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Indietro non si torna

Sinceramente non vedo l’ora che arrivi il 3 dicembre. Perchè c’è tanta strada da fare. 

Passo dopo passo.

Il passo conseguente consiste nell’aprire le porte del partito adottando primarie, o altre forme di consultazione vincolante della base, per la composizione delle liste alle prossime elezioni. La direzione del partito può mantenere una piccola quota di posti da attribuire a sua discrezione (come è prassi in tutti i partiti europei), ma il resto deve essere affidato alle scelte degli iscritti o degli elettori.

Il secondo passo, altrettanto urgente e necessario, consiste nell’indizione di un congresso. Se i sostenitori di Renzi (e lo stesso sindaco) sono veramente intenzionati a influire sulla politica del partito e non hanno intenzione di rompere, come la forzatura sul voto al ballottaggio sembra invece suggerire, devono passare attraverso il partito, vale a dire combattere una battaglia interna per la conquista delle cariche. Sulle ali di questa mobilitazione arriveranno certamente al vertice facce nuove, dell’una e dell’altra parte, entrambe slegate dalle vecchie fedeltà ai vecchi schieramenti.

In pochi mesi il Pd ha l’opportunità di cambiare volto a sé stesso e alla politica italiana.

#primariedeiparlamentari

Un Pepecchio da applausi:

Siccome si era impegnato pirsonalmente di pirsona Bersani ce la riusciamo a dare una data ultima e certa dopo la quale, se ancora c’è questa legge elettorale, si innesca il meccanismo delle #primariedeiparlamentari?

No, perché non vorrei che ora è troppo presto, poi è troppo tardi e alla fine ci teniamo esattamente quello che c’è.

Per poi continuare magari a parlare di anti-politica un po’ alla cazzo.

A scuola nei circoli

E se Walter ascoltasse Pepecchio?

E poi rilancio e lo chiedo a Veltroni che ha detto chiaramente ieri sera che l’attività politica si può continuare a fare anche non essendo deputati: perché non cominci un tour tra i circoli del PD per fare formazione politica? Perché non metti a disposizione di tutti le tue esperienze?
Sarebbe bello. Sarebbe davvero da Partito Democratico.

Forse

L’ottimismo? È il sale della vita! Così recitava Tonino Guerra in uno spot televisivo di qualche anno fa.

Un principio universalmente valido, applicabile con entusiasmo alle vicende con le quali ci confrontiamo nello squadernarsi delle nostre esistenze.

Applicabile anche alla politica? Ecco, qualche certezza inizia a vacillare, viste le pessime prove di sè che il mondo politico ha dato nell’ultimo ventennio.

Applicabile anche al Partito Democratico? Beh, in questo caso Guerra rischia di essere smentito alla grande. Prendete, ad esempio, la questione delle regole per le primarie, tanto per il candidato premier quanto per la scelta dei parlamentari. Da quanto tempo si lanciano a Bersani appelli affinchè sia definito il quadro entro il quale iscritti ed elettori possano partecipare a scelte tanto importanti per la vita del PD e del Paese? Tanto tempo sta passando, e ad oggi ancora non si è stabilito praticamente nulla.

Forse il 6 ottobre prossimo si terrà l’assemblea nazionale, nella quale, forse, sarà approvata una deroga allo statuto che consenta ad altri candidati del PD di partecipare alla competizione. Forse il doppio turno, giusto per congressizzare ulteriormente la scelta del candidato premier. Forse si favoriranno forme ampie di partecipazione (ma che vuole dire? che potranno votare i parenti prossimi degli iscritti?). Forse si consentirà di partecipare a tutti. Forse si utilizzerà l’albo pubblico degli elettori e delle elettrici. O forse si richiederà di essere iscritti in un nuovo registro. Forse si parlerà anche del limite dei mandati. O forse no. Forse diranno che a due mesi dalle Primarie è troppo tardi per definire tutta ‘sta roba. Anzi no, quella è una certezza.