD pontino. Mai termine è stato più abusato, in questi giorni, della parola “cambiamento”. Ex post, la ritroviamo sulla bocca di tutti: bersaniani pentiti, capibastone di lungo corso, primedonne che si candidano a tutto, rottamatori della prima e della seconda ora, vincitori e sconfitti. Al pari di quanto sta succedendo a livello nazionale, anche il PD pontino non sembra essere esente dalla sindrome di un’analisi post-voto tanto enfatica nei toni quanto sterile e miope nei contenuti. Le elezioni politiche hanno sancito, anche nella nostra provincia, la clamorosa affermazione del M5S le cui battaglie, più che condivisibili, in merito alla necessità di rinnovamento delle classi dirigenti, di sobrietà della politica, di tutela dei beni comuni e del territirio, di rinuncia ai privilegi della cosiddetta casta hanno trovato senz’altro terreno fertile negli errori che anche il Partito Democratico della provincia di Latina ha compiuto in questi ultimi anni. Un partito incapace di elaborare una proposta politica autonoma convincente, un partito autoreferenziale, un partito non inclusivo nei confronti di movimenti, comitati civici, imprenditori, commercianti e semplici cittadini esasperati della crisi economica. Ancora una volta siamo apparsi poco attenti ai segnali provenienti dalla realtà che ci circonda, forse perché troppo impegnati nell’ennesima lotta intestina tra le correnti e nomenclature che si spartiscono candidature, ruoli e incarichi. O forse troppo perché troppo impegnati nell’ennesimo duello tra candidati buoni per tutte le stagioni. Assisteremo, nelle settimane prossime, a riposizionamenti che avranno come unico scopo quello di un cambiamento apparente affinché tutto resti come prima. Una mano di vernice per far apparire come nuovo ciò che nuovo non è mai stato da anni a questa parte. Più che mai di questi tempi sono necessarie azioni concrete, pertanto abbiamo lanciato l’iniziativa di un incontro pubblico: ci rivolgiamo ai comitati per l’acqua pubblica sparsi sul territorio, ai comitati antinuclearisti, ai movimenti autonomisti, alle associazioni di categoria, agli imprenditori, ai commercianti. A tutti gli elettori che ci hanno abbandonato a causa delle nostre titubanze e, da ultimo al Movimento Cinque Stelle. Per costruire un Partito Democratico realmente aperto, inclusivo e profondamente rinnovato nei metodi e nel personale politico, avendo come obiettivo il prossimo congresso, che auspichiamo si possa svolgere quanto prima, che ci vedrà convinti sostenitori della candidatura di Giuseppe Civati e nel quale porteremo le nostre proposte per la futura organizzazione del Partito Democratico e per il Paese.
Raffaele Viglianti – Fabio Luciani