Archivi giornalieri: 12 Febbraio 2014

I referendum proprio no, veh?

Eccolo, uno dei momenti nei quali sarebbe stato proprio necessario chiedere agli elettori e agli iscritti del PD un parere in merito all’evoluzione della situazione politica. Cosa dite? Ci sono state le primarie due mesi fa? Ma non dite minchiate. Due mesi fa Renzi diceva mai più larghe intese. A dire la verità lo diceva anche due giorni fa. E anche su quell’inganno ha vinto il congresso. Meglio decidere in una stanza del Nazareno con Lotti, Nardella, Boschi. Altro che caminetto. Siamo arrivati al cucinino. Perché doveva cambiare verso. E invece è cambiata la location.

Pensavo di aver visto tutto (o quasi)

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E invece, evidentemente, mi sbagliavo. Qui siamo alla sublimazione del dualismo che più volte ha animato la vita interna del PD (e del PDS, e dei DS). D’Alema e Veltroni sembrano due nanerottoli, al confronto. E il tutto si sta consumando in tempi brevissimi, nemmeno il tempo tecnico di consolidare la propria leadership, quantomeno tra i rispettivi fan. In effetti Letta il giovane di fan ne ha davvero pochi pochi, nelle ultime ore. Da paladino dei governisti, cuperliani inclusi, a fastidiosissima parentesi fallimentari da (provare a) far dimenticare quanto prima (con premio di consolazione annesso). Renzi sta già facendo le consultazioni, e giovedì la Direzione Nazionale del PD farà quello che Letta chiede, ossia sfiducerà lui e il suo governo…per farne un altro pressoché uguale. Al di là dei totonomi. Renzi non aveva altra strada? Beh, sta imboccando la peggiore. E ditemi se non abbiamo perso un altro anno, se non abbiamo consumato un altro pezzo del tessuto sociale ed economico del Paese, alla faccia dello spread sotto 200. Per non parlare della credibilità e della coerenza. Non solo quella personale, ma anche del PD e del Paese tutto.

Corsi e ricorsi storici

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A distanza di una quindicina d’anni Massimo D’Alema (a modo suo) riconosce l’errore: non avrebbe dovuto accettare l’incarico di formare un governo (super-ego? amor di patria?). Piuttosto si doveva andare al voto.

A distanza di un paio d’anni e mazzo praticamente tutti riconoscono l’errore: il governo Monti non doveva nascere (super-ego? amor di patria?). Piuttosto si doveva andare al voto.

Probabilmente nei prossimi giorni nascerà il governo Renzi  (super-ego? amor di patria?). Per fare cosa non si sa. Mi resta un po’ difficile credere in un rinsavimento di Alfano & Co (e perché no, anche di Berlusconi, del resto se gli restituisci il ruolo di padre della patria…) tale da consentire di mettere in atto ciò che serve per il lavoro, per ristabilire gli equilibri in Europa. Cosucce, insomma. Se lo schema non cambia, assisteremo ad un altro periodo imprecisato di galleggiamento, di tira e molla, di mezze riforme. Vedremo.

Ciò che è praticamente certo è che, tra qualche tempo, tutti saranno d’accordo sul fatto che sarebbe stato meglio andare a votare.

Ad oggi, la voce contraria sembra essere una sola (anche se la “base” inizia a farsi sentire).

p.s offrire ad Enrico Letta un posto di ministro degli esteri, oppure nella Commissione Europea, sarebbe davvero squallido. Roba da Prima Repubblica.