Arrivare a C senza passare da A e B

Sia chiaro, io spero che Bersani ce la faccia a fare un governo. Non un governo qualsiasi, che si regga su un pezzo preso di quà, tre pezzi presi di là, una mezza astensione, quattro che abbandonano l’aula ed è fatta. Questo sarebbe il modo migliore per consegnare il Paese a M5S, che avrebbe gioco facile nell’additarci ancora come uguali agli altri, ai quali chiediamo la non-sfiducia per vivacchiare (perchè di questo si tratterebbe, puro galleggiamento). Sono per un governo del firmamento, altro che 5 Stelle. Un governo che faccia le cose che vanno fatte e che sono state spesso colpevolmente rimandate per anni, attingendo ciò che c’è di buono nel programma di M5S, e sfidando i parlamentari di Grillo a dire no. Solo loro (e se qualcun altro votasse la fiducia ad un governo del genere sarebbero fatti loro).  Poi però questi pensieri si mescolano alle immagini della direzione nazionale del PD che si è svolta ieri sera. Riunione inutile come non mai. Cercavo di decifrare le parole della Franco, o di Letta. Pensavo al cittadino comune che stava guardando la diretta streaming e a quanto dovessero sembrare alieni scollati dalla realtà quelli che parlavano. E ho pensato che se fossimo stati un paese normale il giorno dopo le elezioni Bersani e tutto il gruppo dirigente del PD avrebbero rassegnato le proprie dimissioni dicendo: abbiamo dato, abbiamo fallito, abbiamo perso, ora tocca a qualcun altro. Non impediremo in alcun modo la formazione di un governo di vero cambiamento. E credo che in questo modo saremmo arrivati a C con meno angoscia e con più speranza per il futuro. Per noi e per il paese.