Il bimbo avrà sei o sette mesi, è bello, sorride; l’uomo lo tiene sulle ginocchia, sa come tenerlo, toccarlo, parlargli, il bimbo gli risponde in un dialogo di gesti, sorrisi e suoni complici e armoniosi come dolce ed armonioso è il loro abbraccio.
Accanto a lui è seduto l’altro, anche lui ha un bimbo tra le braccia, della stessa età sembra.
“Che carini sono gemelli?” Chiede Matteo dalla poltroncina difronte.
“Si, sei bravo ad averlo capito perché non si somigliano troppo” risponde l’uomo
“E voi siete fratelli?” Continua Matteo che ha lasciato cadere il giornalino che stava sfogliando.
“No tesoro, siamo un po’ di più che fratelli”
“Davvero e che c’è di più dei fratelli? Siete gemelli anche voi due?”
“No, no sei fuori strada…”
“ E’ un gioco? Allora uno di voi due è il loro papà”
“Sbagliato siamo entrambi papà”
Matteo ora guarda davvero incuriosito i due uomini e i due bimbi, si guarda intorno perplesso
“E la mamma?”
“Vieni via Matteo, dobbiamo andare di corsa a comprare il latte prima che chiuda, torniamo dopo dal pediatra, scusatelo è un chiacchierone …”
“Ciao Matteo, ci scusi lei signora, ma cerchi di fare capire a suo figlio che ci sono tanti modi per volersi bene, e non uno solo, mentre basta un gesto per chiudere una porta”
L’uomo torna a sorridere al suo bambino, l’altro guarda il bimbo che si è addormentato tra le sue braccia, e con tenerezza gli toglie dalla fronte un ciuffo ribelle.
Simonetta Cavalli, L'Unità
Mi piace:
Mi piace Caricamento...