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Congelatore o graticola?

Ieri ero a Milano, all’Assemblea Nazionale. Con tanti compagni di viaggio, ed è stato bello ritrovarci lì. È stato bello anche incontrare quelli che mi sono (ci siamo) perso per strada. Percorsi politici differenti ma la stima personale resta immutata.

Era la giornata del segretario, e Renzi si è preso il palcoscenico. Giusto così. Tante speranze, tante aspettative. Un discorso di un’ora e venti molto evocativo, poco concreto. Moltissime cose da fare, alcune bellissime. Ma come farle non è che sia stato proprio chiarito. Lasciate fare a me è un metodo di lavoro che ho già sentito da qualche parte, e non è che sia andata proprio bene.

Vedremo.

Completamente assente, nelle parole di Renzi, la forma-partito. E non è un caso che in Direzione Nazionale non sia stato chiamato Fabrizio Barca.

Forse le uniche cose concrete di cui ho sentito parlare sono state la trasformazione del Senato in camera delle Regioni e la richiesta di mettere al centro dell’attenzione, quale punto qualificante dell’accordo con il NCD per il prossimo anno-anno e mezzo (si passa dalle larghe intese al governo di coalizione, sigh!), il tema delle civil partnership (sappiate che quando si utilizzano termini anglosassoni vi vogliono fregare). Due cosucce da niente che porterebbero dritti dritti al voto (ve li immaginate Giovanardi, Formigoni, Cicchitto che dicono si al riconoscimento di un diritto che sia uno?),  con buona pace dell’asse con Enrico Letta (si vis pacem para bellum diceva qualcuno), che sarà messo sulla graticola a fuoco alto,

Del resto, se lo può permettere, Renzi, di restare un anno a guardare un governo del  non-fare, messo in congelatore mentre qualcuno, e potete giurarci, medita vendette?

La stessa barca, per tutti

Il “problema” di M5S non è Bersani. Il “problema” di M5S è il Pd. A torto o a ragione. Per me a torto, ma tant’è. Quindi non vedo come e perchè Renzi dovrebbe riuscire laddove Bersani dovesse fallire. E non essendoci alternative digeribili ad un governo di cambiamento che si regga sull’appoggio di PD, SEL e M5S, qualora Bersani non dovesse riuscire a formare un governo una soluzione potrebbe essere affidare l’incarico ad una personalità esterna al PD. Ma molto vicina.  Vedremo.

http://www.youtube.com/watch?v=_ZgXxDwjyM8.

 

La terza via di Fabrizio Barca

D’Alema spiega: “se uno mi dice aiutami a rinnovare lo aiuto e mi faccio da parte, se uno mi dice ti voglio distruggere, cacciare, porre fine alla tua carriera politica io dico ‘provaci”.

Tutti si può dire di Massimo D’Alema tranne che non sia un combattente. Nel bene e nel male. E poi quando si sente sfruculiato ci si mette d’impegno, a renderti la vita difficile.

Sono stato un estimatore di Massimo D’Alema, metà anni novanta, quando fece le scarpe al povero Occhetto e portò (non da solo) la sinistra al Governo. Poi ha iniziato (non da solo) a fare un pò di passi falsi. Tatticismo esasperato, salvaculo di Berlusconi, i Capitani Coraggiosi. Quindi basta. Non ce l’ho con lui, non chiedo di vederlo con una zappa in mano, ma fuori dal Parlamento si. Diciamo che il caratteraccio che si ritrova non gli consente di comportarsi come Veltroni e quindi va allo scontro piuttosto che fare il padre nobile. La sua intelligenza non gli è stata molto d’aiuto in questo caso, diciamo.

E però penso anche che ci possa essere una terza via, anche nel ricambio generazionale di cui il Paese ha un dannatissimo bisogno. Ci illumina Fabrizio Barca, su questo:

“Ho un’altra idea: per essere migliori non basta essere fuori dal Parlamento o essere più giovani di età. Il vero cambiamento non è il semplice tutti a casa, avviene con la competizione. Se non c’è questo, si proclama di voler rivoluzionare tutto senza mutare regola. Si invocano i giovani al posto dei vecchi sapendo che è un programma impossibile da realizzare. E la rottamazione diventa l’altra faccia del gattopardismo: cambiare tutto senza cambiare niente”.

 

 

Come ti ammazzo le primarie

Marroni, Prestipino, Sassoli, Adinolfi, Gentiloni. Solo per il PD. E forse Gasbarra. Addirittura Veltroni. E si fantastica di Barca. E poi Bianchi, Medici, Smeriglio. Si muovessero a fissare delle regole serie per le candidature delle primarie per il Sindaco di Roma altrimenti finisce a barzelletta. Per quanto riguarda il PD, articolo 15 comma 3 dello Statuto Regionale:

“La candidatura a Sindaco di Comune al di sopra dei 15.000 abitanti, Presidente della Provincia e Presidente della Regione può essere avanzata con il sostegno del dieci per cento dei componenti dell’Assemblea del relativo livello territoriale oppure con un numero di sottoscrizioni pari almeno al tre per cento degli iscritti nel relativo livello territoriale.”

E vediamole, ‘ste firme.

Un cambio di passo nella realizzazione delle Grandi Opere

La rete di trasporti del Sud Italia ha delle carenze che conosciamo tutti. I motivi sono noti, e le conseguenze pure. In alcune regioni il diritto alla mobilità delle persone non sembra essere garantito, così come la possibilità di poter far viaggiare le merci con modalità e tempi degni di un paese civile. Così, quando giunge la notizia di nuovi investimenti nelle regioni meridionali, non si può che rallegrarsene.

Nei giorni scorsi Francesco ci ha parlato del treno del cambiamento, ossia della linea Napoli-Bari-Lecce-Taranto che, grazie a nuovi finanziamenti che si aggiungono a quelli già previsti, consentirà di avvicinare alcune delle più importanti città del Sud.

Personalmente sono contento soprattutto per il ruolo svolto dal Ministero della Coesione Territoriale, grazie al quale è stata possibile la firma del contratto istituzionale di sviluppo, uno strumento che, se adottato con efficacia, consentirà di semplificare l’iter amministrativo del progetto, di monitorare lo stato di avanzamento del contratto e di rendere disponibili ai cittadini i dati inerenti l’andamento della realizzazione delle opere.

Il mio auspicio è che l’attenzione posta dal Ministero della Coesione sui punti di rottura rispetto alle passate gestioni di opere del genere diventi patrimonio comune della Prossima Italia, perchè i tempi di realizzazione (programmati) per la realizzazione dell’intera opera sono talmente lunghi che può davvero accadere di tutto. Anche perchè non tutte le opere sono dotate della necessaria copertura finanziaria.

Vediamoli, quindi, tempi e costi. Che devono tenere conto della progettazione, delle Conferenze dei Servizi, della VIA, dell’espletamento delle gare di appalto, della realizzazione e del collaudo.

L’opera si compone sia di lavori civili (ossia gallerie, ponti, viadotti, sovrappassi, sottopassi, tombini, rilevati, trincee, stazioni, fermate) necessari per la realizzazione dei nuovi binari, sia di lavori tecnologici per dotare le linee esistenti, le stazioni e le fermate di moderni sistemi di comunicazione che consentano di velocizzare il transito dei convogli e di aumentare il numero dei transiti.

I lavori civili sono la parte predominante dell’opera e sono concentrati essenzialmente sulla realizzazione della nuova linea a doppio binario nelle seguenti tratte:

Variante Napoli-Cancello. Ad oggi è stato redatto il progetto preliminare, a valle della redazione del progetto definitivo si potrà bandire la gara per Appalto Integrato (chi vince la gara redice il progetto esecutivo e realizza l’opera). La spesa prevista è di 813 M€, totalmente finanziati. Fine intervento: 2022

Raddoppio Cancello-Frasso Telesino. Come sopra. La spesa prevista è pari a 730 M€, totalmente finanziati – Fine intervento: 2023

Raddoppio Frasso Telesino-Vitulano. Ad oggi deve ancora essere redatto il progetto preliminare. Sono stati stanziati 21 M€ per la progettazione preliminare e definitiva. I restanti 965 M€ sono da finanziare. Fine intervento: 2023?

Raddoppio Apice-Orsara. Ad oggi deve ancora essere redatto il progetto preliminare. Sono stati stanziati 57 M€ per la progettazione preliminare e definitiva. I restanti 2.619 M€ sono da finanziare. Fine intervento: 2023? Qui di punti interrogativi ce ne vogliono almeno tre, visto che in questa tratta è prevista le realizzazione di una galleria di 21 km, più lunga della galleria Vaglia della AV Firenze-Bologna, per dire. In un’area in cui le frane sono all’ordine del giorno.

Tratta Cervaro-Bovino. La tratta si compone di tre sottoprogetti: raddoppio Vitulano-Apice (già realizzata), raddoppio Cervaro-Bovino (in fase di realizzazione, stanziati 250 M€, fine prevista 2016) e raddoppio Bovino-Orsara (costo 300 M€ che però sono stati definanziati).

Altri consistenti stanziamenti sono stati previsti per la sistemazione del Nodo di Bari (640 M€, redatto ad oggi il progetto preliminare), per la realizzazione del raddoppio tra Bari S.Andrea e Bitetto (219 M€, in fase di redazione il progetto esecutivo da parte dell’Appaltatore che si è aggiudicato l’Appalto Integrato), l’ammodernamento della linea Potenza-Foggia (per la quale non è stato ancora redatto il progetto preliminare e i finanziamenti, 200 M€ ci sono ma non ci sono), mentre gli stanziamenti per interventi tecnologici sono pari a circa 400 M€.

In sostanza, tanta carne al fuoco, una parte delle opere che necessitano di un ulteriore sforzo per il reperimento dei finanziamenti e buone intenzioni che dovranno scontrarsi con una realtà che, oggi, dice tutt’altro. La logica del massimo ribasso porta le imprese esecutrici a praticare dei prezzi incredibilmente bassi, che si riverberano negativamente sulla qualità delle opere e sulla sicurezza. Il loro margine è talmente esiguo che basta poco per mettere in crisi un appalto, e ciò diventa drammaticamente vero quando i pagamenti avvengono in ritardo. Nel campo dei lavori pubblici, allo stato attuale, le rescissioni contrattuali sono all’ordine del giorno e anche opere definite strategiche rischiano di vedere la loro definitiva realizzazione nella notte dei tempi. In più metteteci il contenzioso con gli appaltatori, le varianti in corso d’opera, gli errori progettuali, il potere di interdizione degli Enti Locali e allora è facile rendersi conto che, se davvero non si cambia registro, le cose rischiano di essere molto più complicate rispetto a quanto stabilito nel contratto istituzionale.

Open Minturno

Da qualche giorno è attivo il portale Open Coesione (ne aveva parlato Francesco qui), il primo portale sull’attuazione degli investimenti programmati nel ciclo 2007-2013 da Regioni e amministrazioni centrali dello Stato con le risorse per la coesione, voluto dal Ministro per la Coesione Territoriale, l’ottimo Fabrizio Barca.

Come si può leggere sulle pagine del sito, Open Coesione nasce  perché i cittadini, attraverso la consultazione e l’analisi dei dati pubblicati, possano valutare se i progetti corrispondono ai loro bisogni e se le risorse vengono impegnate in modo efficace.

Nasce, con Open Coesione, un nuovo concetto di cittidinanza, attiva e digitale, che non solo si ‘appropria’ dei dati, ma comprende dove finiscono le risorse della collettività, e incrociando i dati, è in grado valutare se i soldi siano stati spesi bene o male.

E così mi è venuta la curiosità di vedere se nel portale ci fossero progetti relativi al Comune di Minturno. E ne ho trovati quattro:

REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA RICETTIVA ECO COMPATIBILE NEL COMPLESSO EX SIECI SCAURI DI MINTURNO ( II STRALCIO)

  • Finanziamento pubblico: 692.313,40 euro
  • Pagamenti effettuati: 0 euro

INSTALLAZIONE DI IMPIANTO FOTOVOLTAICO

  • Finanziamento pubblico: 218.714,00 euro
  • Pagamenti effettuati: 76.549,90 euro

INSTALLAZIONE DI IMPIANTO FOTOVOLTAICO

  • Finanziamento pubblico: 41.279,00 euro
  • Pagamenti effettuati: 0 euro

ACQUISTO DI SERVIZI SPECIALISTICI FINALIZZATI ALL’INDIVIDUAZIONE DELLE TECNOLOGIE PER L’INTRODUZIONE DEGLI INVESTIMENTI IN ECO-INNOVAZIONE E ACQUISTO NUOVI MACCHINARI E/O ATTR.

  • Finanziamento pubblico: 180.340,00 euro
  • Pagamenti effettuati: 60.690,00 euro

Ecco, non sarebbe male se si riuscisse a monitorare, dal basso, se e come sono stati utilizzati i fondi stanziati per questi progetti. Pertanto giro la questione al Sindaco, Paolo Graziano, e al presidente della Commissione Trasparenza, Gerardo Stefanelli.

p.s. sempre in tema di trasparenza, aspetto ancora una risposta su questo