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La situazione è questa

Non è questione di “figo“, o “fighetto”.

There is no alternative? Yes, dear oldyoung nephew of Gianni Letta, but you forgot politics.

E invece le mie sono ragioni politiche, che ci sono e ci sarebbero a prescindere, e che sono maturate ai tempi dei 101 e di chi, allora come oggi, preferiva questa soluzione alle altre: quando il Pd si imporrà sulla legge elettorale? Quando il Pd chiarirà se abbasserà le tasse sul lavoro, invece di intervenire sulle tasse sul patrimonio? Quando saremo autorizzati a dire la nostra su alcune questioni serie che ai nostri elettori stanno a cuore, a cominciare dai cacciabombardieri? Quando torneremo a confrontarci con quel tema politico, che ci vede alleati con Sel dappertutto (anche dopo aver inaugurato il governissimo), sulla base di principi e modalità opposti rispetto a quelli del governo nazionale?

 

 

Arresi

Giusto per chiuderla, ‘sta vicenda Alfano-Ablyazov. Come se poi fosse possibile. Vabbè. Aver trasformato il voto di fiducia sull’operato di un ministro che mente spudoratamente nel voto di fiducia all’intero esecutivo. Che proprio perchè ha un ministro che mente spudoratamente fnisce per essere indebolito e screditato nella sua interezza. Qui sta la differenza tra un presidente del consiglio con le palle e uno senza. Qui sta la differenza tra un partito con le palle e un partito senza. Tra un partito e un non-partito. Potere di interdizione zero. Su questa vicenda come su tutto il resto. F35, IMU, IVA. Adesso tocca ai diritti. Tra un pò alla giustizia (di nuovo). Siamo semplicemente arresi. Al Capo dello Stato. Alle necessità del PDL. Alle volontà dei singoli. Al destino cinico e baro.

Abbiate pietà

Il Senato che diventa luogo dell’ipocrisia. Istituzioni vilipese, oratori da strapazzo che si arrampicano sugli specchi stravolgendo la realtà. Le forze dell’ordine in versione usa e getta (e vorrei capire, da oggi, quale fiducia possano avere nel proprio capo supremo, nel Governo, che per coprire un ministro inadeguato mettono in atto uno scaricabarile sui sottoposti degno di ragazzini che giocano a rubamazzetto). L’errore di confondere i piani, la responsabilità politica dei singoli e l’azione del governo. Un governo anch’esso inadeguato, che non è in grado di mettere mano alle riforme strutturali di cui questo paese ha bisogno perchè da non si riforma un paese con i veti incrociati e con gli interessi dei singoli. Abbiate pietà, mettete mano alla legge elettorale (non avete l’autorevolezza e la dignità per mettere mano alla Costituzione, non sarete mai padri costituenti), prendete un provvedimento uno che detassi il lavoro e introduca un po’ più di uguaglianza in questo benedetto Paese e andiamo a votare. E, se possibile, sparite.

#altrimenticadeilgoverno?

Nel gruppo parlamentare del PD i no agli F-35 sono in aumento. Che siano una spesa inutile, c’è chi lo sostiene da tempo. Spero solo che ci sia modo di discuterne, e che non passi la linea “effetrentacinquestrumentodipace”. E che il governo non ponga la questione di fiducia.

Cantare con i piedi a terra

Non starò a menarmela più di tanto con analisi politologiche, anche perchè non è il mio mestiere. Ma al netto della soddisfazione per il risultato del centrosinistra (esiste ancora nei comuni, sapete?) e del PD, e della gioia infinita per aver cacciato dal Campidoglio i fascisti e il peggior sindaco che Roma ricordi (oltre Giubilo, oltre Carraro), occorre restare con i piedi per terra. Perchè l’astensionismo raggiunge livelli record (secondo alcuni, tipo D’Alimonte, è un bene, sintomo di consapevolezza e democrazia), e perchè, sostanzialmente, non c’erano avversari “politici”. Bene i nostri amministratori, che dimostrano ancora una volta che c’è una classe dirigente locale capace e apprezzata dai concittadini (poi magari vanno “a Roma” e si perdono, sigh). Spesso scelti con le primarie, che vanno tutelate e valorizzate come meritano. Però, davvero, non avevamo avversari (lo dice anche Makkox, a modo suo). Nel senso che laddove il centrodestra si presenta con le facce (pessime) dei propri amministratori e non con il faccione del cavaliere in prima persona, non riesce più a racimolare risultati (stesso discorso per la Lega sgretolata). E questo dovrebbe far pensare, nel PD, perchè se il PDL sta sopravvivendo, in questa fase politica, lo deve essenzialmente a noi. Teniamo in vita un cadavere sempre pronto a farci la pelle, appena si riprende un pò (e grazie ai nostri errori). Che altro dire: i commenti davvero fuori luogo sono quelli di Enrico Letta, che attribuisce ai cittadini l’intenzione di rafforzare l’intesa PD-PDL, quando in nessuna città nelle quali si è votato il PD si presentava con il PDL, per dire. O chi vede nel risultato di giugno la rivincita di febbraio. Rivelando superficialità d’analisi. O, peggio, malafede. Affinchè tutto resti com’è. Per evitare di discutere di temi: lavoro, ambiente, energia, scuola, welfare, trasporti. Davanti alle parole dei vertici del PD, sempre uguali a se stesse, emerge con sempre maggior forza la necessità di un congresso vero.

Niente e il contrario di niente

Letta e tutto il governo si sono impegnati a cambiare la legge elettorale. Quando? non si sa. Prima delle riforme (quali?), dopo le riforme (quando?). Non è dato sapersi. Intanto si prova a tornare al Mattarellum, ed è una delle ipotesi che lo stessa Letta aveva messo in campo. Ma la proposta di Giachetti e firmata da un bel po’ di deputati del PD è intempestiva, dicono. E così la maggioranza del gruppo parlamentare alla Camera del PD voterà contro una proposta che viene da altri deputati del PD. Una proposta sacrosanta, peraltro. E perché? perché altrimenti cade il governo. Che pena.

No al governissimo

Mentre Enrico Letta annuncia il programma di un governo di legislatura (che durerà finchè converrà all’azionista di riferimento di questo esecutivo, Silvio Berlusconi), si alza, dalla maggioranza, una sola voce di dissenso.

 

P.s. Alla Camera non ha votato la fiducia anche Davide Mattiello. Al Senato Lucrezia Ricchiuti.