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Incontri ravvicinati

Ascoltavo stamattina Giorgio Stamatopoulos che dai microfoni di Radio Città Futura immaginava, oggi, un Berlusconi vagabondo tra i palazzi di Strasburgo e Bruxelles in cerca di qualcuno che lo ricevesse per giustificare la sua fuga dai pm di Napoli. L’uomo, comunque, è coraggioso, non c’è che dire. Rischia di incontrare in un corridoio la cancelliera tedesca Angela Merkel che, dopo essere stata apostrofata “culona inchiavabile”, secondo me due zaccagnate in faccia a B. gliele molla volentieri. Ma la manovra economica viene prima dell’onore.

B. ha già vinto

La disponibilità di B. a difendersi dalle accuse che gli sono state mosse dalla procura di Milano e che lo vedranno coinvolto i quattro processi nelle prossime settimane, non è una buona notizia.
A differenza di altri illustri predecessori (su tutti Andreotti e, da ultimo, Cuffaro), che si sono difesi nel processo, accettandone però le regole e gli esiti, B. porterà nelle aule del tribunale di Milano l'atto finale della sua sfida alla magistratura, alle istituzioni e, in definitiva, alla democrazia.
Qualcuno provi ad immaginare quale sarà lo show che B. metterà in piedi durante le udienze.
Accuserà direttamente i Pubblici Ministeri di essere organici alla sinistra e di aver tramato contro di lui il più grande complotto della storia mondiale.
Accuserà il collegio giudicante di non essere imparziale, precostituendosi così un alibi per non riconoscere l'eventuale sentenza di colpevolezza.
Se qualcuno gli farà notare che anche nel processo esistono delle regole sulle quali si fonda il suo svolgimento, B. le disconoscerà, in nome del ruolo di Presidente del Consiglio scelto dal Popolo che egli considera legibus solutus in quanto scelto dalla maggior parte degli italiani.
Zittirà i giudici, i PM e in quel momento egli diverrà il paladino di tutti quegli italiani che lui stesso ha aizzato contro i magistrati, divenuti il nemico di tante persone che, nella loro vita, mai hanno avuto problemi con la giustizia e mai ne avranno.
Terrà in aula atteggiamenti che provocherebbero, per qualsiasi cittadino, l'allontanamento dall'aula con la forza pubblica.
E se ciò avverrà, egli potrà ancora di più lamentarsi della faziosità della magistratura italiana, che non gli permette di difendersi a suo piacimento.
B. ha vinto perchè è riuscito, in questi anni, nell'operazione di far identificare nella sua persona e nei suoi problemi, nei suoi conflitti, nelle sue debolezze, nelle sue nefandezze, tutti quegli elettori che ancora lo votano e che hanno fiducia in lui a prescindere.
Quelli che vorrebbero partecipare al bunga bunga.
Quelli che darebbero volentieri in pasto ad un vecchio di 75 anni le loro figlie minorenni per bramosia di soldi, potere, notorietà. 
Quelli che considerano le regole un fastidio.
Quelli che, come lui, vedono comunisti ovunque.
Berlusconi ha trascinato il paese, da 18 anni a questa parte, in un'arena nella quale la verità non esiste più.
L'etica pubblica non esiste più.
Esiste solo la sua necessità di salvarsi dalle inchieste giudiziarie e di perpetuare il suo sconfinato potere economico, mediatico, politico.
E in nome di ciò sono state travolte le istituzioni tutte, ma soprattutto è stato fatto strame di quel briciolo di senso civico che già a fatica era riuscito a prendere piede in larghissimi strati della popolazione.
Berlusconi ha vinto perchè, se ha deciso di difendersi dal processo nel processo, ha fatto i suoi calcoli, ed evidentemente considera di volgere a suo favore, da un punto di vista dei consensi, anche la sua presenza in aula a cavallo di importanti scadenze elettorali.
Le elezioni, politiche o ammistrative che siano, in concomitanza con i processi, saranno ancora una volta una chiamata alle armi contro i nemici.
E in tutti questi anni, i referendum sulla sua persona B. li ha sempre vinti.
Come uscirne?
Come impedire al paese di scivolare nel baratro isituzionale?
La via parlamentare è miseramente fallita.
L'opposizione ha dimostrato di non avere i numeri per far cadere il governo.
Anzi, la compagine pro-Berlusconi, che sembrava destinata a perdere pezzi su pezzi, ingrossa le sue fila di giorno in giorno.
Grazie alla campagna acquisti del PDL, che non conosce confini all'interno dell'emiciclo.
Tutto ciò apre degli interrogativi sulle qualità etiche dei parlamentari italiani, che possono dedicarsi al trasformismo più sfrenato senza doverne rendere conto ai propri elettori, almeno finché sarà in vigore la legge elettorale-porcata di Calderoli. E pone ancor di più, e avverto come molto preoccupante la questione anche per il mio partito (si guardi anche che cosa è successo di recente a Napoli), il problema di come siano reclutati i parlamentari nel nostro paese.
Ma la debolezza del progetto finiano è stata accentuata anche dai continui quanto vani richiami alla responsabilità da parte del PD, richiami che, con tutta probabilità, hanno fatto tornare sui propri passi chi, dentro FLI, temeva alleanze contro natura.
A nulla serviranno i 10 e passa milioni di firme raccolte dal PD.
A nulla serviranno le manifestazioni, i girotondi, gli scioperi.
A nulla serivranno le trasmissioni televisive, che corroborano le convinzioni di chi è già convinto ed esacerbano gli animi di chi è contrario.
A nulla servirà la normale opposizione fatta nelle aule parlamentari e nel paese.
Servirebbe qualcosa in più.
Siamo in una situazione di emergenza democratica?
Allora bisognerebbe agire con soluzioni di emergenza. 
Bloccare il parlamento e il paese per giorni e giorni.
Tutti uniti.
Parlamentari con studenti, operai, percari, medici, poliziotti, magistrati, avvocati, ferrovieri, dipendenti pubblici, insegnanti, professori universitari.
Ma non avverrà.
I sindacati sono divisi.
Il paese è diviso.
E tentazioni aventiniane dell'opposizione sono da escludere.
Senza volere fare della facile demagogia, ad un seggio al parlamento non si rinuncia così facilmente, di questi tempi.
Quello che possiamo fare, tutti quanti, è continuare a difendere la democrazia, la costituzione, la scuola pubblica, le istituzioni democratiche.
Il PD deve riuscire a parlare in maniera chiara al paese, magari seguendo i consigli di Ivan.
E tutti dobbiamo confidare nella saggezza di Giorgio Napolitano affinché siano messi dei paletti all'asse Berlusconi-Bossi.
Di più, ad oggi, non credo sia possibile fare.

Scherzi del cervello

Anni fa uscì una vignetta, non ricordo su quale giornale, nella quale c'era un Berlusconi sorridente che diceva:
"TV Sorrisi e Cazzoni. I sorrisi sono i miei, i cazzoni siete voi."

Guardando 'ste foto, mi è venuta in mente.
Indovinate chi sono i cazzoni.

Nuova

Cocaina, cani e mignotte

Ecco, penso che con gli sms in cui una starlette coinvolta in un giro di prostituzione si rivolge al presidente del Consiglio, dopo essere stata alle sue feste, scrivendogli

«Spero k krepi kon le tue Troie»

«Spero che il governo americano inizia a dare lustro a quello ignobile nostrano con i 10 requisiti di ammissione di harward! La politica è una cosa seria»

«10 requisiti per l’ammissione tra le fila dei parlamentari …tu indagato saresti già fuori. capito??»

«Ci vuole una buona reputazione per governare!! Anke tu fai festini, Dinho deve tornare!»

«Stai abusando di potere»

«Se io mi devo kurare, tu piantala con cocaina, cani e mignotte!!!E festini sexy non me ne sbatte un cazzo, stronzo»

abbiamo raggiunto davvero il fondo. E non ho riportato quelli in cui lo chiama «amore» o gli dice «ti amo», perché il punto non sta nel giudizio morale, ma nel fatto che sia la starlette a fargli la predica. E che, ortografia, insulti e schizofrenia a parte, colga nel segno.

Tra l’altro: in nome del cielo, che c’entrano i cani?

Fabio Chiusi – Il Nichilista

Un premio oscar

Tu dai una cosa a me, io do una cosa a te.
Alla legge della compensazione (corollario all'assioma dello spoil-system all'amatriciana) non sfuggono di certo i duri e puri di FLI, ex PDL, ex tutto.
Dopotutto, la direzione del teatro Valle a Roma è un posto prestigioso, per un attore-regista del calibro di Luca Barbareschi.
Me cojò, che attore-regista!
E allora vai con l'errore tecnico (almeno assumiti le tue responsabilità, buffone) vai con le dimissioni da parlamentare.
Oggi conta la mia carriera.
Fini, il Futuro, la Libertà, che si fottano pure.
E Aledanno media, smussa, sposta, accontenta.
Che sindaco, ragazzi!
Gianni, a casa, please.
Luca, sei proprio un ominicchio.

Senza nome

Caramba, fate il vostro mestiere

A Villa San Martino, secondo l'On. Belcastro, c'è un problema di vigilanza:

Nelle sue case entrano troppe ragazze.
"I carabinieri presidino e, diamine, tolgano dalle mani di queste donne cellulari, registratori, macchine fotografiche e altri aggeggi scabrosi!".

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Un vero Responsabile.
Bravo.

Difesa d’ufficio disinteressata

Fra tutti i personaggi che ruotano attorno all'affaire mignotte-ad-Ardcore, l'igienista dentale riveste un ruolo particolarmente squallido.
Non tanto per la sua "bravura" a reclutare carne fresca per il capo, quanto per come rappresenti alla perfezione l'idea Berlusconiana di come si reclutano le donne in politica.
Non che l'igienista non ne fosse consapevole, anzi, dalle telefonate pubblicate risulta chiaro che il gioco valeva la candela ("invece di pagarci lui ci paga lo stato"), anzi, si poteva aspirare a qualcosa di più, tipo il Parlamento, dove già siedono Gelmini, Carfagna, Brambilla, note per le loro doti orali, cioè, volevo dire oratorie.
Sinceramente non riesco a capire con quale coraggio rimanga al suo posto in Regione Lombardia.
Certo, illustri difensori si sprecano. Tra questi spicca il Governatore Firmigoni, che azzarda un paragone con la vicenda di Ottaviano del Turco.
Verrebbe da chiedersi come si concilia il suo essere cattolico e sostenitore di CL con lo squallore che circonda l'intera vicenda.
Il mercimonio dei corpi, i balletti a tette di fuori di un consigliere regionale per la gioia del capo, il silenzio compiaciuto degli uomini che trovano tutto ciò normale.
Allora sorge un dubbio.
Robbè, non è che pure tu, con la Minetti…eh…non per forza negli scantinati di Villa San Martino…un momento di debolezza può capitare a tutti…eh Robbè…
Dai Robbè, nun te la prende', 'stamo 'a sgherzà…'semo regazzi!

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