La triade falce e martello

Mi rendo conto del fatto che, per vincere le prossime elezioni (si tengano a marzo, nel 2012 o nel 2013), si debba raschiare il fondo del barile. Però, con tutta sincerità, quando sento ancora parlare di Ferrero, Diliberto, Salvi, mi sento male. Sto combattendo, all'interno del mio partito, una battaglia per il rinnovamento della classe dirigente, e vedere che, anche a sinistra del centrosinistra, si sono fermati al '93 (se non prima), mi dà un senso di profonda amarezza. Una sensazione che mi aiuta, comunque, a chiarirmi le idee su chi vorrei come alleato del PD.

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4 pensieri su “La triade falce e martello

  1. Raffoblog

    Concordo sulla possibile delusione, anche se occorre fare di tutto per evitarla. Come si fa? Il PD dovrebbe essere più credibile, ma così si dà la zappa sui piedi (mestiere che conosciamo bene).

  2. utente anonimo

    La sinistra italiana dopo la caduta dell'URSS non ha mai fatto i conti con se stessa e con quanto aveva fatto nel passato( chi dimentica i carri armati a Praga e le contorsioni dell'allora PCI?). Anzi i gruppi dirigenti di allora (e di oggi) si sono limitati a un puro trasformismo di facciata e hanno tentato maldestramente direi di sostituire una cultura vecchia(quella del PCI) con una nuova (il Clintonismo e Obamismo di matrice usa) pur di restare a galla e mantenersi le poltrone.

    Una speranza di rinnovamento non può venire da questi dirigenti troppo reticenti e compromessi, ma da nuove forze che a fatica cercano di emergere. Penso al Renzi di Firenze, che in modo semplice e prammatico sta cercando di far emergere un nuovo modo di fare politica. Spero che non lo distruggano prima con qualche ben orchestrata campagna di stampa come oramai si usa fare in questo amato paese.

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